sabato 17 ottobre 2009

Il Complotto


Penso che sia il momento di tornare a trattare temi non legati alla stretta attualità; ad esempio: perchè le persone ritengono di individuare trame, complotti, volontà nascoste nelle circostanze della vita ?
Perchè, quando una serie di eventi non si presenta sotto una veste a noi favorevole, siamo pronti a pensare a trame consapevolmente ordite da Satana, dagli extraterrestri che preparano l'invasione della Terra, dalla magistratura comunista, dalla stampa comunista in combutta con tutto il resto della stampa mondiale, dal KGB, dalla suocera ?
E allo stesso modo, siamo pronti a pensare che, in circostanze fortunate, siano intervenute volontariamente entità benefiche che consapevolmente ci hanno tirato fuori dai guai (Babbo Natale, Allah, Silvio Berlusconi, Gesù Bambino, Guido Bertolaso, l'Angelo Custode, Silvio Berlusconi, il centravanti che nel tempo di recupero si sveglia da novanta minuti di letargo e finalmente la butta dentro, Padre Pio, Silvio Berlusconi, la Madonna di Lourdes) ?
Perchè crediamo di vedere figure nella forma delle nuvole o nella disposizione delle stelle, e perchè mai ci sono persone che si rovinano inseguendo il miraggio di impossibili schemi di prevedibilità nelle estrazioni del Lotto o nei numeri della roulette ?
C'è qualcosa di malato nella nostra capacità di immaginare le cause degli eventi ?
Michael Shermer (1) suggerisce una spiegazione che mi sembra dotata dei crismi della plausibilità (che sia plausibile non significa che sia esatta): egli individua un'attitudine che chiama "patternicity", che non saprei tradurre in italiano con una parola, e che definisce come la tendenza a trovare schemi dotati di significato in segnali confusi, la quale potrebbe essersi sviluppata per selezione naturale. Immaginiamo di essere un qualsiasi animaletto del bosco. Sentendo frusciare le fronde, potremmo commettere due tipi di errore nell'interpretazione di questo segnale: pensare che sia un pericoloso predatore che si sta avvicinando per mangiarci, e fuggire, mentre in realtà è solo il vento: questo si chiama "errore di tipo 1" o falso positivo; oppure pensare che sia solo il vento, mentre in realtà c'è un pericoloso predatore che si sta avvicinando; poichè la nomenclatura tecnica raramente stupisce per voli di fantasia, avrete già subodorato che si tratta in questo caso di un falso negativo o "errore di tipo 2".
Nello stato di natura che abbiamo ipotizzato, è evidente che un errore di tipo 2 costa molto più caro di un errore di tipo 1, quindi è plausibile che abbiano avuto più probabilità di sopravvivere e propagarsi animali dotati di meccanismi mentali che tendono a cogliere segni di cause attive nel "rumore di fondo" indistinto.
Ovviamente ci sono schemi causali pienamente reali: il riconoscere ciclicità nelle stagioni, nella fruttificazione delle piante, nelle migrazioni della selvaggina, ha certamente contribuito grandemente alla sopravvivenza delle prime specie di ominidi. Il fatto è che non abbiamo nessun sistema altrettanto immediato per riconoscere le interpretazioni causali corrette da quelle sbagliate: possiamo eseguire questa distinzione solo per via razionale.
E questo meccanismo psicologico di attribuzione di ogni effetto ad una causa attiva (spesso invisibile), probabilmente originato dalla maggior convenienza pratica di comportamenti prudenti, porta infine ad effetti curiosi una volta inserito nel cervello iper-concettualizzante dell'uomo.
Le relazioni umane fondate sul riconoscimento di volontà, desideri ed intenzioni nei nostri simili, ci portano a traslare simili concetti di intenzionalità anche nelle cause invisibili che riconosciamo o crediamo di riconoscere nei fatti della nostra esitenza.
Secondo Shermer, questo sarebbe il meccanismo fondamentale all'origine di misticismi, religioni, e visioni del mondo basate su entità occulte che tramano e progettano attivamente.
Come si diceva all'inizio, tutto questo discorso non ha relazioni con l'attualità di questi giorni: non dovete pensate al triste caso umano di quel pover'uomo con il complesso della statura e delle enormi orecchie che, dopo avere investito i suoi sudati risparmi per farsi impiantare sul cranio la peluria rossiccia delle ascelle di un orang-utan, disposta in filari ordinati come un vigneto, si trova minacciato da oscuri complotti di magistrati che si radunano periodicamente in sabba durante i quali concordano i futuri dispetti. Qui si parlava di percezioni elaborate, erroneamente o no, in buona fede.
Il bambino che combina una marachella dietro l'altra e si prende una sgridata dietro l'altra, quando si lamenta perchè tutti ce l'hanno con lui, lo sa benissimo di avere tante marachelle sulla coscienza.

(1) Michael Shermer: Why People Believe Invisible Agents Control the World. Scientific American Magazine - May 19, 2009.

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