giovedì 23 agosto 2012

Saluti di fine anno


Come ogni anno in anticipo rispetto all'anno precedente, oggi finisce l'anno della Terra.
Dal 1 gennaio al 23 agosto l'umanità ha consumato la quantità di risorse che la Terra è in grado di rigenerare in un anno (con un termine piuttosto bruttino, viene detta "bio-capacità"). Tutto ciò che consumeremo da oggi al 31 dicembre è perso, non rigenerabile, consumo del "capitale", delle riserve: un gigantesco "debito pubblico" di risorse del pianeta.
Solo 25 anni fa questo momento cadeva in dicembre; quest'anno il 23 agosto.
Gli alberi che abbiamo tagliato, i pesci che abbiamo pescato, eccetera eccetera, fino adesso, corrispondono alle quantità che ricrescono in un anno. Da oggi al 31 dicembre è tutto consumo in eccesso.

I governanti del mondo, ciechi e sordi, pretendono di risolvere la crisi dei profitti dei banchieri vagheggiando una "ripresa" intesa come un ulteriore incremento dei consumi, che se mai fosse possibile, sarebbe una catastrofe.

Nel nostro piccolo, in Italia, abbiamo esempi raffinatissimi di tale cecità e sordità: Un tragicomico ministro dell'Ambiente che, anzichè ringraziarli, si lagna con i magistrati che chiudono impianti industriali tra i più (colpevolmente) inquinanti d'Europa; che si inventa seduta stante che i danni ambientali sono accumulati dal passato, ma che ormai da diversi anni, in ottemperanza alle leggi, l'azienda produce in modo del tutto salubre; salvo essere costretto a smentirsi da solo a stretto giro, ed auspicare il celere avvio del doveroso risanamento (ma come ? Non era già tutto fatto da anni ?); senza neanche il pudore di scusarsi "Beh, sì, ragazzi, la settimana scorsa ho detto e poi ribadito una vaccata... ero male informato... ero ubriaco..." Niente di niente. Una asserzione sicura, con tutta l'autorevolezza del "Tecnico" prestato alla politica, e poi l'esatto contrario a seguire, come se nulla fosse.
E addirittura il Sobrio Governo dei Tecnici ha annunciato con grandi fanfare il ricorso alla Corte Costituzionale perchè il provvedimento giudiziario lo priva della prerogativa di stabilre la "politica industriale". E se l'impianto viene chiuso a seguito dell'accertamento della gravità dei danni alla salute degli abitanti del circondario, si può domandare cosa mai avrebbe previsto di diverso la "politica industriale" che Lor Tecnici avevano in mente, di grazia ?
Un altro rinomato Ministro Tecnico dal nome pennuto (mi manterrò sul sobrio...) ci ha annunciato pochi giorni fa il varo del piano energetico. Finalmente. Quanto avevamo bisogno di un piano energetico. Una drastica politica di riduzione dei consumi, una razionalizzazione dei trasporti, utilizzazione a tappeto di sole e vento che all'Italia non mancano di certo (e sono gratis)... No. Niente affatto. Più rigassificatori, più petrolio, facilitazioni per le trivellazioni in mare. Sono bastati due anni di smemoratezza per rendere vano il disastro del Golfo del Messico.
La politica energetica dei nostri Sobri Tecnici vuole più consumi, più combustibili fossili, più royalties per i petrolieri.

Intanto il 23 agosto abbiamo finito le risorse che la Terra ci aveva messo a disposizione per il 2012. I nostri apprezzati economisti avranno certamente studiato con grande profitto in scuole di alto livello l'economia dell'epoca coloniale, quando questi limiti fisici parevano irraggiungibili, e pretendono, disastrosamente, di mettere in pratica gli stessi principi dell'economia dell'ottocento nella situazione attuale. Oggi l'economia di mercato è arrivata a fine corsa, e il compito della politica sarebbe quello di attutire il colpo nel momento in cui andiamo a sbattere il grugno, altro che aspettare la crescita.
Non l'abbiamo ancora capito. Però possiamo contare su buone relazioni diplomatiche con la Prussia.

"Quando l'ultimo albero sarà stato abbattuto,
l'ultimo fiume avvelenato,
l'ultimo pesce pescato,
allora vi accorgerete che non si può mangiare il denaro
."

Piede di Corvo (Siksika - Piedi Neri): sottostimato economista nordamericano, anche lui dell'ottocento, ma che non ha mai frequentato la Bocconi.

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