mercoledì 23 settembre 2015

Il truccamotori

https://www.youtube.com/watch?v=G9ElioW0AOA


Come tutti gli anni, sono sempre istruttivi i premi IgNobel, assegnati pochi giorni fa; varrebbe la pena di sviscerare a fondo la logica di ciascuno degli studi premiati, ma per oggi mi soffermerei su quello per l'Economia Gestionale.

Il lavoro (qui se avete voglia di leggerlo, ingegnoso ma piuttosto congetturale) mette in relazione le politiche aziendali messe in atto da oltre 1700 CEOs (Chief Executive Officers, gli Amministratori Delegati) di 1500 importanti aziende degli Stati Uniti, con le probabilità, stimate in base ad anno e luogo di nascita, che siano stati esposti, nell'età cruciale di formazione della personalità (5-15 anni), a gravi disastri ambientali: terremoti, eruzioni, tsunami, uragani, tornado, tempeste importanti, inondazioni, frane, incendi.
La conclusione che si ricava dallo studio è che la relazione non è monotona, ma presenta una tendenza doppia: i CEO che in giovane età hanno vissuto disastri pesantemente coinvolgenti, tendono ad assumere condotte prudenti e conservative (più prudenti di quelli che non sono stati esposti ad eventi ambientali pericolosi); al contrario, i dirigenti d'azienda che sono stati testimoni di disastri ambientali senza conseguenze rilevanti su di sè, risultano più tolleranti all'assunzione di rischi e sono più propensi alle scelte azzardate: tendono ad accantonare meno riserve, ad avere maggiori esposizioni verso i creditori, a fare acquisizioni, contraendo debiti per pagarle, e in generale hanno maggiori probabilità di bancarotta.
E fin qui si parla di scelte economiche spericolate, ma non di violazioni di legge.

Chissà quali esperienze giovanili avranno forgiato la personalità di Martin Winterkorn, CEO di Volkswagen, che ha fatto in tempo a non vedere la guerra (classe 1947), nel Baden-Wurttenberg degli anni '50. Avrà metodicamente eluso il controllore per non pagare il biglietto dell'autobus ? Avrà individuato una porta di servizio per entrare al cinema evitando la cassa ? Avrà congegnato un elaborato sistema di distrazione per sottrarre sigarette al tabaccaio ?

L'uso del software che riconosce l'esecuzione di una misurazione delle emissioni, e modifica i parametri di funzionamento del motore per ridurle entro i limiti di legge, mentre in condizioni di utilizzo normali possono essere anche 40 volte superiori, non è soltanto una frode raffinata nella sua slealtà, è anche qualcosa di peggio se contestualizzata nel momento storico attuale.
Da un secolo a questa parte il mondo si è infatuato dell'automobile: libertà, potenza, velocità, e tutta l'iconografia neo-mitologica che tanto esaltava poeti futuristi ed esteti della belle époque. Passata la belle époque e morto D'Annunzio, ci ritroviamo con città costruite attorno all'automobile, tanto il suo uso è scontato; sempre più spazio sacrificato a strade e parcheggi, tanto il suo uso è invadente; e adesso che prendiamo coscienza dell'invadenza, diventa complicato ritornare indietro; adesso non riusciamo più a rifiutarlo, quel mito del secolo scorso: non riusciamo a farne a meno. E adesso che ci rendiamo conto che sprigionare, quando va molto ma molto bene, 150 g di CO2 per km percorso per trasportare una persona o poco più, è un'insostenibile rovina per il pianeta su cui abitiamo, sappiamo che il feticcio antico ed esaltante ci sta divorando.
Ma questo obsoleto ed insostenibile sistema di mobilità individuale è anche uno dei maggiori circoli viziosi attraverso cui si alimenta l'illusione della crescita economica continua ed illimitata: grandi gruppi industriali producono profitti, armi, automobili e codizionatori d'aria pagando il meno possibile un gran numero di lavoratori sperando che essi acquistino armi, automobili e condizionatori.
E poichè l'illusione della crescita economica prevale sull'uso razionale delle risorse, anzichè ripensare drasticamente le strutture urbane per ridurre al minimo l'uso individuale dei motori, e progettare sistemi di mobilità meno dissipativi, abbiamo escogitato stratagemmi e mezzucci per mantenere in auge l'insostenibile automobile.
Ed eccoci ai fittizi standard ecologici: ogni qualche anno, si fa finta di fissare parametri più restrittivi sui gas di scarico prodotti, con differenze irrilevanti che permettono ai nuovi veicoli di fregiarsi di una categoria superiore di eroismo disinquinatorio. Con l'ovvia funzione di togliere dalla circolazione i modelli più vecchi per incentivare produzione e vendita dei nuovi, con ben miseri benefici per l'aria di noi tutti e per il clima, ma a quasi esclusivo vantaggio dei fabbricanti e dei loro profitti.

E dopo avere piegato il futuro del nostro pianeta alla tua sete di denaro, caro Amministratore Delegato di industria automobilistica, dobbiamo anche sentirci raccontare che non riesci a rispettare manco quegli standard di tutto comodo senza truccare i controlli ?
Che la merce che vendi rilascia ossidi di azoto e particolato in quantità 40 volte superiori ai limiti che fingi di osservare ?
In Germania ci sono oggi 5 milioni di asmatici. Quanto contribuisce a tale cifra il particolato degli scarichi dei vostri motori diesel ?
E quanti altri software truffaldini ci sono in giro ? Quante altre aziende li usano ? Quanti altri Winterkorn governano le aziende ? Quanti CEO avranno ricevuto dalla loro formazione giovanile l'impulso ad infischiarsene del danno alla collettività, se se ne ricava profitto ? Quando parlano della concorrenza come della Santa Provvidenza che rende il capitalismo un Paradiso di pulizia e rettitudine, dove nascondono le mani ?

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