domenica 14 aprile 2024

Aggiornamento al post del 19 febbraio

 Non è un Paese per alberi.


In febbraio avevo segnalato all'Ufficio Ambiente del Comune tra alberi di un viale del centro cittadino il cui tronco è costretto da cordicelle di nailon che ormai cominciano a comprimere l'accrescimento secondario in diametro. La gentile signora dell'Ufficio mi ha molto ringraziato e manifestato preoccupazione.

La settimana  appena passata l'azienda incaricata della manutenzione ha eseguito le potature (in aprile ! In piena epoca di nidificazione...), e le cordicelle sono ancora lì.

Mi toccherà fare un giro in centro con forbici e scaletta.

venerdì 12 aprile 2024

C'è un giudice a Strasburgo


 Un paio di giorni fa, la Corte Europea dei diritti dell'uomo ha discusso tre cause intentate da cittadini contro i rispettivi Paesi per l'inazione nel contrasto al cambiamento climatico. Due sono state bocciate, non per questioni di merito, ma per difetti formali o procedurali. Un gruppo di giovani portoghesi aveva fatto ricorso alla Corte mentre aveva ancora possibili strade da percorrere attraverso gli organi di giustizia del proprio Paese, e questo ha "salvato" il Portogallo (e altri 31 Paesi europei tra cui l'Italia)  poiché la Corte per i diritti dell'uomo è il tribunale di ultima istanza a cui rivolgersi quando si sono esaurite tutte le possibilità di far valere i propri diritti presso i tribunali nazionali; l' ex sindaco di Grande-Synthe, oggi europarlamentare, aveva intentato causa contro la Francia per il rischio di inondazione di tale città costiera per l'innalzamento del livello del mare, ma la Corte non gli ha riconosciuto alcun titolo come vittima in questa fattispecie perché non risiede più lì e non vi possiede alcun immobile.

E invece le KlimaSeniorinnen, le "anziane per il clima" hanno vinto e la Svizzera è stata condannata. Non è una "prima volta" assoluta: ci sono stati diversi Stati, tra cui la Francia, che sono stati sanzionati dai rispettivi tribunali nazionali per il mancato rispetto degli obblighi assunti nelle varie convenzioni internazionali per la riduzione delle emissioni di gas climalteranti; ma è la prima volta che uno Stato viene sanzionato dalla Corte Europea per i diritti dell'uomo, e questo è un precedente di cruciale importanza per tutti i 46 Paesi del Consiglio d'Europa. Che la propria nazione non faccia tutto quanto è possibile per ridurre il riscaldamento climatico è riconosciuto come una violazione dei diritti umani.

E ora, darsi da fare che è già troppo tardi.

domenica 7 aprile 2024

(Sequel): L'oscuro nemico del fascinoso prestigio del Made in Italy

 


L'oscuro nemico del fascinoso prestigio del Made in Italy è la contraffazione.

Adesso inventiamoci una storiella, di pura immaginazione.

Facciamo finta che la società del gruppo Armani che commissiona la produzione di borse e accessori a una ditta terza, a sua volta priva di capacità produttiva, sia in perfetta buona fede e non sappia davvero nulla delle condizioni in cui si svolge in realtà la produzione (questo è l'aspetto più fantasioso dello scenario che stiamo inventando). Sarà comunque a conoscenza del costo a quale il prodotto le viene fornito (almeno quello, si spera che lo sappia). Se la simpatica borsettina griffata viene venduta in negozio a 1000 Euro e fischia, e l'operaio cinese viene pagato 3 Euro all'ora per costruirla, diciamo che, pur con tutti i margini per ogni passaggio, nel conto economico il costo di produzione sarà una voce sostanzialmente trascurabile, quindi quando si assegna la commissione per la produzione si può anche largheggiare un po' con le quantità.

Inventiamo: "Guarda, fammi avere intanto 500 pezzi di questo modello di borsa, poi magari se le cose vanno bene te ne ordino ancora altrettante." E l'azienda incaricata mette in modo l'altra azienda abusiva con i cinesini in nero: "Mettimi in produzione 1000 borse fatte così, anzi per sicurezza fanne pure 1200."

Poi Armani ritira le sue 500 borse da mandare ai suoi rutilanti negozi, e ai cinesini che le hanno fabbricate ne rimangono lì 700. Che fai, le butti via ? Smaltire i rifiuti costa, specialmente se lavori in nero e non risulta da nessuna parte che tu possa produrre rifiuti da smaltire.

Le venderanno sulle bancarelle a qualche decina di Euro l'una (il loro corretto valore merceologico), proprio tali e quali a quelle originali (SONO le originali). Che contraffazione è, se il prodotto è esattamente lo stesso ? E chi è che sta truffando i suoi clienti, chi vende il prodotto per strada al suo reale valore di 25 Euro, o chi ci appiccica sopra una targhetta "Euro 1099,99" in un luminoso negozio del centro della città ? 

sabato 6 aprile 2024

Il fascinoso prestigio del Made in Italy

 


Mentre altrove nel mondo ci si dedica a produrre oggetti di una qualche utilità, che so, pannelli fotovoltaici per esempio, qui in Italia eleggiamo a nostra produzione di eccellenza il superfluo, più inutile è meglio è. E il problema supremo è che ce ne vantiamo pure.

La narrazione favolistica di genialità magica del grande creativo che disegna il vestitino a cui nessuno al mondo aveva mai pensato prima (e per forza, chi mai perderebbe il suo tempo a pensare a stupidaggini del genere ?), e poi consegna il disegno a uno studio avveniristico in cui vengono scelti tessuti soffici e leggiadri come quelli del vestito nuovo dell'Imperatore, i quali poi vengono tagliati da forbici in oro massiccio maneggiate da artigiani sapienti, e poi cuciti con capelli di vergine passati in aghi d'argento da cucitrici di professionalità comparabile a quella di cardiochirurghi, si scontra con una domanda che dovrebbe essere ovvia: ma dove sono gli stabilimenti di produzione ove questo ammirevole personale esercita le sue arti ?

Non saranno dei banali capannoni industriali... Forse un castello ?

Ecco, il fatto è che gli stabilimenti di produzione nessuno li ha mai visti forse perché non ci sono. Anni fa abbiamo saputo che qualcuna di quelle prestigiose produzioni tessili avvenivano (e ci sono pochi motivi per dubitare che avvengano tuttora) in edifici fatiscenti del Bangladesh, con operai miseramente pagati chiusi dentro e impossibilitati a scappare in caso di crollo o di incidente. Oggi sappiamo che il più prestigioso marchio della moda italiana commissiona le sue produzioni di borse e cinture, che vengono vendute con cartellino del prezzo a quattro cifre, a qualche ditta esterna senza preoccuparsi minimamente se quest'ultima abbia o no uno stabilimento di produzione.

E così lo scarico del commissionamento della produzione finisce giù giù fino a stabilimenti altrettanto fatiscenti con lavoratori cinesi in nero al confine della schiavitù, con paghe da 2 - 3 Euro all'ora e turni di lavoro da 10 ore al giorno, per non parlare di sicurezza o, men che meno, di ferie o riposi.

Però in Italia, non in Bangladesh; così adesso sì che stiamo più tranquilli.

Quant'è bello il vestito nuovo dell'Imperatore della moda, con quel tessuto così leggero che quasi quasi neanche si vede. Ci vuole solo lo sguardo innocente di un bambino per additarlo e gridare davanti a tutti: "Il Caporale è nudo !"

mercoledì 13 marzo 2024

Se

 Se spieghiamo a Salvini che le navi che arrivano nel Mediterraneo attraverso il Mar Rosso e il Canale di Suez trasportano anche farina di grilli, secondo me le Lega stipula prontamente un'alleanza con i ribelli Houti.


giovedì 7 marzo 2024

I panni sporchi si lavano in autobus


 Sapevo che i grandi pullman sui quali si spostano le squadre professionali di ciclismo sono attrezzati con ogni tipo di utilità, ma la mia modesta immaginazione non mi aveva permesso di concepire anche la presenza della lavatrice. Un'ora dopo la fine della tappa, un addetto avvia il ciclo delicati stirofacile.

Nella foto il bucato della Cofidis.

martedì 5 marzo 2024

Occhio che arriva

 Vedi ad andare in giro a fare il cretino...

Si dà il caso che in Germania, dove i conti con il passato li hanno fatti, a differenza che da noi, fare il saluto romano è illegale.
Stendiamo un velo pietoso sulla distrazione del barista che gestisce proprio quella birreria lì e, per puro caso, è voltato da un'altra parte e non si accorge di queste esibizioni.
Piuttosto, adesso quanto scommettiamo che Tajani e Nordio scoprono improvvisamente che, dandosi un po' da fare, l'imputato si può fare rientrare in Italia, processo o non processo, e l'ardito giovinotto ce lo ritroviamo tra i piedi ancora, mentre invece chi sta in ceppi in Ungheria rimane lì ?


martedì 27 febbraio 2024

Quaresimale

 



I due graziosi oggettini raffigurati qui sopra sono coriandoli. Rappresentano la pezzatura più grossa nell'ampia varietà dimensionale di quelli utilizzati per il Gran Carnevale cittadino, una venerabile tradizione istituita di punto in bianco un paio d'anni fa dall'Amministrazione Comunale attualmente in carica, e della quale evidentemente si era molto sentita la mancanza nei secoli precedenti, senza che io mi accorgessi minimamente di tale lacuna.
Si tratta di una grande festa di carnevale particolarmente originale, in quanto include maschere per grandi e piccini, sfilata di carri vagamente allegorici e balli a vanvera. Mi pare che nessuno mai ci avesse pensato prima in nessun'altra parte del mondo. E c'è qualche D.J., che provvede a tenere desti i partecipanti tenendo il volume alto, molto alto. Quasi insopportabilmente alto persino per me che abito a qualche centinaio di metri dalle vie attraversate dal gaio evento. Pare che se il rumore non  raggiunge un livello sufficientemente intollerabile, i partecipanti alla festa non riescano a divertirsi. Faccio fatica a capire, ma le cose che non capisco sono tante, e non mi meraviglio più.
E poi volano coriandoli, tantissimi coriandoli di varia forma, colore e dimensioni. Quelli rettangolari che vedete qui sopra sono i più grandi, e sono due della mezza dozzina che finora ho trovato nel mio giardino. Ora, che il Sindaco sparga per aria spazzatura che poi il vento mi porta, per centinaia di metri, fino in giardino può essere fastidioso, ma posso anche passarci sopra (mi danno molto più fastidio i decibel del D.J. che seguono lo stesso tragitto, se per questo); o almeno, potrei passarci sopra se i coriandoli fossero di normale carta biodegradabile. Ma, al tatto, mi pare che questi coriandoli rettangolari non siano di sola carta; paiono più o meno plastificati, e questo mi manda un po' più in bestia: ricevere in regalo zozzeria non biodegradabile che finisce per terra mi innervosisce parecchio.
Chissà se il Comitato Organizzatore del Gran Carnevale si è posto il problema del materiale da utilizzare per la coriandoleria e del suo destino ambientale; ad essere un pochino seri avrebbe dovuto farlo, ma se devo tirare a indovinare scommetterei di no.
Infine c'è una stranezza cromatica: io continuo a trovare in giardino soltanto coriandoli verdi. E perché mai ? Non riesco a trovare nessun motivo ragionevole perché il vento porti solo i coriandoli verdi a casa mia, riservando magari gli altri colori ai miei vicini. Di seguito un piccolo campionario della diversità altrimenti disponibile, immortalata tra quella che ancora oggi insozza le vie cittadine a due settimane di distanza dalla rumorosa esibizione di stupidità collettiva.





E dunque per quale motivo io nel mio giardino trovo soltanto coriandoli verdi ?
L'ipotesi che mi sembra più plausibile (ma che non saprei come verificare sperimentalmente) è che quelli di colore contrastante con l'erba vengano mangiati dai frequentatori abituali delle mie pertinenze: merli, tortore, storni, ecc., il che amplificherebbe ulteriormente il danno ambientale.

AGGIORNAMENTO del 28 febbraio: dopo una fruttuosa consulenza con il massimo esperto in materia, l'edicolante, sembra che si tratti di carta comune senza componenti plastiche. Meno male.

lunedì 19 febbraio 2024

Non è un paese per alberi - 2

 Amministratori comunali che tuttora vivono in epoche remote si vantano (peraltro falsamente) di curarsi degli alberi in città "perché fanno ombra d'estate". Gli alberi che crescono nelle aree urbane fanno molto di più della semplice ombra. Intanto la clorofilla, mentre assorbe la radiazione elettromagnetica più o meno lungo tutto lo spettro della luce visibile, riflette invece la radiazione infrarossa, termica (cosa che una tettoia o un telo di plastica non fanno); poiché ciò avviene in massima parte sulla pagina superiore delle foglie, c'è un effetto di dispersione attiva del calore verso l'alto. Se all'ombra di un albero avete una sensazione di frescura più gradevole che all'ombra di una tettoia, non si tratta solo di una vostra impressione, è un fatto reale. Inoltre, un albero disperde decine di litri d'acqua per evaporazione attraverso le foglie, quindi rinfresca ulteriormente l'aria circostante grazie al calore latente di evaporazione (in soldoni, l'evaporazione richiede calore, che viene sottratto all'ambiente circostante: se fate bollire l'acqua sul fuoco, nonostante continuiate a scaldarla, non supera i 100°C, perché l'energia che continuate a fornire serve solo a farla evaporare).

L'energia luminosa assorbita dalla clorofilla viene usata per il compito, molto dispendioso, di strappare atomi di idrogeno all'acqua (è il processo che libera, come effetto collaterale, ossigeno); questi, a loro volta, serviranno a ridurre l'anidride carbonica (O=C=O) a unità di carboidrati [(H-C-O-H)n] con i quali le piante costruiscono se stesse e danno da mangiare a (quasi) tutto il resto dei viventi. Quando guardate un albero e pensate "ma quanto è grande..." tenete presente che (quasi) tutta quella roba lì è anidride carbonica sottratta all'atmosfera. Ma una volta che la luce ha fornito un tale "potere riducente", questo può essere usato mica soltanto per ridurre l'anidride carbonica; se si trova a passare di lì una molecola di un qualche tipo di ossido di azoto (una categoria di inquinanti atmosferici tra i più pericolosi, presenti nei gas di scarico di motori e impianti di riscaldamento) viene agevolmente ridotto pure quello, e trasformato in qualcos'altro di meno dannoso.

Quindi la presenza di alberi in città, lì dove le aree pavimentate e cementificate generano le terribili "isole di calore" estive, e dove gli inquinanti atmosferici vengono prodotti, ha una quantità di benemerenze che vengono scarsamente riconosciute, ed è sempre più di vitale importanza. Stefano Mancuso (che pure a volte esagera un po' in enfasi) ci dice spesso che nelle aree urbane la quota ottimale di aree alberate dovrebbe coprire almeno il 30% della superficie. Nelle grandi città italiane siamo ben al di sotto del 10%, e la qualità dell'aria parla chiaro sull'inadeguatezza di tale valore. In provincia forse ce la passiamo un po' meglio, ma in ogni caso i nostri alberi cittadini dovrebbero essere curati con tutte le attenzioni come alleati preziosi.


Ma, almeno in passato, chissà se c'era pessimismo sulla possibilità di sviluppo, chissà se tirchieria nel dimensionamento delle aiuole, oppure inconsapevolezza dell'oscuro fenomeno della crescita in diametro, ma il risultato è che molti dei nostri preziosi amici si trovano ormai in condizioni di grave sofferenza.


E come se non bastassero questi orrori originari prodotti decenni fa in fase di progettazione, si aggiungono anche malefatte moderne:


Cordicelle di nailon legate al tronco anni fa e mai rimosse, per chissà quale motivo, forse per appendere decorazioni festaiole in onore di una qualsiasi Madonna del Vattelappesca tra le innumerevoli che infestano il calendario. Le corde cominciano ormai a comprimere la corteccia; appena sotto la corteccia c'è lo strato di cellule del cambio, che ogni primavera si riproducono per formare un nuovo strato di cambio verso l'esterno e un anello di nuovi vasi che condurranno l'acqua dalle radici alle nuove foglie all'interno, facendo crescere il diametro del tronco. Quando l'ostacolo interromperà la continuità della riproduzione del cambio, l'albero morirà, e l'apposito assessore ci racconterà la solita favoletta che a lui dispiace moltissimo abbattere gli alberi, ma non se ne può proprio fare a meno.


 Posso intervenire personalmente ad andare a tagliare le cordicelle, salvo il fastidio di dovermi portare in giro per il viale una scaletta. Come primo provvedimento, un paio di settimane fa sono andato a mostrare le foto all'Ufficio Ambiente del Comune, dove la responsabile mi ha molto ringraziato per la segnalazione. Ma se entro marzo le cordicelle non saranno sparite, mi toccherà armarmi di forbici e scaletta.

mercoledì 14 febbraio 2024

Seguaci


 Ricordo sempre con particolare piacere uno spettacolo di Beppe Grillo a cui ho assistito anni fa, non molto tempo prima che venisse fondato il suo movimento politico.

Il vulcanico intrattenitore mostrò sul palcoscenico un voluminoso pacchetto di carte di varie dimensioni, spiegando che si trattava della massa di pubblicità che aveva prelevato dalla sua cassetta delle lettere negli ultimi tempi: "Ma ve l'ho chiesto io di ricevere tutta questa pubblicità ? Ve l'ho mai chiesto ? E quanti alberi abbiamo abbattuto per produrre tutta questa massa di carta che non serve a niente ?" Infine, richiamandosi alla sua genovesità: "Io pago la tassa sui rifiuti, no ? La tassa sui rifiuti la pago io con i soldi miei. Ma se i rifiuti che butto via sono tutta la vostra pubblicità che io non voglio ricevere e che non vi ho chiesto, allora la tassa sui rifiuti me la dovete pagare voi. Chi riempie le cassette della posta di pubblicità deve pagare la tassa della spazzatura!"

Ragionamento del tutto condivisibile. Nella fotografia in basso, il contenuto della mia cassetta della posta, stamattina.



lunedì 12 febbraio 2024

12 febbraio - Darwin Day

 


Uno dei luoghi comuni più diffusi e più difficili da estirpare sull'evoluzione biologica è che essa contenga una necessaria ascesa verso la perfezione, nella quale “successivo” è sinonimo di “migliore”.

Lo stesso Darwin ebbe un atteggiamento non del tutto coerente rispetto a questo principio: era perfettamente consapevole che la selezione naturale agisce a vantaggio di adattamenti ad ambienti locali mutevoli, e quindi il significato del “più adatto” è sempre relativo al qui ed ora, e poiché gli ambienti possono modificarsi in modo casuale in qualsiasi direzione, non può esistere alcuna tendenza cosmica nel cambiamento evolutivo. D' altra parte, volle mantenere un'idea generale di progresso immaginando ecosistemi affollati in cui nuove specie riescono a scalzare quelle preesistenti grazie a qualche tipo di superiorità intrinseca.

In una visione più matura, dopo quasi due secoli di dibattito (festeggiamo oggi i 215 anni dalla nascita del padre dell'evoluzionismo), possiamo riconoscere che se una tendenza complessiva esiste nell'evoluzione biologica, è quella verso la diversificazione; quello che aumenta nel tempo è la diversità dei viventi, più che la loro complessità. Oggi il modo più probabile di essere vivo è essere un batterio, proprio come tre miliardi e mezzo di anni fa. Se siete vivi e non siete batteri, potete considerarvi delle stravaganti eccezioni. Ecco, l'evoluzione non è una scalata verso un apice immaginario e non definibile, è esplorazione di possibilità.

Ma a noi l'idea della tendenza verso il meglio piace molto, perché non sappiamo resistere alla tentazione di individuare in noi stessi l'apice del progresso, una vetta necessaria e prevedibile, con la nostra coscienza e la nostra intelligenza. Quasi quattro miliardi di storia trascorsi con l'unico scopo di arrivare fino a noi, 200mila anni fa. Come pensare che la Tour Eiffel sia stata costruita allo scopo di alloggiare la pennellata di vernice antiruggine sulla punta.

Ma noi non siamo altro che un ramo tra i tanti di questa immensa diversificazione, e il nostro grande cervello e le nostre grandi capacità di elaborazione sono una delle tante possibilità che l'evoluzione ha esplorato; non c'è dubbio che queste qualità ci abbiano dato dei notevoli vantaggi, e la grande proliferazione numerica della nostra specie dimostrano che hanno funzionato bene.

Hanno funzionato bene fin qui e finora.

Siamo una specie giovane, 200mila anni sono niente; pressoché tutte le specie che sono esistite si sono estinte, e la persistenza di specie di vertebrati terrestri si misura, in generale, sulla scala di alcuni milioni di anni. E alcune qualità che possono assicurare un buon successo nella scala di tempo dell'evoluzione sono, ad esempio, la capacità di auto-limitare la propria capacità riproduttiva in funzione della condizioni ambientali e dell'affollamento; o anche la parsimonia nell'utilizzare le risorse ambientali da cui dipende la sussistenza. Specie fortemente “dissipative” rispetto a questo genere di parametri si estinguono molto facilmente dopo effimeri successi iniziali.

Abbiamo usato la nostra straordinaria intelligenza per sfruttare al meglio, e al massimo, la disponibilità di risorse di quasi ogni tipo di ambiente sulla Terra. Ma abbiamo fallito completamente nella capacità di limitare la nostra riproduzione e i nostri consumi.

E' del tutto probabile che il nostro meraviglioso cervello finirà infine nel cestino degli esperimenti falliti di cui pullula la storia della vita.


sabato 3 febbraio 2024

Scienza inascoltata

 


Nel 1896 Arvd Hoegbom e Svante Arrhenius avevano osservato che le attività industriali facevano aumentare la concentrazione di anidride carbonica nell'atmosfera, e avevano calcolato di quanto la temperatura della Terra avrebbe potuto aumentare se tale concentrazione fosse raddoppiata, arrivando a valori molto vicini alle nostre stime attuali. Erano passati 120 anni dall'invenzione della macchina a vapore di Watt, che a quelle attività industriali, e al consumo di ingenti quantità di carbone, aveva dato l'avvio.

E' passato un intervallo di tempo ancora più lungo da quella precoce previsione, e quello che abbiamo fatto per affrontare il problema assomma sostanzialmente a nulla.

(immagine da xkcd.com)

giovedì 1 febbraio 2024

Cos'è lo sport

 Che cos'è uno sport ?

 Chi può darne una definizione appropriata ?

Una competizione tra individui o squadre sulla base di regole scritte ove il vincitore viene stabilito sulla base di criteri di punteggio o di misura oggettivi ?

Forse troppo generico. O magari, forse, dove c'è una giuria che premia "l'impressione artistica" i criteri di punteggio non sono sempre così oggettivi.

Dicesi "sport" quella cosa per la quale, nella pattumiera del Quirinale, c'è o è passata, correttamente smaltita dalla Nettezza Urbana, una maglietta o un pallone o un attrezzo, una calottina, un costume da bagno intero sgambato infrachiappe luccicante di paillettes, stampigliati con il nome Mattarella ed eventualmente il numero 1.

martedì 30 gennaio 2024

La sua Africa

 

La sintesi più esplicativa della coreografica, propagandata e appariscente conferenza Italia – Africa tenutasi ieri al Senato, nella quale la Presidentessa del Consiglio Meloni si è vantata di portare “la sua visone sul futuro dell'Africa”, sta tutta nelle parole del Presidente della Commissione dell'Unione Africana Moussa Faki: “L'Africa è pronta a discutere i contenuti e le modalità di attuazione del Piano Mattei, sul quale avremmo auspicato essere consultati.” Ecco, appunto: la sua visione sul futuro dell'Africa, mica quella degli africani.

Tanto per dare un dimensionamento dell'evento, fatto apparire così grandioso: la stima dei fondi necessari per lo sviluppo (genericamente inteso) del continente africano si aggira intorno ai 500 miliardi di dollari l'anno; l'Unione Europea ha appena firmato un accordo con la banca africana di sviluppo per 150 miliardi di Euro di finanziamenti, la maggior parte a fondo perduto. Ci si può così fare un'idea del peso che hanno i 5,5 miliardi che l'Italia mette sul piatto con tanta enfasi. Molti Paesi africani hanno disertato la conferenza; tra questi quello più popoloso, la Nigeria (210 milioni di abitanti). Ma l'altro grande assente nei discorsi della conferenza è stato, come sempre, l'ambiente.

Dei 5,5 miliardi di Euro portati dall'Italia, 3,0 vengono prelevati dal fondo per il clima. Per fare cosa ? Al di là di tante belle parole, le mire sono esplicite. La presenza dell'ENI nella gestione del piano non è “tutto un programma”; è IL programma.

Spiega sussiegosa la Meloni: “L'interesse che persegue l'Italia è aiutare le nazioni africane interessate a produrre energia sufficiente alle proprie esigenze e a esportare in Europa la parte in eccesso.” Se non altro è tutto chiaro. Dopo tutto, le loro esigenze sono così morigerate...

E se non fosse chiaro abbastanza, è ancora più esplicito l'Amministratore Delegato di ENI Descalzi, al Financial Times: “Loro hanno l'energia e noi no.”

Quindi andiamo a prendere 3 miliardi di fondi che avrebbero dovuto essere destinati a misure per il contrasto al cambiamento climatico, e li utilizzeremo per andare a estrarre idrocarburi in Africa.


venerdì 19 gennaio 2024

La grave emergenza della vernice lavabile

 

Succede che a Bologna un giudice condanna a sei mesi con sospensione della pena tre ragazzi di Ultima Generazione che avevano protestato contro i finanziamenti per le infrastrutture destinate ai combustibili fossili fermando il traffico sulla tangenziale (il Pubblico Ministero aveva chiesto due anni), riconoscendo illegale la manifestazione ma concedendo come attenuante “l'aver agito per particolari motivi di ordine morale e sociale”.

Nello stesso giorno, la Camera approva il disegno di legge proposto dal Ministro della Cultura, l'irredimibilmente incolto Gennaro Sangiuliano, destinato a inasprire le pene per questo genere di manifestazioni. Si tratta, a mia memoria, del primo provvedimento dell'attuale Governo che abbia una qualche attinenza con il contrasto al cambiamento climatico: bastonare chi solleva il problema.

Il Governo così premuroso nel cancellare reati, depenalizzare, sollevare da pensieri e remore sull'abuso d'ufficio i pubblici amministratori corrotti e collusi, che si premura di ostacolare l'uso delle intercettazioni, anzi eliminarle del tutto per il prezioso reato della corruzione, che non esita a ricorrere ai condoni, usa invece il pugno di ferro, multe salate e carcere, per imbrattamento e uso illecito di beni culturali e paesaggistici.

Tanto per specificare bene il bersaglio della legge: l'imbrattamento è considerato tale anche se riguarda soltanto le teche che proteggono le opere; è stato bocciato un emendamento che inaspriva parallelamente le pene per il deturpamento del paesaggio con manufatti abusivi (quelli no, vanno benissimo); le pene sono raddoppiate se l'illecito viene compiuto durante pubbliche manifestazioni.

Quindi, il tizio che incide il proprio nome con il temperino sui mattoni del Colosseo e poi si scusa dicendo che non avrebbe mai immaginato che quel coso fosse così antico merita una punizione più lieve dei manifestanti che pretendono di richiamare l'attenzione sul cambiamento climatico (in modo del tutto inefficace, peraltro) scegliendo con cura coloranti e modi di applicazione per evitare di fare danni.

Bene, in futuro i manifestanti dovranno pagare le loro malefatte.

Ma chi continua a bruciare senza ritegno combustibili fossili, quando mai pagherà per le conseguenze delle sue azioni ?

mercoledì 17 gennaio 2024

To Boycott or not to Boycott

 


Charles Cunningham Boycott (1832-1897) fu incaricato di partire dall'Inghilterra nel 1880 per andare ad amministrare i terreni di Lord John Crichton, conte di Erne, uno dei più ricchi e potenti latifondisti inglesi, nell'Irlanda occidentale.

Inutile stare a raccontare le condizioni di sfruttamento dei contadini irlandesi nell'800, che Boycott cercava di conservare per tutelare i profitti del suo datore di lavoro; ma il vento della protesta ormai si stava alzando e lo scontro fu inevitabile.

La Lega Irlandese dei lavoratori della terra (Irish Land League) indisse uno sciopero dei braccianti impegnati nei latifondi più grandi, e le terre di Lord Esme rimasero senza manodopera. Boycott cercò di contrastare l'iniziativa, ma fu a sua volta circondato dalla passiva ostilità di tutta la comunità: i vicini non gli rivolgevano più la parola, i negozianti non lo servivano, il barbiere non lo radeva, gli operai non lavoravano alla manutenzione della sua casa, nemmeno il postino gli consegnava la corrispondenza.

Infine, il 1° dicembre 1880, Charles Boycott non poté far altro che prendere il traghetto per tornarsene in Inghilterra, portandosi le valigie da solo, ed entrò suo malgrado nella storia e nel vocabolario per l'invenzione del boicottaggio.

Chissà che l'origine storica del boicottaggio rivolto a loro danno non abbia lasciato negli inglesi qualche relitto di memoria urticante. Mercoledì 10 gennaio la Camera dei Comuni di Londra ha approvato una legge (che ora viene esaminata dai Lords, con possibilità di incontrare ostacoli) dal titolo criptico: The Economic Activity of Public Bodies (Overseas Matters) Bill. La nuova legge impedisce agli enti pubblici (comuni, università, fondi pensionistici, ecc.) di boicottare un particolare territorio internazionale, a meno che ciò non sia approvato dalla politica estera del Governo.

Potrebbe apparire strano rendere illegali i tentativi di tali enti di condurre investimenti o pratiche collaborative fondati su principi etici o tenere conto dei diritti umani nelle loro scelte economiche, se la formulazione astratta e generica non nascondesse un obiettivo puntiforme e specifico. Si tratta della campagna Boycott, Divestment and Sanctions, movimento di protesta che intende esercitare pressioni su Israele per il rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani; e sono tanti gli enti che hanno già interrotto i rapporti con aziende (israeliane e non) che operano nei territori palestinesi occupati. E, al di là di tutte le sue caratteristiche palesemente illiberali, uno degli aspetti più sconcertanti della nuova legge, fermamente voluta dai conservatori, è la formulazione che considera i territori occupati e le alture del Golan come parti legittime di Israele, in aperto contrasto con le risoluzioni dell'ONU e con il diritto internazionale.

Qui trovate le obiezioni di Amnesty International.

sabato 13 gennaio 2024

Petizione

 Sinistra Italiana ha promosso una petizione on-line a sostegno della richiesta del Sudafrica alla Corte Internazionale di Giustizia de L'Aja di un'indagine sui crimini di guerra commessi da Israele a Gaza.

Per chi fosse interessato qui c'è il link.

mercoledì 10 gennaio 2024

L'importante è sopravvivere

 


Ma davvero gli antichi Romani erano più bravi di noi nelle costruzioni, dato che i loro edifici sono ancora in piedi mentre i nostri crollano ?

Siamo sicuri che la biografia di Steve Jobs ci insegni che la cosa migliore da fare è abbandonare la scuola e dedicarci a fare ciappini in garage su qualche argomento che ci appassiona e che ci porterà al successo grazie al nostro talento ?

Ci possiamo fidare di quelli che hanno appena vinto una medaglia d'oro alle Olimpiadi, quando ci raccontano che con la volontà, la dedizione e l'allenamento si può ottenere qualsiasi risultato ?

I filmetti americani in cui l'eroe buono, dopo innumerevoli sforzi, traversie, avversità e malvagie trame ordite dai cattivi, alla fine trionfa invariabilmente grazie alla sua convinzione e perseveranza, ci dicono qualcosa di credibile sul funzionamento del mondo reale ?

L'immagine (Grandjean, McGeddon, Moll) raffigura, schematicamente, i punti in cui gli aerei militari che rientravano alla base dopo una missione risultavano più spesso colpiti e danneggiati dalla contraerea nemica durante la seconda guerra mondiale. Le forze armate statunitensi erano giunte alla conclusione, per minimizzare le perdite, di dover rinforzare le parti dell'aereo che risultavano colpite più frequentemente; ma il matematico Abraham Wald, che faceva parte di un gruppo di ricerca statistica della Columbia University che aveva preso in esame il problema, osservò invece che occorreva proteggere meglio le parti dell'aereo che NON risultavano mai colpite tra quelli che erano riusciti a tornare a casa: presumibilmente erano quelle che erano state danneggiate negli aerei che non ce l'avevano fatta a rientrare.

Questo tipo di errore logico, chiamato survival bias e che non saprei come tradurre in italiano (“pregiudizio di sopravvivenza” non mi piace, ma nemmeno “distorsione dei sopravvssuti”), nasce dal non tenere conto di informazioni che fanno chiaramente parte del fenomeno che stiamo considerando, ma che non riusciamo a vedere direttamente.

Così noi siamo pieni di ammirazione per la solidità degli edifici antichi perché possiamo vedere soltanto quelli che sono ancora oggi in piedi, ma non abbiamo idea di tutte quelle costruzioni che sono crollate, semplicemente perché non le vediamo.

Saremmo meno propensi ad imitare Steve Jobs se tenessimo conto di quanti lo hanno già fatto, anche prima di lui, ricavandone soltanto un garage pieno di cianfrusaglie da buttare via e un po' di debiti da pagare.

Allo stesso modo, i tanti atleti che si allenano con impegno prima delle Olimpiadi e non vincono, vengono intervistati molto meno dell'unico che la spunta; e tanti potenziali eroi buoni, semplicemente, soccombono senza offrire spunti all'ampliamento di una filmografia già prolissa.


lunedì 1 gennaio 2024

La televisiùn la te 'ndurmenta 'me 'n cujùn

 La televisione non è un buono strumento di rappresentazione della realtà.

Se ci si regolasse in base alla quantità di tempo di esposizione sul teleschermo, si dovrebbe concludere che il 45% della popolazione italiana è costituita da chef.

Il restante 55% è Fiorello.