lunedì 3 marzo 2014

Il mistero del sondaggio

Poche cose esercitano un fascino più irresistibile dei piccoli dettagli difficili da individuare.
Il telegiornale di LA7, ove Enrico Mentana si fa apprezzare più per la velocità di lettura dei titoli di apertura che per la completezza dell'informazione, ogni lunedi sera propone un sondaggio sulle intenzioni di voto degli elettori. Come accade per molte delle cose umane, la pagina più interessante del sondaggio è l'ultima, che fornisce qualche informazione su come il sondaggio è stato eseguito, e che viene mostrata soltanto per un istante o anche meno, diciamo un 3/4 di istante, in modo che nessuno riesca a leggerla interamente.
Lì si dice che il campione, rappresentativo del corpo elettorale per fasce di età, aree geografiche, eccetera eccetera, è di 1000 individui intervistati telefonicamente (questo vuol dire che, considerando la gran massa di indecisi, annuncianti astensione dal voto e schedabianchisti, ogni singolo intervistato che risponda di votare per un partito, contribuisce per ben più di uno 0,1 % al risultato della compagine preferita).
La pagina effimera e sfuggente diceva anche che per ottenere 1000 risposte al sondaggio occorreva fare, a volte più, a volte meno, circa 5000 telefonate, poichè solo il 20 % degli interpellati accettava di rispondere e circa l'80 % rifiutava. Così almeno era per tutto il 2013, vi assicuro che sono stato attentissimo.
E' ragionevole: c'è chi ha qualche ritrosìa a raccontare al primo sconosciuto che telefona della sua passione sfrenata per l'oratoria di Capezzone, chi ci ha il sugo sul fuoco, chi deve portare il bambino al provino dello Zecchino d'Oro ed è già in ritardo, e così via: un sacco di gente non vuole rispondere. Comprensibile.
Ma da un paio di settimane ho colto un radicale cambiamento, e non so dire da quando la rivoluzione abbia avuto inizio, forse dalla ripresa post-natalizia: di colpo, le telefonate eseguite sono diventate appena 2000, e il campione considerato è ora di oltre 1500 persone, con un tasso di risposta schizzato su al 77 %, mentre la percentuale di rifiuti è precipitata appena al 23 %.
Possibile che tra i buoni propositi degli italiani per il nuovo anno ci fosse quello di rispondere assiduamente ai sondaggi e che nessuno se ne sia accorto ?
Quali intervistatrici / intervistatori dalle voci irresistibilmente suadenti avrà assunto l'agenzia guidata dal giovine abbronzatissimo e gessatissimo sondaggista ? Perchè non si forniscono interpretazioni statistiche di un simile balzo da una percentuale fissa e pressochè immutabile da tempo immemorabile, ad un'altra del tutto diversa ed altrettanto fissa e stabile ?
E' una variazione che supera di gran lunga qualsiasi tracollo o successo momentaneo nel consenso del più ondivago dei partiti: come bisogna spiegarla ?
C'è qualcosa che puzza.

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