martedì 5 febbraio 2013

Paura di volare

Vuoi venire in aeroplano
da Roma a Milano ?
Non temer per la salute
c'è il paracadute
Non temere mia piccina
ti dò la manina...
- Mi no, mi vegni no,
mi g'ho paura, mi g'ho paura,
Mi no, mi vegni no,
mi g'ho paura de burlà giò


Fatterello di cronaca poco rilevante ma pieno di risvolti istruttivi: un aeroplanino che vola su una piccola tratta interna sbaglia l'atterraggio e finisce fuori pista. Forse un colpo di vento, forse un errore del pilota, forse si è rotto il carrello, chissà. Se ci fosse di mezzo la NATO sapremmo qualcosa tra 33 anni, ma pare di no, quindi aspettiamo fiduciosi l'esito dell'inchiesta.
L'aeroplanino vola per l'Alitalia, la Nostra Compagnia di Bandiera di fatto fallita qualche anno fa, che avremmo potuto profittevolmente vendere ad Air France, ma che ha voluto patriotticamente essere mantenuta italiana, e ceduta ad una cordata di coraggiosi imprenditori, amici e amici di amici dell'allora Capo del Governo, nonchè migliore Statista degli ultimi 150 anni, coraggiosamente corroborata da una dote di 3-5 miliardi di soldi nostri; ed ora quasi ri-fallita e che sarà infine acquistata da Air France a prezzo stracciatissimo.
Ma l'aeroplanino non è di Alitalia, bensì di una piccola compagnia aerea romena che dispone di una flotta di ben due aerei, che noleggia alla Compagnia dei Coraggiosi Patriottici per le piccole tratte. Bene, pare che sia una pratica diffusa, niente di strano. E' perchè così si abbattono i costi, e qui qualcosa comincia a puzzare.

Infatti i sindacati avevano protestato e scioperato sull'inaffidabilità dei subappaltanti; e in un'azienda che ha personale in cassa integrazione non si sciopera a cuor leggero.

Poi la puzza si fa più pesante con la fase farsesca e grottesca della cancellazione delle insegne Alitalia durante la notte dall'aereo incidentato a bordo pista. I Coraggiosi Patriottici si giustificano dicendo che è una prassi normale per la salvaguardia del "decoro" dell'azienda. Dopo tutto l'aereo non è nostro. Prassi normale ? Gli addetti dell'Ufficio Comunicazione e Immagine si aggirano nottetempo col secchio di vernice e il pennello a sbianchettare il logo dell'azienda ed è Patriotticamente normale ? Non capisco ma mi adeguerò: dunque così si salvaguarda il decoro dell'azienda.
E la serietà ? Quando i passeggeri sono saliti a bordo la livrea dell'Alitalia c'era.


Va bene tutto. Facciamo che il nostro piccolo aeroplanino in subappalto fosse perfettamente integro ed efficiente e che l'incidente sia stato un caso sfortunato. Ma da parecchi anni a questa parte quanti disastri nel traffico aereo sono stati riconosciuti come originati dal cattivo stato degli apparecchi, gestiti da compagnie che badavano solo a ridurre i costi di gestione per rimanere concorrenziali sul mercato ?

Vorrei solo cogliere l'occasione per ricordare chi dobbiamo ringraziare ogni volta che un aereo, oggi, casca per terra per scarsa manutenzione o per tirchieria nella gestione della flotta: il presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan e la sua tuttora idolatrata deregulation di trent'anni fa, uno dei massimi trionfi del liberismo.
Principi ispiratori della deregulation:
Apriamo il mercato delle aereolinee, aboliamo lacci e lacciuoli (oh sempiterni e maledetti lacci e lacciuoli) che imprigionano la libera imprenditoria con regole oppressive e vessatorie, ad esempio sulla manutenzione dei velivoli.
Libera concorrenza: lasciamo pure volare spensieratamente aerei con i pezzi che si sbullonano strada facendo; permettiamo a qualsiasi catorcio di offrire al vento le sue ali speranzose e avviare, magari anche a manovella, il suo rombante motore di avvenire e di progresso; ferro e acciaio, e perchè no, fantozziana tela cerata, genereranno ricchezza e profitti per tutti, vogliamo proprio star lì a sottilizzare su qualche buco rugginoso ? Tanto poi sarà il libero mercato, nella sua infinita saggezza, a premiare con le scelte dei clienti (quelli superstiti) le compagnie più efficienti.

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