giovedì 6 maggio 2010

Trilogia sul clima - parte 2 - argomenti contrari

Qualsiasi problema la cui soluzione ha un impatto negativo sui profitti delle imprese induce immediatamente la nascita di un fronte compatto di negazionisti che occupano i mezzi di informazione per sostenere l'inesistenza del problema.
Rassegna dei principali argomenti contrari sostenuti dai negazionisti:

- E' di gran lunga il vapore acqueo, e non la CO2, il principale gas serra nell'atmosfera; i soliti ambientalisti catastrofisti ignorano volutamente il gas più importante per puntare il dito accusatore verso l'anidride carbonica prodotta dalle attività umane come responsabile del riscaldamento del pianeta, in modo del tutto pretestuoso.

Abbiamo già discusso nel primo capitolo, dedicato ai concetti-base, di come la CO2 sia presente oggi in appena 388 ppm (parti per milione) nell'atmosfera, cioè meno dello 0,04 %. Ma la misura della concentrazione non dice nulla sull'effetto che un gas ha nell'intrappolare la radiazione infrarossa uscente dalla Terra, e non ha senso confrontare le concentrazioni di gas diversi. L'anidride carbonica assorbe lunghezze d'onda che il vapore d'acqua non assorbe e quindi dà un suo contributo indipendente all'effetto serra. Che poi il vapore d'acqua non venga tenuto in considerazione nei modelli di previsione sul cambiamento climatico è semplicemente falso: all'aumentare della temperatura della Terra, aumenterà anche il tasso di evaporazione dell'acqua, e quindi il vapore incrementerà l'effetto serra: si stima che l'effetto dell'aumentata evaporazione sia quello di raddoppiare l'aumento della temperatura dovuto all'anidride carbonica da sola. Quindi il vapore acqueo viene considerato eccome; l'errore sarebbe quello di pensare che possa essere la forza-guida del riscadamento: in assenza di altri fattori che modifichino la temperatura, la concentrazione di vapore nell'atmosfera rimane in equilibrio, e complessivamente costante: quindi l'acqua è un fattore che amplifica gli effetti dell'aumento della CO2, non la forza-guida.

- L'anidride carbonica originata dalle attività umane è una quota irrilevante rispetto a quella di origine naturale (vulcani, respirazione degli organismi, ecc.): i soliti ambientalisti catastrofisti eccetera.

E' vero che il 95 % dell'anidride carbonica che viene rilasciata è di origine naturale; ed è altrettanto vero che è precisamente il restante 5 %, prodotto dalle attività umane, il surplus che determina l'incremento netto di concentrazione.
Gli organismi viventi a metabolismo aerobio (cioè quasi tutti) rilasciano CO2 come prodotto della loro respirazione. Questo è il risultato della degradazione della sostanza organica (in prima approssimazione, zuccheri) dalla quale traggono energia. E tutti gli zuccheri (o il loro equivalente energetico di volta in volta utilizzato) derivano, attraverso catene alimentari più o meno articolate e complesse, dalle piante, e quindi sono stati sintetizzati attraverso la fotosintesi, che riassorbe CO2 dall'atmosfera. [In realtà esistono catene alimentari indipendenti dalla fotosintesi, originate da batteri che ricavano energia da reazioni chimiche inorganiche (essenzialmente ossido-riduzioni di vari minerali); alcune di queste catene trofiche sono evidentemente interessantissime per la loro peculiarità, ma quantitativamente trascurabili sia per biomassa totale che per energia coinvolta]. Quindi l'anidride carbonica di origine respiratoria corrisponde precisamente alla quantità di anidride carbonica che la fotosintesi clorofilliana sottrae all'atmosfera, con bilancio netto pari a zero.
Se mangiate spaghetti pollo e insalatina, incorporerete nel vostro organismo una parte dell'energia accumulata attraverso la fotosintesi dal grano da cui è stata ricavata la farina per fare gli spaghetti, una parte di quella accumulata attraverso la fotosintesi dal mais la cui granella è stata data come mangime al pollo, e dalla lattuga. Quando avrete digerito il tutto e, dopo il ruttino, consumerete tutta quell'energia impiegandola sotto forma di coinvolgimento emotivo nel guardare l'Isola dei Famosi in televisione, l'anidride carbonica prodotta dalla vostra respirazione sarà quasi precisamente la stessa quantità di quella utilizzata dalla fotosintesi per accumulare le quote di energia che avete ingurgitato. L'anidride carbonica in più che rimane in atmosfera è quella prodotta dal camion che ha trasportato il mangime per il pollo, dagli altri camion che hanno trasportato il pollo stesso, la pasta e l'insalata, dalle centrali elettriche che hanno alimentato il pastificio, il supermercato dove avete fatto la spesa, ecc.
Per quanto riguarda poi la relazione quantitativa tra l'anidride carbonica di origine vulcanica e quella prodotta dalle attività umane, abbiamo avuto sotto gli occhi negli ultimi giorni un esempio esemplare che più esemplificativo non avrebbe potuto essere: l'eruzione del vulcano Eyjafjallajokull (che cos'avrà mai di così difficile questo nome ?), nella sua fase esplosiva, ha rilasciato nell'atmosfera 15mila tonnellate di CO2 al giorno; la stessa fase esplosiva dell'eruzione ha lasciato a terra il 60 % del traffico aereo europeo, il quale produce 349mila tonnellate di CO2 al giorno. Il 60 % in meno significa 209mila tonnellate al giorno di anidride carbonica risparmiate, con un guadagno netto di 194mila tonnellate al giorno: ci vorrebbero ventitrè Eyjafjallajokull costantemente in eruzione per pareggiare i danni prodotti dall'uomo solo con il trasporto aereo in Europa.

- (lo pseudotecnico): l'aumento recente che si ricava dalle ricostruzioni storiche delle temperature è sovrastimato; e le ricostruzioni non tengono conto del "periodo caldo medioevale" attorno all'anno 1000, quando faceva più caldo che oggi;
(la massaia): è maggio e piove sempre, non è vero che fa sempre più caldo;
(in coro): quei soliti ambientalisti catastrofisti non ci vengano più a parlare di desertificazione e di tutte quelle balle: il riscaldamento globale è un falso mito
.

Il riscaldamento globale è globale, ed è per questo motivo che non viene chiamato "riscaldamento di Novara e provincia". Chiunque abbia un minimo di dimestichezza con le misure soggette a variazione statistica sa benissimo quale peso possano avere le variazioni locali (localizzate nel tempo o nello spazio) rispetto ad una tendenza generale. Molte ricostruzioni storiche considerano plausibile sia un periodo caldo medioevale (di cui, per le origini geograficamente limitate delle fonti storiche, non si conosce il reale valore su scala planetaria - potrebbe benissimo essere un fenomeno locale europeo-mediorientale -); sia un periodo relativamente freddo tra il 1400 ed il 1700, che sembrerebbero causati da variazioni nella radiazione solare, le quali non appaiono essere in atto oggi.
In ogni caso, se anche le ricostruzioni storiche delle temperature fossero del tutto sballate ? La consapevolezza della causa umana per il cambiamento climatico non nasce dallo studio storico delle temperature e dalla ricerca di una causa. E' il contrario: lo studio dei meccanismi del clima ci fa capire che le attività umane, producendo grandi quantità di anidride carbonica, dovrebbero provocare un aumento della temperatura della Terra. E si cerca di trovare conferme o smentite a questa ipotesi non da una, ma da molte possibili fonti di informazioni sull'andamento della temperatura in più punti possibile del pianeta: il carotaggio dei ghiacci fino agli strati più antichi; gli anelli di accrescimento dei tronchi degli alberi, la ricostruzione delle temperature in base alle informazioni ricavabili dalle fonti storiche, eccetera.
E, guarda un pò, tutte queste fonti tra loro indipendenti forniscono dati con un andamento concorde: la Terra si sta scaldando.

- Gli ambientalisti, essendo catastrofisti, pensano solo a restrizioni e limitazioni dei consumi per ridurre le emissioni, e non tengono conto del luminoso progresso tecnologico che ci permetterà di disporre di enormi quantità di energia da fonti non inquininanti, o meglio ancora, di strumenti per governare a piacimento il clima della Terra.

Da qualsiasi punto di vista, catastrofista o non catastrofista, si voglia osservare la realtà, le limitazioni alle emisioni di CO2 dovrebbero servire appunto ad incoraggiare lo sviluppo di tecnologie innovative. Tali meravigliosi strumenti esistono oggi ? No. Esiste qualche ragionevole motivo per peggiorare la situazione alla quale tali tecnologie future dovranno far fronte una volta inventate ? Direi di no. Ridurre la produzione di CO2 ora, renderà qualsiasi immaginabile progresso tecnologico nella direzione del controllo del cambiamento climatico più semplice da far funzionare.

- (il cardinale Bertone): Autorevoli studi scientifici dimostrano che i rapporti sessuali extramatrimoniali e l'omosessualità sono le cause principali del cambiamento climatico.

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