domenica 30 giugno 2013

Anniversari - 30 giugno 1860: Dramma di vescovi, scimmie e svenimenti


L' "untuoso Sam", il vescovo di Oxford Samuel Wilberforce, doveva il suo soprannome ad un commento del futuro Primo Ministro Benjamin Disraeli sulla sua retorica e sul suo modo di esercitare l'arte oratoria: "unctuous, oleaginous, saponaceous". Dopo la pubblicazione de L'Origine delle Specie, nel novembre 1859, aveva scritto una recensione sulla rivista Quarterly Review per mettere in ridicolo le tesi di Darwin (il quale confessò di averla letta e trovata scientificamente irrilevante, ma spiritosa e divertente).
Sabato 30 giugno 1860, nella sala del Museo dell'Università di Oxford, il professor Draper, dell'Università di New York, avrebbe tenuto una conferenza sullo sviluppo intellettuale dell'Europa in relazione alla teoria di Darwin. Wilberforce aveva sparso la voce che sarebbe intervenuto a demolire una volta per tutte l'evoluzione nel dibattito susseguente.

Il racconto di quel pomeriggio è entrato in una ristretta collezione di miti e leggende della storia della scienza. Stephen Jay Gould lo colloca più o meno sullo stesso piano della mela caduta sulla testa di Newton, o di Archimede che salta su dalla tinozza da bagno e corre nudo e felice per le strade di Siracusa gridando "Eureka !"

"Dopo il lungo e noioso discorso di Draper, il vescovo Wilberforce prese la parola di fronte alla sala affollatissima; per mezz'ora confutò l'evoluzionismo e concluse, rivolto a Thomas Henry Huxley, amico e sostenitore di Darwin che era vicino a lui sul palco, domandando se fosse per parte di nonno o per parte di nonna che si vantava di discendere da una scimmia.
Huxley, nel suo intervento, smontò punto per punto il discorso del vescovo, e rispose che avrebbe trovato preferibile avere come proprio antenato una scimmia, piuttosto che un uomo che usava la propria intelligenza per offuscare e nascondere la verità anzichè ricercarla. In sala si scatenò un gran pandemonio; il viceammiraglio FitzRoy sollevò un enorme libro sopra la testa e si mise a urlare: "La Bibbia ! La Bibbia ! La Bibbia ! E' l'unica verità a cui credere ! La Bibbia ! La Bibbia !" Tra il pubblico, dopo lo smacco patito dall'eminente prelato, Lady Brewster svenne per l'emozione, e la riunione finì nel parapiglia generale.
Quell'episodio segnò un passaggio cruciale per l'affermazione definitiva della teoria dell'evoluzione."

Questo, più o meno, è il racconto standard che tutti avranno letto o sentito, nella sua versione eroica ed agiografica.

La realtà è che non esiste alcun verbale del dibattito, e nessuno dei presenti ha scritto una cronaca immediata di quel che avvenne. Tutte le diverse versioni della vicenda sono ricordi riportati alla mente in tempi successivi da protagonisti e testimoni. Anche i giornali dell'epoca danno notizie succinte e sbrigative, e forse di seconda mano, del convegno: quindi è disponibile una gran varietà di sfumature e modificazioni della storia, inserite come abbellimenti o finalizzazioni postumi; e lo stesso racconto standard non è del tutto fedele.

Possiamo subito sgombrare il campo da qualcuna delle varianti; ad esempio: "...Huxley disse, in effetti, che avrebbe preferito come antenato una scimmia piuttosto che il vescovo, e la folla non ebbe dubbi su ciò che intendeva dire.
Alle sue parole seguì un grande frastuono. Gli uomini balzarono in piedi, protestando a gran voce per questo insulto rivolto al clero. Lady Brewster svenne. L'ammiraglio FitzRoy, l'ex comandante della Beagle, agitò una Bibbia, gridando al di sopra del tumulto generale che quella era l'autorità vera e incontestabile, e non la vipera che egli aveva ospitato sulla sua nave.
" (Roth Moore, Charles Darwin, Hutchinson, London 1957); è una delle versioni che erano circolate negli anni successivi, ma Huxley stesso smentì di avere fatto alcuna allusione alla scarsa propensione del clero ad osservare il voto di castità, e di avere quindi provocato lo svenimento di Lady Brewster per tale via.

Ugualmente, un racconto dello stesso "Soapy Sam", scritto tre giorni dopo: "Sabato il professor Henslow, che presiedeva la sezione zoologica, mi chiamò per nome per fare un discorso di apertura alla sezione sulla teoria di Darwin. Non potei quindi sottrarmi, ed ebbi uno scontro piuttosto prolungato con Huxley. Penso di averlo completamente distrutto." Suona clericalmente falso. Diversi testimoni parlarono della pubblicità che Wilberforce aveva fatto nei giorni precedenti in vista del suo discorso; ed era sul palco sapendo benissimo che avrebbe parlato. Alcune fonti parlano di un uditorio di più di 700 persone, altre di oltre mille, con altri ancora che erano tornati indietro per non avere trovato posto in sala; e non erano certamente andati lì per sentire Draper.

Una lettera di Balfour Stewart, che aveva assistito al convegno e lo commentava a caldo, è probabilmente il resoconto più immediato del confronto di idee tra Wilberforce ed Huxley. Coincide, per lo scambio di battute su nonni e scimmie, con il racconto standard, ma contiene un giudizio che ora suona sorprendente: "Penso che il vescovo abbia avuto la meglio."

Ma dov'era Darwin, quel giorno ? Era malato, e non potè essere presente. Il botanico Joseph Hooker gli scrisse il 2 luglio: "Sam Oxon (Oxon = Oxfordiano) si alzò in piedi e parlò a getto continuo per mezz'ora con inimitabile spirito, turpitudine, vuotezza e nequizia [...]. Huxley gli rispose mirabilmente e rovesciò la situazione, ma non potè far giungere la sua voce a tutti i presenti nè dominare il pubblico; e non alluse ai punti deboli di Sam nè spiegò le cose in una forma o in un modo da trascinare il pubblico."
Hooker, come vedremo tra poco, era sul palco con Draper, Huxley, Wilberfoce, il moderatore Henslow e varie altre persone; ma ci sono altre testimonianze di spettatori che confermarono di non essere riusciti a sentire le parole di Huxley per il frastuono. Huxley non era ancora un grande oratore, era anzi stato restìo ad intervenire, e prese gusto nel parlare in pubblico proprio a partire da quella giornata.

L'unico resoconto giornalistico piuttosto esteso sul convegno fu pubblicato un paio di settimane dopo dall'Athenaeum. Riferisce della mezz'ora di discorso di Wilberforce come non solo scherno e retorica, ma anche riassunto della critica competente dell'epoca; riporta brevemente la risposta di Huxley non come una confutazione agli argomenti del vescovo, ma come una rassegna dei fatti che confermavano la validità dell'elaborazione di Darwin; glissa rispettosamente sullo scambio di battute su scimmie e antenati (ma questo non è sorprendente per la paludata stampa vittoriana); ma soprattutto racconta che il convegno NON finì lì. Dopo Huxley, prese la parola FitzRoy, e dalla mancanza di tracce rilevanti del suo discorso, possiamo presumere che non sia andato molto oltre l'invocazione delle Bibbia come unica possibile fonte di verità; dopo altri due oratori, fu proprio Hooker, e non Huxley, a confutare sistematicamente i fatui argomenti di Wilberforce, a lasciare il vescovo senza possibilità di replica e a concludere il convegno con la generale sensazione della disfatta di "Soapy Sam": la mitizzazione di quel confronto lo semplifica, raggruppando in una sola persona la forza argomentativa e la battuta mordace.

Ma, soprattutto, la ricostruzione eroica e leggendaria di quel dibattito come un passaggio cruciale per l'affermazione dell'evoluzionismo è a sua volta un artefatto postumo: a dimostrarlo c'è proprio la scarsità di fonti dirette ed immediate. Quel dibattito ebbe, al di là dell'affollamento della sala, una scarsissima eco sulla stampa dell'epoca: solo pochi cenni su qualche giornale. Fu solo dopo molti anni che venne costruito il mito propagandistico dello scontro tra Wilberforce e Huxley (con l'oscuramento di Hooker). Il vincitore del dibattito nella versione leggendaria, in realtà era riuscito a malapena a farsi sentire nel rumoreggiare della sala; ma Huxley fu molto più caustico nei confronti di Wilberforce quando questi morì, nel 1873, in conseguenza delle ferite alla testa causate da una caduta da cavallo: "Per la prima volta la realtà ed il suo cervello sono entrati in contatto, e il risultato gli fu fatale."
Roba da far svenire Lady Brewster.

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