lunedì 3 febbraio 2014

Sapienze


"L'uomo sapiente non piscia controvento".
Questa antica ed elementare formula di saggezza scolpita nella pietra, credo ad Amsterdam (la foto non è mia, anzi ringrazio l'amica Alessandra per il "prestito"), metaforicamente estendibile dal particolare della specifica funzione espletata da bipedi maschi alla generalità di ogni attività umana, può applicarsi come esempio per mostrare quanto la crisi economica nella quale il mondo si avvita ormai da più di un lustro, sia in fondo riducibile all'umidiccio, maleodorante e sgradevole risultato di un fondamentale deficit di sapienza di economisti liberisti e loro ossequiosi sodali e seguaci.

Una impresa, con casa madre in Svezia, che produce elettrodomestici, intende chiudere qualche stabilimento in Italia perchè i dipendenti costano troppo, e spostare la produzione in Polonia. Come soluzione alternativa, l'azienda propone che i suoi dipendenti italiani si adattino ad essere retribuiti con stipendi polacchi. In tal modo, lo stabilimento italiano potrà essere considerato competitivo con quello, alternativo, dell'est Europa.
Oh, quale miopia strategica ! Perchè mirare solo ad un immediato così effimero ? Allarghiamo lo sguardo verso il futuro. Pensiamo in grande e programmiamo strategie di più ampio respiro.
Presto anche gli operai polacchi costeranno troppo; perchè non guardare oltre, e rendersi già competitivi in vista di alternative prossime, adeguandosi fin da subito ai salari del Vietnam o della Cambogia ?
Proattività, ci vuole: anticipare le mosse è il primo canone della competitività.
Tanto, alla fine, il paradigma della competitività delle imprese è lì che va a parare.
I dipendenti devono capire che per rendere competitiva l'impresa per cui lavorano devono essere competitivi sul piano del proprio stesso costo con la concorrenza internazionale. In verità, la stessa logica prevederebbe che gli imprenditori italiani o europei adeguassero i propri profitti a quelli dei piccoli padroncini pakistani o bengalesi, sempre per rendere competitive le proprie imprese; ma questo sembra un argomento che non attecchisce un gran che nelle Grandi Strategie Industriali. Chissà come mai.

Ma fa niente, diamolo per già fatto. Immaginiamoci che questa stimolante e costruttiva spinta alla competitività abbia prodotto tutti i suoi frutti migliori. Un mondo in cui tutti i lavoratori siano stipendiati con le stesse paghe in uso nel Bangladesh, diciamo sei dollari al giorno per stare larghi e lasciarci anche qualche benefit. Tutti belli competitivi, dal Giappone al Canada: tutti a lavorare per sei dollari al giorno (diciamo, sempre per stare larghi, 150 Euro al mese). Il Paradiso degli imprenditori.

Ora, in un siffatto Eden, quante lavatrici penserebbe di poter vendere, il signor Electrolux (come si chiamerà ? Gian Maria Electrolux ? Forse. Non sono sicuro.) ? E/o a quale prezzo e con quale profitto ? Quale sapienza occorre per capire che le meravigliose merci che ogni impresa del mondo produce sono destinate a fare la muffa nei magazzini se non incontrano un potere d'acquisto in grado di pagarle ? E nell'infernale Arcadia che abbiamo appena ipotizzato, sei dollari al giorno per tutti, liberato da ogni ombra mefistofelica di FIOM o incubi similari, quante automobili, puzzolenti SUV o precarie Panda, penserebbe di vendere il signor Marchionne ?

Quale salto logico occorrerebbe per bilanciare la libera circolazione delle merci, che tutti osannano entusiasti, con la libera diffusione dei diritti e delle tutele, che tutti combattono come novelli crociati quale indicibile eresia ? Nessuno. Sarebbe del tutto normale, se il libero mercato non fosse la più oscurantista delle religioni.

I suoi sacerdoti sono Grandi Manager molto costosi e scarsamente sapienti. E poi si meravigliano di avere le scarpe bagnate.

(Finito di scrivere con sottofondo di Sinfonia N. 4 di Gustav Mahler)

3 commenti:

  1. Le corporations hanno anche l'insana caratteristica di scaricare verso la collettività qualsiasi cosa diversa dal profitto. Per questo, fra le altre attività che le caratterizzano, inquinano e lasciano a qualcun altro il compito di riempire le tasche ai consumatori.
    Pisciano controvento in numerose forme e molte direzioni, e con la loro pipì ci bagnamo tutti.

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  2. Ah, dimenticavo...
    Sono sicuro che questa ...strategia la la troverai interessante ;-)

    C.V.D. Si lascia sempre agli altri il compito di produrre ricchezza collettiva e di rimettere le cose al loro posto, le corporations ricavano profitti e basta.

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  3. Avevo sempre immaginato che il signor Gian Maria Nestlè dovesse essere un simpatico, tenero idealista.

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