domenica 9 agosto 2009

Criminalità leghista

Dal 1994 ad oggi, i tre governi fascisti che si sono succeduti in Italia, costituiti dalla loggia P2, rappresentata da Silvio Berlusconi, + gli ex-fascisti-DOC + il partito nazi-razzista della Lega Nord, hanno fedelmente messo in atto il programma politico di Licio Gelli, che muove dalla premessa di azzerare la democrazia non con la repressione fisica, ma con la manipolazione dell'opinione pubblica attraverso il controllo dell'informazione.
Regolarmente, questo potente fronte antidemocratico punta molta della sua propaganda sul tema della sicurezza dei cittadini e sulla presunta "emergenza criminalità", poichè questo argomento porta due evidenti vantaggi:
1) è una scorciatoia molto comoda per provvedimenti repressivi tendenti a limitare le libertà individuali e restringere gli spazi di democrazia;
2) permette di associare, in modo del tutto arbitrario e senza fondamento, criminalità ed immigrazione, permettendo al fronte razzista di battere la grancassa della propaganda, ed aizzare i ceti popolari, ignoranti e quindi molto vulnerabili alla disinformazione, all'odio veso gli stranieri. Come ho già detto altre volte, incitando i penultimi della società all'odio verso gli ultimi, il potere si costruisce la sua assicurazione sulla vita.

Ieri, la commemorazione del disastro di Marcinelle, nei pressi di Charleroi, in Belgio, dove l' 8 agosto 1956, in una miniera di carbone morirono 262 lavoratori di dodici diverse nazionalità, ma in maggioranza (ben 136) migranti italiani (tra gli italiani, prevalenza di abruzzesi, con rappresentanza tragicamente alta del piccolo comune di Manoppello (PE) - 23 morti -, ma anche siciliani, friulani, veneti, lombardi, piemontesi, ecc.).

Oggi, il sig. Bossi Umberto, pregiudicato, con una condanna definitiva a 8 mesi di reclusione per finanziamento illecito (200 milioni incassati da Carlo Sama della Montedison come fetta spettante alla Lega Nord della maxi-tangente Enimont), e un'ulteriore condanna definitiva a un anno e quattro mesi per vilipendio della bandiera italiana, libero per la sospensione condizionale della pena, il quale non disdegna di percepire il suo lauto stipendio da deputato da "Roma ladrona", dichiara alla stampa: "Noi andavamo in giro a lavorare, mica ad ammazzare la gente."
Non so se con "Noi" intenda gli emigrati italiani in genere o soltanto quelli provenienti da quello sfacelo di ingoranza e di arretratezza culturale che è la cosiddetta "padania"; e credo di non essere neanche interessato a saperlo. Ma mi pare di capire che quelli che, secondo lui, andrebbero in giro ad ammazzare la gente dovrebbero essere gli immigrati stranieri attualmente presenti in Italia.

Bene, allora andiamo a vedere i numeri, anzichè ascoltare le fanfaronate di un povero pazzo, e vediamo chi è che "va in giro ad ammazzare la gente".

Numero di omicidi in Italia:

Anno Omicidi
1992 : 1441
1993 : 1065
1994 : 958
1995 : 1004
1996 : 945
1997 : 864
1998 : 879
1999 : 810
2000 : 749
2001 : 707
2002 : 642
2003 : 719
2004 : 711
2005 : 601
2006 : 621
2007 : 593

La tabella è tratta da www.artaut.splinder.com, ma si tratta di dati facilmente reperibili un pò dovunque. Nei sedici anni qui in esame la presenza di immgrati stranieri in Italia è sicuramente aumentata (e sennò contro che cosa si agiterebbe la propaganda razzista del pregiudicato Bossi ?), ed il numero di omicidi si è più che dimezzato.
La famosa "emergenza criminalità" su cui si fonda la propaganda del regime berlusconiano, semplicemente non esiste. O meglio, esiste soltanto nei giornali e telegiornali che hanno il compito di fare il lavaggio del cervello agli elettori.
E se quella della criminalità in Italia fosse un'emergenza, che cosa si dovrebbe dire degli Stati Uniti ? Ho trovato (senza fare sforzi eroici per la verità) un raffronto tra la frequenza degli omicidi negli USA e in Italia nel periodo 1992-1999. Poichè questo smentisce la propaganda degli organi di disinformazione del nostro regime, si può dare per scontato che la fonte di questi dati sia un'organizzazione notoriamente stalinista: l'Interpol.
Ebbene, i 1441 omicidi in Italia nel 1992 corrispondono a 2,54 omicidi ogni 100000 abitanti; nello stesso anno, negli Stati Uniti gli omicidi sono stati 23760, che significa 9,37 ogni 100000 abitanti: una frequenza 3,68 volte più alta di quella italiana (utile, vero, come deterrente, la pena di morte ?); negli anni fino al 1999, come in Italia, anche negli Stati Uniti la frequenza dgli omicidi è fortemente diminuita; gli 810 delitti italiani portano la frequenza per 100000 abitanti a 1,40 nel 1999; i 15533 degli Stati Uniti sono 5,72 ogni 100000 abitanti nello stesso anno, cioè 4,08 volte la frequenza italiana: vale a dire che il tasso di criminalità rappresentabile con la frequenza degli omicidi in Italia diminuisce più velocemente che negli Stati Uniti.
E se solo i numeri, esprimendo tendenze generali, hanno la legittimità necessaria per poter ricacciare in gola al pregiudicato Umberto Bossi le sue infami menzogne, nulla supera per efficacia il racconto di qualche singolo caso particolare:
chi si ricorda di una famiglia massacrata a Novi Ligure (AL), e la figliola adolescente superstite, la dolce Erika, che dichiara alla stampa: "sono stati dei rapinatori tunisini" ?
Tutti sono stati prontissimi a crederle come se non aspettassero nient'altro, e il tempestivo Gianfranco Fini, che oggi tenta goffamente una inverosimile ricostruzione di verginità, aveva già prontamente mobilitato la sue falangi squadriste in una grande manifestazione di protesta "contro i tunisini", sventata dal rapido esito delle indagini che identificarono nella stessa dolce padana Erika e nel suo fidanzatino Omar (strano che la propaganda leghista non si sia aggrappata almeno al nome orientaleggiante) gli autori della strage. Non riesco a ricordare nè Fini nè altri, prostrati a chiedere scusa ai cittadini tunisini come sarebbe stato almeno doveroso.
E chi si ricorda del benzinaio di Lecco G.E. Maver, militante della Lega Nord, ucciso il 25 novembre 2004, per il quale Roberto Calderoli minacciò il mondo: "Guai a chi tocca un padano !" ? Calderoli pose pure una taglia sulla testa del colpevole, pur senza avere alcun titolo per poterlo fare, e pregustava già pubbliche esecuzioni con rito celtico nella piazza cittadina, indeciso solo se augurarsi un assassino maghrebino o calabrese. Gli assassini erano in realtà due, e quindi l'eminenza grigia della Lega avrebbe potuto essere accontentata in pieno; ma, sfortuna delle sfortune, erano due giovani balordi (17 e 18 anni, rei confessi) del posto, e per di più anche loro simpatizzanti della Lega Nord.
Non si è mai visto un uomo politico meno contento per l'identificazione di un assassino.
Ma i troppi pensieri e i troppi impegni per tutelare la nostra sicurezza dalle orde di criminali che ci minacciano, fecero prontamente dimenticare al rubizzo ministro sia il suo tronfio proclama, sia la taglia.

Nessun commento:

Posta un commento