venerdì 24 maggio 2013

Dica trentatrè, ma senza esagerare.



Per i miei affezionati lettori che, in occasione del post del 29 marzo scorso, avevano rilevato la gratuità della mia affermazione che questa fosse una città molto molto cattolica, posso qui presentare una dimostrazione fattuale, aritmetica e teologica della validità di quella frase.
In quale altrove si potrebbe mai raggiungere una quota di obiezione di coscienza del 110 per cento ? Neanche nell'adiacente Lombardia fu-Formigoniana, dove Comunione e Liberazione ha colonizzato la Sanità con capillare pervasività Corleonese.
E se di là dal Ticino sono certamente logiche affaristiche e carrieristiche a guidare i ginecologi verso il Paradiso mediante la scelta dell'obiezione, non si può negare che di qua, sulla sponda destra, un certo alone di misticismo autentico circondi le vicende bio-etico-numerologico-sanitarie: forse un qualche miracolo di moltiplicazione di pani, pesci ed obiettori, chissà...
O forse ce ne sono tre che esercitano la professione abusivamente: tre mammane obiettrici di coscienza. E se non è fervore religioso questo...

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