sabato 29 giugno 2013

Preludio di un anniversario - Voci dal margine

Conrad Martens: La HMS Beagle salutata dai Fuegini

Ci sono persone che percepiamo vagamente come attori un pò anonimi ed un pò oscuri della storia, per il fatto che si sono trovate, in momenti cruciali, in prossimità di figure molto più grandi e molto più ingombranti di loro.

Fabrizio De Andrè, specializzato nel ramo "dare voce ai personaggi marginali", scrisse una delle sue canzoni più celebri immaginando la scena della crocifissione e facendo parlare uno dei due ladroni, il quale confuta uno per uno i dieci comandamenti per riconoscere infine come unico insegnamento valido quello del misterioso personaggio che condivide accanto a lui quel momento finale. Ve li presento, i due ladroni, se non li conoscete: dai Vangeli apocrifi, si sa che si chiamano Dimaco e Tito. Credo che i Vangeli ufficiali neanche li nominino.

La marginalità storica del viceammiraglio Robert FitzRoy ha un carattere persino beffardo, ed è circondata da risvolti tragici. FitzRoy (1805-1865) si sarebbe guadagnato una sua propria fettina di meritata notorietà, come primo promotore delle previsioni del tempo e dei bollettini meteorologici, memore dei tanti compagni di navigazione caduti nel mezzo di tempeste che avrebbero potuto evitare di incontrare; oppure come effimero governatore della Nuova Zelanda nel 1843, presto esautorato dal Governo di Sua Maestà Britannica per la sua ostinazione nel voler rispettare gli accordi stipulati con le popolazioni indigene, che lo aveva reso insopportabile ai coloni ansiosi di trarre profitto dallo sfruttamento intensivo delle risorse locali.
Ma per noi navigatori di poltrone in terraferma, Robert FitzRoy rimane "solo" il capitano del brigantino HMS Beagle, che egli condusse in giro intorno al mondo dal 1831 al 1836, ospitando a bordo il giovane naturalista Charles Robert Darwin.
Il Beagle aveva già navigato attorno alla Terra del Fuoco, per rilevamenti cartografici, negli anni precedenti, con il giovane FitzRoy come luogotenente. Quel viaggio fu segnato da due eventi rilevanti: il capitano Stokes, in preda alla depressione, si suicidò, e FitzRoy dovette assumere il comando della nave; poi, ci fu una schermaglia tra un gruppo di marinai accampati sulla costa e gli indigeni di un villaggio vicino. La scialuppa inglese fu inseguita dai nativi, ed alla fine dello scontro quattro fuegini finirono per essere trattenuti a bordo del Beagle e portati via. FitzRoy elaborò un estemporaneo progetto di educazione e civilizzazione dei "selvaggi" (due uomini, un ragazzo e una ragazza) e se li portò a Plymouth, dove sbarcarono nel 1830 con già appioppati addosso nuovi nomi inglesi paternalisticamente ridicoli: Fuegia Basket, Jemmy Button, York Minster e Boat Memory. Quest'ultimo morì di vaiolo di lì a poco.
I tre fuegini superstiti divennero l'attrazione circense dell'alta società britannica per l'anno successivo: sarebbero stati istruiti ed educati alla lingua ed alle usanze inglesi, ed indottrinati alla religione cristiana. Persino il re Guglielmo IV apprezzò quell'esperimento di "elevazione culturale e morale" dei tre "selvaggi" e li ricevette a corte.
Quindi, lo scopo fondamentale della storica partenza del Beagle nel 1831 era quello di riportare a casa i tre nuovi ambasciatori delle maniere e della cività britanniche, corredati di un apposito missionario che avrebbe salvato le anime di tutti i loro conterranei, convertendoli facilmente con il supporto di tali tre esempi di moralità e cultura superiori. Darwin fece parte, come esperto di geologia per il proseguimento degli studi geografici, di una serie di aggiunte accessorie a tale nobile progetto, che includeva il carico a bordo di una quantità incredibile di assurde cianfrusaglie raccolte, con le migliori intenzioni del mondo, dalle dame di carità di tutti i paraggi, entusiasmate dall'idea di sollevare le miserabili condizioni di vita di popolazioni tanto derelitte, comprendente abiti di tutti i tessuti e di tutte le fogge, accomunati solo dalla loro totale inadeguatezza alla destinazione, e preziosi servizi da tè in porcellana cinese, perchè i poveri cacciatori di foche potessero avere almeno il conforto, nei loro pomeriggi di mare e venti gelidi, di sorbire il tè delle cinque in tazzine di prim'ordine.
Fortunatamente, una tempesta nell'Atlantico mandò in frantumi le porcellane e sollevò il capitano FitzRoy dall'imbarazzo di dover consegnare un simile dono.
Se quel manicomio galleggiante non fosse stato allestito, non avremmo mai avuto notizie di Charles Darwin, che sarebbe rimasto un oscuro gentiluomo di campagna dal carattere testardo ed un pò fannullone, e che probabilmente avrebbe accolto come uno sgradevole attacco alla stabilità delle tradizioni religiose la teoria dell'evoluzione esposta attorno al 1860 da Alfred Russel Wallace.
Gli uomini del Beagle sbarcarono vicino casa di Jemmy Button a fine 1832, cominciarono a costrure capanne per la missione cristiana, piantarono ortaggi inglesi probabilmente già assegnati ad un triste destino dal clima, ma che in un luogo ove non era mai esistito neanche il concetto di agricoltura, venivano regolarmente calpestati come qualsiasi altra erba. Pur nel pieno dell'estate australe, anche il Supremo conferì scarsa ispirazione al proprio portavoce: il reverendo Matthews resistette due settimane, poi si fece riportare a bordo per essere accompagnato presso un fratello in Nuova Zelanda. Figurarsi come avrebbe passato l'inverno.
Dopo una perlustrazione di studio delle coste del Sudamerica, la spedizione tornò alla Terra del Fuoco dopo poco più di un anno, all'inizio del 1834. Jemmy raccontò che Fuegia e York gli avevano portato via gli abiti e gli attrezzi e se ne erano tonati in canoa alla loro regione di origine, poco distante. Parlava ancora un buon inglese, ma era ritornato a vivere secondo i costumi dei suoi compaesani, si era sposato e non aveva il minimo desiderio di rivedere l'Inghilterra. Nulla della cultura e delle usanze britanniche, pur così ovviamente ed intrinsecamente superiori a quelle locali, si era diffuso tra i fuegini, chissà come mai; neanche la tradizione del tè delle cinque sembrava aver preso piede un gran che.
Jemmy pregò FitzRoy di portare alcuni doni ad amici particolari: tra le altre cose, un arco con frecce ed una faretra per il suo insegnante di inglese a Walthamstow, e "una punta di lancia fatta appositamente per il signor Darwin", con cui aveva tanto piacevolmente conversato durante il viaggio.
La sua fede incrollabile permise al capitano di vedere come mezzo pieno il bicchiere vuoto: "Forse, in futuro, un naufrago uomo di mare potrà ricevere un aiuto e un'accoglienza gentile dai figli di Jemmy Button ispirati, come non mancheranno di essere, dalle tradizioni che avranno appreso da uomini venuti da terre lontane; e da un senso,per quanto vago, di devozione a Dio e ai loro simili."

A ciò fece seguito la visita alle Isole Galàpagos, il laboratorio naturale dell'evoluzione. L'ironia finale sul religiosissimo FitzRoy è che il suo compagno di viaggio Darwin era partito creazionista, e ritornò in Inghilterra nel 1836 ancora creazionista convinto (sebbene già sfiorato da qualche tiepido dubbio, rapidamente represso). Tanto è vero che aveva raccolto i suoi esemplari secondo un criterio logico crezionista: ogni diversa specie era stata creata appositamente per la sua isola, non aveva molta importanza quale. Fu solo nei mesi successivi, nel rimettere ordine nei suoi appunti e nella sua collezione di reperti, che nella mente di Darwin si fece strada un pò alla volta quella "idea della vita": e allora, se le differenze fra specie affini rappresentavano una storia non di creazioni in serie, bensì di discendenze da un comune antenato colonizzatore, diversificatesi sotto la guida dei diversi ambienti locali, l'isola di origine di ciascun esemplare acquisiva tutta un'altra importanza. Darwin scrisse a FitzRoy, che aveva a sua volta raccolto una sua collezione di reperti, per ricostruire i siti di origine delle diverse specie, ed ottenne l'aiuto del capitano, che era stato molto più meticoloso di lui nell'etichettare i propri esemplari con il preciso sito di prelevamento. Non solo con il viaggio in sè, ma anche dopo il rientro in porto, FitzRoy contribuì a chiarire le idee a Darwin. In seguito non potè perdonargli la smentita della lettera della Bibbia sull'origine dei viventi, e forse nemmeno il maggior successo del suo diario di viaggio (in italiano Viaggio di un naturalista intorno al mondo) rispetto a quello scritto e pubblicato da FitzRoy stesso.

Quando era ragazzo, suo zio si era suicidato tagliandosi la gola. Rimase sempre assillato dall'idea che quel gesto potesse essere il sintomo di qualche tendenza ereditaria; e quando si sentì più solo e frustrato, sconfitto dal tempo storico, nella sua ortodossia religiosa ferita dal suo antico compagno di navigazione; e dal tempo meteorologico che rifiutava di piegarsi a previsioni ancora troppo imprecise e fallaci, quell'ossessione materializzò lo schema più tipico delle profezie che si autoavverano.

Molti anni dopo, nel 1934, Nora Barlow, la nipote di Darwin che si curava di ordinare e raccogliere la mole di scritti privati del nonno, lettere, appunti, quaderni, taccuini, andò ad incontrare Laura FitzRoy, anziana ultima figlia del viceammiraglio. Il dialogo fu cordiale e commovente. La FitzRoy lo concluse con un riconoscimento al vecchio compagno di viaggio del padre, senza voler rinunciare all'idea di un disegno superiore che governi le vicende del mondo: "Darwin fu un grande uomo, Signora, fu un genio, venuto al mondo per uno scopo speciale. Ma ha oltrepassato il segno. Sì, è andato oltre il segno per il quale era destinato."

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