lunedì 15 agosto 2011

Ferragosto, blog mio non ti conosco


Per comprendere appieno l'impostazione filosofica del seguente scritto, il lettore dovrà innanzi tutto figurarsi quel particolare colpo di biliardo, di notevole impatto visivo ma che raramente si rende necessario nel corso del gioco, nel quale la stecca viene tenuta non pressochè parallela al piano di gioco, bensì verticale. E con moto per l'appunto verticale, si va a colpire con movimento breve e secco, la bilia in prossimità della tangente (giammai -sciagurati- vicino al centro, chè colà minima sarebbe la quantità di moto trasmessa alla palla, e massima la possibilità di far danno, giacchè il grosso dell'energia dovrebbe essere assorbito dall'elasticità della stecca senza produrre risultato alcuno); in tale modo, l'energia cinetica che il colpo trasmette alla bilia, va a suddividersi su due componenti: una di traslazione, che porta, come sempre, la boccia a spostarsi nella direzione del diametro passante per il punto colpito dalla stecca; ed una di rotazione, che è in questo caso retrograda: vale a dire che la bilia assume una direzione di rotazione su se stessa sul piano verticale, inversa a quella che sarebbe data dal rotolamento. Il risultato complessivo è che, una volta esaurita l'energia di traslazione, quella di rotazione inizierà a prevalere, facendo rotolare la bilia all'indietro verso il punto di partenza.

In secondo luogo, occorre tenere presente che questo è il culmine della stagione nella quale i piedi hanno accesso alla visione del mondo, alla luce ed all'aria, attarverso sandalini e ciabattine, prima di essere di nuovo ghermiti dall'oscurità dei pedalini e delle calzature chiuse.

E veniamo ora, per chiudere il cerchio, ad oggetti del tipo di quello rappresentato in figura, candelotte basse e larghe poste in specie di ciotoline, che i gestori di bar e locali all'aperto amano disporre in terra agli angoli dell'accesso, forse nella speranza che aeroplani carichi di avventori ne siano guidati all'atterraggio.

Mettendo insieme il tutto, i frequentatori più accorti di questo blog non avranno più bisogno neanche di proseguire con la lettura, e potranno procedere a ridere o addolorarsi autonomamente.

A beneficio dei meno avveduti, racconterò di avere visto ieri sera un signore nella divisa d'ordinanza ferragostana: camiciola, braghine corte e sandalini, accostarsi all'ingresso di un bar all'aperto, attrezzato con le segnalazioni luminose di cui abbiamo detto, avendo notato un suo amico seduto appena all'interno della bassa balaustra di legno scadente.

Nell'appoggiarsi alla balaustra dall'esterno, per assumere una postura consona a conferire adeguata autorevolezza intellettuale alle riflessioni da farsi sulle implicazioni insite nel mercato acquisti della Sampdoria, il malcapitato ha esercitato, in modo magistrale quanto involontario, il nostro colpo da biliardo con il piede sulla ciotolina: impatto secco e verticale sul margine.
Orbene, la ciotolina non assume nessun effetto particolare, non essendo in alcun modo approssimabile ad una sfera; è approssimabile casomai ad una semisfera, e pertanto essa non rotola: semplicemente si ribalta. Ma, il biliardo ci insegna, la direzione del ribaltamento è, anche in questo caso, retrograda, diretta cioè verso il piede che ha determinato il movimento, che viene quindi inondato di cera fusa.

Ecco il notevole valore culturale di questi, altrimenti misteriosi, prodotti delle cererie: io, miscredente, ho imparato un sacco di nomi di santi che non avrei mai nemmeno immaginato. A memoria, mi pare che non ne sia uscito incolume neanche Sant'Eleuterio, che è in genere uno dei più trascurati, non so quanto giustamente, dai bestemmiatori.

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