martedì 11 settembre 2012

Anniversari - 11 settembre



"...gli Stati Uniti erano l'unico Paese dove non c'erano colpi di Stato, perchè là non c'era l'ambasciata degli Stati Uniti."

Eduardo Galeano - Specchi - Sperling & Kupfer, 2008.

Potremmo cominciare la storia dell' 11 settembre da uno sciopero di minatori nel nord del Cile nel 1967. Il Presidente, il democristiano Eduardo Frei, invocò l'intervento delle forze dell'ordine per controllare i manifestanti: otto minatori morti sotto il fuoco dell'esercito. O da un'occupazione, nel 1968 a Puerto Montt, nel sud, di un pascolo abbandonato da anni dai latifondisti, da parte di famiglie senza casa che vi costruirono baracche di legno e cartone. Il ripristino dell' "ordine e rispetto per la proprietà" comportò undici morti. In entrambi i casi l'iniziativa fu del promettente ufficiale di fanteria Augusto Josè Ramon Pinochet Ugarte (1).

Nel settembre 1970, il candidato di Unidad Popular, Salvador Allende, dopo avere ottenuto la maggioranza relativa alle elezioni presidenziali (36,3 %), ebbe dal Parlamento la ratifica dell'elezione a Presidente della Repubblica.
Il Cile vive di rame. Un terzo del rame del mondo viene estratto nelle miniere del nord del Cile.
Salvador Allende pronunciò la parola magica: "nazionalizzazioni".

Nazionalizzazioni è il contrario di privatizzazioni. Le attività economiche strategiche vengono gestite dallo Stato e i proventi vanno a beneficio della collettività anzichè dei privati.
Se il monopolista della telefonia degli Stati Uniti, AT&T, sta tendendo migliaia di kilometri di fili di rame e, insieme ad altre industrie private nordamericane, detiene quote di proprietà delle miniere per pochi spiccioli di concessione, "nazionalizzazioni" è la formula magica che fa apparire come d'incanto i carri armati davanti al palazzo Presidenziale.

«Non vedo perché dovremmo restare con le mani in mano a guardare mentre un Paese diventa comunista a causa dell'irresponsabilità del suo popolo. La questione è troppo importante perché gli elettori cileni possano essere lasciati a decidere da soli
Henry Kissinger, allora Segretario di Stato degli Esportatori di Democrazia.

Detto fatto.

L'11 settembre 1973 il governo del Cile fu rovesciato dai militari. Il Presidente Savador Allende morì nel suo ufficio durante o dopo il bombardamento del palazzo de La Moneda, forse suicida, forse no.

Una Giunta composta dal capo dell'esercito Augusto Pinochet (nominato tre settimane prima dalla stesso Allende, in sostituzione del dimissionario Prats), dal capo dell'aviazione Gustavo Leigh Guzmán, da José Toribio Merino Castro della marina, e César Mendoza Durán dei carabineros, ristabilì
'ordine e il sano mercato liberista, e Pinochet si sbarazzò rapidamente dei suoi anonimi sodali. Gli aiuti finanziari degli Stati Uniti, interrottisi per tre anni, ritornarono a fluire più copiosi che mai.
Seguirono 16 anni di sparizioni, torture, omicidi, furti, imprigionamenti arbitrari. Non c'è un militare che non si sia arricchito estorcendo beni mobili e immobili alle famiglie dei desaparecidos in cambio di informazioni fasulle sui loro cari.

La dittatura di Pinochet finì, per sfinimento della nazione, nel 1989, appesantita da milioni di dollari depositati dal cacicco in banche degli Stati Uniti, Svizzera, Jersey, Grand Cayman e HongKong; ma il ritorno della democrazia ebbe come prezzo la permanenza di Pinochet a capo delle Forze Armate, e la sua nomina a senatore a vita, con tanto di immunità. Il Cile accettava di essere un paese democratico facendo finta di niente su 5000 o più dei suoi cittadini di cui non si sapeva dove fossero andati a finire (molti di più delle vittime delle Torri Gemelle).

Eppure quasi nessuno gli ha dato la caccia, anzi: Giovanni Paolo II andò a visitarlo nel pieno della dittatura, e quando nel 1998 Pinochet fu sorpreso fuori dal Cile, in Gran Bretagna, patria della sua fervente ammiratrice Margareth Thatcher, da un mandato di cattura internazionale del giudice Baltazar Garzòn perchè fra le sue vittime c'erano cittadini spagnoli, fu ben protetto dai Governi di Blair e di Aznar, ed ottenne di essere rimandato in patria, anzichè estradato in Spagna per essere processato, per le sue "gravi condizioni di salute".
Scese dall'aereo in sedia a rotelle, e non appena fu sulla pista dell'aeroporto di Santiago del Cile, si rialzò in piedi e camminò tranquillamente, in un simultaneo ritorno di immunità parlamentare ed efficienza fisica, beffeggiando il mondo con la tracotanza del suo potere mafioso.
Novantunenne e impunito, Augusto Pinochet è morto il 10 dicembre 2006, nella Giornata Mondiale dei Diritti Umani, scrive Eduardo Galeano, "in un gesto di involontaria adesione".

(1) Luis Sepùlveda - Il generale e il giudice - TEA, 2002

Nessun commento:

Posta un commento