mercoledì 18 novembre 2009

L'acqua non è una merce - bis

Mentre il Parlamento italiano approva il decreto che obbliga alla privatizzazione della gestione degli acquedotti (passato anche alla Camera con un bel voto di fiducia, se ne sentiva proprio la mancanza di un voto di fiducia: tra i Destri ormai nessuno si fida più di nessuno, iene ed avvoltoi si contendono il cadavere del Cainano in decomposizione azzannandosi fra di loro), chi aveva già percorso la stessa strada lasciandosi incantare dalla favola del "privato è meglio" sta già facendo precipitosamente dietro-front.
A Parigi la gestione dell'acqua è privata dal 1984 e le due multinazionali Veolia e Suez si dividono gli utenti sulle due rive della Senna; dal 1 gennaio 2010, scadenza anticipata per volontà del comune, la concessione non verrà più rinnovata e si tornerà ad un distributore unico e pubblico (Eau de Paris), e le società private saranno escluse dalla società di gestione "perchè l'acqua è un bene pubblico, una risorsa che deve essere controllata e preservata, attraverso una gestione solidale e responsabile."
Parole sante del comune di Parigi.

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