venerdì 29 marzo 2013

Il prossimo tuo



Proverò prima a disegnare una delle possibili soluzioni, e poi ad esporre il problema che mi ha spinto a cercarla.
Alcuni mesi fa (se ricordo bene le circostanze, i primi di ottobre o giù di lì) avevo ascoltato un divertente argomento di discussione radiofonica, che sintetizzerei all'incirca così: il culto protestante prevede che ciascuno si legga le sacre scritture per conto suo, e ne ricavi sue proprie riflessioni. Questo sarebbe un procedimento individualmente responsabilizzante sul piano morale, che spinge ciascuno ad interrogarsi sul valore etico delle proprie azioni: "Ho fatto qualcosa di cui dovrei vergognarmi ? Sì, me ne vergogno / No, non me ne vergogno" (barrare la casella che interessa). E pare che nei Paesi pervasi da questo tipo di cultura religiosa, la tendenza comportamentale corrisponda grossomodo a questo tipo di modello (poi il protestantesimo ha a sua volta le sue nefandezze peculiari, su cui ci soffermeremo in altre occasioni).
La cultura cattolica offrirebbe, secondo questo tipo di argomento, molte più scappatoie e scorciatoie alle coscienze sporche, sia attraverso il circolo vizioso: peccato-confessione-perdono-eccomi lindo e pinto, così posso ricominciare da capo; sia perchè la scelta dei comportamenti etici non è frutto di elaborazione individuale, ma è imposta dall'alto da un'autorità clericale, ed è pertanto uguale per tutti.
E una morale preconfezionata uguale per tutti offre comodi confronti per alleggerire i peccatucci di ciascuno: "E allora gli altri ?"
L'occasione in cui ho sentito esporre questo ragionamento era la vicenda del dirigente dell'ALER (Istituto delle Case Popolari) di Lecco, in quota PDL, che da anni parcheggiava la sua costosa automobile nel posto riservato ai portatori di handicap accanto al suo ufficio (perchè era sempre libero). Il giorno in cui un portatore di handicap, trovando il posto occupato, ha chiamato un vigile che ha erogato la doverosa contravvenzione, il dirigente si era sfogato tagliando le gomme dell'automobile dell'handicappato. Poi, a sua giustificazione, aveva dichiarato alla stampa: "Beh, c'è chi fa di peggio."
Ecco, gli altri sono davvero una bella garanzia: hai sempre la possibilità di trovare qualcuno un pò più colpevole di te.
L'argomento delle influenze religiose su questo tipo di comportamenti è piuttosto accattivante, ma non so quanto fondamento reale possa avere. Ad ogni modo, abbiamo sotto gli occhi campionari vasti a piacere per scogliere le briglie alla fenomenologia della colpevolezza che, se condivisa, diventa, per vie imperscrutabili, una mezza innocenza.
"Qui è vietato fumare." - "Ma fumano tutti." - "Ma LEI, sta fumando, sì o no ?"
Negli anni gloriosi, e ahimè troppo fuggevoli, del riscatto nazionale, con l'inchiesta Mani Pulite che quasi ogni giorno segnava un arresto illustre, sul sottofondo del sacrosanto e melodioso tintinnar di manette, i bustarellari di turno, lungi dal riconoscere introspettivamente "Ho rubato" spulciavano invariabilmente la morale del prossimo: "Ma rubano anche gli altri".
Persino i sostenitori della Juventus retrocessa con ignominia sembravano voler alleviare il disdoro della propria bandiera attraverso la condivisione: "E allora gli altri ?" La risposta che gli altri non avevano Moggi tra i propri tesserati non sembrava una risposta soddisfacente.
Ed ho sentito con le mie orecchie il cattolico tifoso di Valentino Rossi, alla notizia del suo idolo pizzicato in residenza londinese, fittizia ma dotata di tutti i comfort erariali, lamentare: "Ma con tutti gli evasori fiscali che ci sono, proprio a lui devono andare a rompere i coglioni ?"
E non poteva certamente mancare la casa madre: vai a ricordare chi fu quel vescovo che dopo aver ricevuto apposita illuminazione, dichiarò: "I pedofili ci sono anche fuori dalla Chiesa." E vorrei anche vedere.
Ama il prossimo tuo come te stesso, ma soprattutto accertati che abbia l'anima almeno altrettanto sporca, che sennò ti fa sfigurare.
Insomma, pare che, per motivi che mi sfuggono, se si pecca in compagnia, non sia poi così peccato. Un inferno affollato avrà forse diavoli più distratti nell'infliggere pene e dolori ? Non sono un esperto dell'argomento e non lo so. Se tutti peccano, il peccato non è più peccato ? Ve lo immaginate un maxiprocesso di mafia con 260 imputati, che si conclude con la sentenza: tutti gli imputati sono colpevoli dei reati loro ascritti, quindi: assolti.

Ed eccoci alla scenetta di oggi che mi ha indotto a sollecitare lungamente il mio mononeurone fino ad arrivare all'argomentazione qui sopra esposta.
Stavo camminando con morigerata allegria per le vie cittadine, nel consueto clima di morigerato grigiore, quando un signore, privo di qualsiasi divisa o distintivo, ma affiancato da uno di quei soggetti con giubbotto fosforescente da ausiliario del traffico che gli automobilisti considerano emanazione diretta di Satana, ha apostrofato un tizio in giacca e cravatta che si accingeva a salire sull'automobile parcheggiata sull'altro lato della strada, in regime di righe blu: "Lei ce l'ha il tagliandino ?" L'altro farfuglia risposte: "Sono stato qui cinque minuti nel negozio..." (quella dei "cinque minuti" è un'altra categoria fenomenologica che meriterebbe un saggio a parte), ma l'inquisitore lo incalza: "Non è vero, è mezz'ora che la macchina è parcheggiata lì, l'ho vista, sa ?" "Guardi che ho preso la targa, eh, le ho fatto la foto." "Ho qui la foto della sua macchina parcheggiata e la sua targa !" "Lei non ce l'ha il tagliandino, eh ?" "Io lì ho preso 41 Euro di multa, adesso, se la legge è uguale per tutti, se il tagliandino non ce l'ha, la multa la prende anche lei !" "Ho qui la foto ! Ho la sua targa ! A me 41 Euro mi hanno fatto di multa ! La legge è uguale per tutti, o no ?" E, cedendo il proscenio all'ausiliario del traffico visibilmente imbarazzato, ma disciplinatamente pronto con blocchetto aperto e biro spianata: "Adesso, LUI le fa la multa !"
Passanti esterrefatti.
Questo tale, dunque, aveva preso una multa per sosta senza versamento di obolo al parchimetro, e quindi si era appostato nella via, con tanto di macchina fotografica e pronto a chiamare il primo ausiliario nei dintorni, per assicurarsi che venissero multati anche gli altri automobilisti in difetto.
E' una città molto, molto cattolica.
Mi rimangono ancora un pò di interrogativi. Salto a piedi pari il quesito morale se sia giusto o non giusto; ma: per quanto tempo il peccatore pentito si metterà al servizio della legalità e dell'uguaglianza ? Passerà il resto della sua vita sulla strada armato di macchina fotografica ? Quando impareranno a riconoscerlo si attrezzerà con un capanno mimetico ?
Sarà soddisfatto, stasera ? E in che cosa consiste la soddisfazione ? Rimborsato, no. I suoi 41,00 Euro di multa non li riavrà indietro di sicuro facendo multare gli altri. E se il timido ausiliario, combattuto tra imbarazzo e un pò di riluttanza, al secondo automobilista comminasse una sanzione di 39,75, lui come la prenderebbe ?

2 commenti:

  1. E chi ti dice che quel simpatico e zelante signore sia cattolico?
    Magari è uno dei fondatori dell'UAAR, oppure un Imam, uno sciamano Lakota o il Gran Maestro della Loggia dei Parcheggiatori Pentiti ;-)

    L'atteggiamento è comunque interessante: non è lui che si adegua al prossimo e quindi può dire che "così fan tutti", bensì è il prossimo che deve uniformarsi alla sua percezione dell'Universo.


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  2. Diciamo che è un "ealloraglialtrista" attivo, anzichè passivo come la gran maggioranza...

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