domenica 1 dicembre 2013

Brutto clima sul Mercato



Facciamo un pò di riassuntino di cosucce che sono successe nell'ultimo mesetto:

- Fine ottobre: viene presentato il 5° rapporto dell'IPCC (International Panel on Climate Change). In parole povere, afferma che: 1) il clima sta realmente cambiando, e sta cambiando con una velocità mai vista prima; 2) il riscaldamento del pianeta è dovuto essenzialmente ai gas a effetto serra, anidride carbonica in primo luogo; e 3) che le cause dell'aumento di gas serra sono evidentemente le attività umane. Levatevi dalla testa le pie illusioni sui cicli naturali e le variazioni nell'attività solare.

- Inizio novembre: vengono pubblicati i dati sulle emissioni di CO2 nel 2012: anzichè diminuire, raggiungono un nuovo record. Ma se si vuol proprio essere ottimisti, si può riconoscere che aumentano un pò meno velocemente: + 1,1 % nel 2012, contro una media annuale di + 2,7 % nell'ultimo decennio. Si comincia almeno a comportarci un pò meno peggio ?

- Metà novembre: persino un'organizzazione paludata e formale, titubante e anguillesca di fronte a qualsiasi assunzuione di responsabilità, quale è l'ONU, per bocca del suo Segretario Generale Ban Ki Moon, si sbilancia: «Abbiamo visto tutti cosa è appena successo alle Filippine. E' un avvertimento urgente della Terra, un esempio di cambiamento climatico che dimostra come siamo tutti coinvolti». Finalmente anche nelle massime organizzazioni politiche si comincia a prendere coscienza un pò più seriamente di dove conduce la nostra follia ?

- Fine novembre: la nostra follia ci conduce a Varsavia, alla conferenza internazionale che dovrebbe portare ad un nuovo accordo, vincolante, tra le nazioni che superi l'insufficiente e disatteso Protocollo di Kyoto.
Si comincia così: proiezioni sulle emissioni di CO2 nel 2013: + 2,1 %. Altro che inversione di tendenza ! Ci si riavvicina di nuovo alla media del decennio del 2,7 %; i consumi di energia fossile tornano ad aumentare allo stesso ritmo di prima, altro che riduzione. Qualche stron economista avrà esultato giubilante: "Si vede la luce in fondo al tunnel ! I consumi riprendono e la crisi è alle nostre spalle !" Felice come un bambino, di correre più veloce e più lieto verso il baratro.
Ma a Varsavia i governi del mondo devono trattare di riduzione delle emissioni di gas serra, e con delle premesse così preoccupanti, chissà che fregola di giungere a un dunque risolutivo, ferreo ed immediato.
Risultato: nulla. Si rimanda alla prossima occasione, si prende qualche vago impegno di fare meglio la prossima volta, nulla di concreto. Le Organizzazioni non Governative hanno addirittura gettato la spugna, e sono andate via prima ancora della conclusione della conferenza, vista l'inutilità del discutere con rappresentanti di governi che devono trattare avendo appollaiati sulla spalla ciascuno il proprio avvoltoio simil-confindustriale, che gracchia: "Rilanciare i consumi... più consumi, più ricchezza... far ripartire l'economia... più si consuma, più si produce, più si commercia..."
Totale degli impegni presi per la salvaguardia del pianeta: zero.
Quasi zero, salvo una piccola e quasi occulta apertura verso uno strano nuovo concetto: il Capitale Naturale: che sarà mai ? I proponenti avevano già cominciato ad insinuare i principio lo scorso anno a Rio de Janeiro, e sembra abbiano fatto breccia.
Si tratta dell'idea per salvare le risorse del pianeta di istituzioni finanziarie private di tutto il mondo (sottolineo: private, per dare un'idea della fiducia che ispirano; per l'Italia, ci sono Unicredit e Monte dei Paschi, e già ci siamo capiti): dare un valore monetario alle risorse a cui finora l'umanità ha attinto più o meno gratuitamente: la biodiversità, l'acqua, il suolo, l'aria... così il libero mercato troverà in se stesso i meccanismi di regolazione per attribuire ad esse il loro giusto valore.
E' un pò come attribuire un valore in denaro a cose come l'amicizia o il piacere, per poterle apprezzare meglio.
E poi, così valorizzate, il libero mercato eviterà la loro depauperazione, attraverso i suoi propri meccanismi di autoregolazione (la famosa "mano invisibile" di Adam smith, per cui, se ciascuno persegue il suo proprio interesse personale, automaticamente si fa l'interesse di tutti). Come se non fosse appunto il libero mercato a farci consumare una Terra e mezza mentre ne abbiamo solo una.
Non vi pare troppo facile pensare all'ipersfruttamento di qualsiasi risorsa naturale irripetibile con il pretesto della sua compensazione con qualche "ricostituzione di ecosistemi" in qualche altro luogo di minore interesse ?
E chi farà gli estimi di valore monetario ? Le banche che investono sulle stesse risorese che devono valutare ? Ebbene, pare che i governi del mondo approvino.

C'è il lupo cattivo che si offre di costruire personalmente e con le sue stesse mani una casetta sicura per i tre porcellini: perchè mai dovremmo non fidarci ?

Nessun commento:

Posta un commento