sabato 30 dicembre 2023

Un po' come il test “ Di quale personaggio storico sei la reincarnazione ?”, ma più serio

 


Quanto sentite di avere dentro di voi di Cleopatra, o di Toro Seduto, o di Martin Lutero ?

La domanda è scema, ma la risposta potrebbe essere sorprendente.

Noi, ogni giorno, scambiamo materia con l'ambiente circostante: mangiamo, beviamo, respiriamo, sudiamo, oriniamo, traspiriamo (gli escrementi solidi non andrebbero considerati nel bilancio, poiché si tratta di resti di cibo non assorbiti, che hanno semplicemente attraversato tutto il canale digerente ma non sono mai entrati a far parte del nostro organismo).

Le entrate e le uscite riguardano principalmente acqua ma, oltre a ciò, assumiamo con il cibo varie sostanze organiche che digeriamo e degradiamo e restituiamo all'aria come anidride carbonica; perdiamo sali attraverso la sudorazione e altre sostanze di risulta del metabolismo attraverso le urine. Gli elementi più abbondanti coinvolti in questi scambi sono idrogeno, ossigeno e carbonio; in misura minore azoto, fosforo, calcio, ecc. Vengono acquisiti con acqua e cibo; l'ossigeno anche (o soprattutto) dall'aria. L'idrogeno viene smaltito principalmente come acqua, il carbonio come anidride carbonica espirata, l'ossigeno attraverso entrambe le vie, gli altri elementi attraverso le urine.

E poi che fine fanno ? L'acqua con i nostri idrogeno e ossigeno entra nel grande ciclo dell'acqua: in mare, poi evapora, poi piove, poi finisce nei fiumi, poi viene assorbita dalle radici delle piante, bevuta dagli animali e anche da noi stessi; l'anidride carbonica che abbiamo rilasciato a ogni respiro va nell'aria, viene catturata dalle piante e, attraverso la fotosintesi, trasformata in nuova sostanza organica che rientrerà in una nuova qualsiasi catena alimentare. Gli altri elementi vengono continuamente riciclati nel terreno da microrganismi e piante; in parte quelli più solubili, come azoto in forma di nitrato o fosforo come fosfato, si perdono in mare e difficilmente tornano indietro; la frazione che viene dispersa deve essere continuamente recuperata da altre fonti.

E quant'è tutta questa roba che scambiamo con l'ambiente ? Io direi che, tra acqua, cibo e respirazione dovremmo essere oltre i 3 Kg di materia scambiata con l'ambiente ogni giorno.

Adesso non ci resta che sceglierci il nostro personaggio storico preferito.

Potremmo prendere come esempio Gesù di Nazareth, al quale molti sono devoti (magari sopravvalutandolo un po').

Bene, 3 Kg al giorno sono qualcosa di più di una tonnellata all'anno; se non abbiamo motivo di dubitare della durata della vita tramandata dai racconti, ci sono 33 tonnellate di materia che ha fatto parte in qualche momento del corpo di Gesù, in giro sulla Terra. E di fronte a trenta tonnellate derivanti soltanto dagli scambi metabolici, non abbiamo neanche motivo di arrovellarci su dove sono andati a finire i 70 Kg del cadavere. Che siano ancora in giro anche quelli o siano da qualche altra parte diventa una questione trascurabile, e possiamo evitare di addentrarci in discussioni superflue.

Gran parte di quelle trenta tonnellate saranno dunque finite nell'acqua e nell'anidride carbonica; l'acqua, ovviamente, sta quasi tutta nei mari (più del 97%), ma si ricicla molto velocemente attraverso evaporazione e precipitazione; si stima che tutta l'umidità contenuta nell'atmosfera come vapore, che è circa lo 0,001% del totale, venga completamente sostituita in meno di due settimane; e quella contenuta nella biosfera (l'insieme di tutti gli esseri viventi) si stima in circa 0,3 milionesimi di tutta l'acqua presente sulla Terra.

La quantità di carbonio presente nella biosfera, invece, potrebbe essere circa un centesimo (o un po' di più) di tutto il carbonio circolante (quindi escluso quello immobilizzato nelle rocce calcaree) tra aria, mari e suolo.

Sarebbe complicato fare una media ponderata, ma ci possiamo tranquillamente accontentare anche di una stima estremamente prudenziale e conti semplici: facciamo pure finta che solo un milionesimo delle trenta tonnellate di Gesù siano attualmente nella biosfera: 30 grammi.

La biosfera è fatta per gran parte da piante; gli animali sono circa il 3% della massa vivente complessiva; quindi in tutto il regno animale sono dispersi grossomodo 1 grammo di “atomi di Gesù”. A sua volta il regno animale è fatto principalmente di artropodi: insetti, crostacei, ragni, acari sono molto più abbondanti di noi (anche in peso); i mammiferi sono una piccola parte, ma in compenso gran parte dei mammiferi siamo noi umani. Come vogliamo quantificarci ? Un millesimo ? Stiamo ancora dalla parte della stima prudente, consideriamoci pure un decimillesimo della massa animale; noi uomini conterremo quindi 0,1 milligrammi di “atomi di Gesù”.

E quanti sono ?

Qui si va a sbattere con il fatto che gli atomi sono maledettamente piccoli, e quindi sono maledettamente tanti, ed è necessario introdurre un numerino magico, chiamato “numero di Avogadro”. Esso è circa 6x1023, ossia 6 seguito da 23 zeri (seicentomila miliardi di miliardi), e non è altro che il fattore di conversione tra l'unità di peso atomico e il grammo. Definisce una quantità di particelle che i chimici chiamano “mole”: l'atomo di idrogeno ha peso atomico 1, quindi 1 grammo di atomi di idrogeno conta 6x1023 atomi; ma una molecola di idrogeno è fatta di due atomi (H2), quindi una mole di gas idrogeno, 6x1023 molecole, pesa 2 grammi. Degli elementi principali di cui stiamo parlando qui, il carbonio pesa 12, l'ossigeno 16, l'azoto 14, il fosforo 31, il calcio 40, il sodio 23, il potassio 39 ecc. L'acqua (H2O) ha peso molecolare 18 (1+1+16): 18 grammi di acqua sono 6x1023 molecole.

I nostri atomi, nel loro continuo riciclarsi tra organismi e ambiente, si ricombinano in molecole diverse: noi assumiamo carbonio come, ad esempio, carboidrati e lo espelliamo come anidride carbonica; quindi dobbiamo considerare gli atomi come tali; per fare un conteggio approssimativo dovremmo fare una media ponderata tra i pesi dei vari elementi; ci basta solo avere un ordine di grandezza per fare una stima, tra 1 dell'idrogeno e gli altri pesi compresi tra 12 e 40, con gli elementi più abbondanti che sono quelli più leggeri, un valore medio di 10 può andare bene, giusto per semplificare i conti e farsi un'idea.

Dunque, eravamo rimasti a 0,1 milligrammi di “atomi di Gesù” distribuiti tra tutta l'umanità, con peso atomico medio di circa 10; 10 grammi sarebbero una mole, 10 milligrammi sarebbero una millimole (6x1020), 0,1 milligrammi un centesimo di millimole: 6x1018.

Tutti gli uomini presenti sulla Terra sono un po' meno di 10 miliardi (1010), quindi ciascuno di noi contiene nel suo corpo circa 6x108 (600 milioni) atomi che hanno fatto parte del corpo di Gesù.

Il nostro corpo è composto da alcune decine di miliardi di cellule, quindi in qualche cellula qua e là ci sarà anche un atomuccio sparuto proveniente dalle attività metaboliche di Gesù. Una frazione infinitesima degli atomi che abbiamo in comodato d'uso in questo momento, ma ci sono. Non si capisce allora per quale motivo i cattolici si ostinino a fare la comunione, non essendocene nessun bisogno; si tratta evidentemente di un'usanza voluta dalla potente lobby dei fabbricanti di ostie.

Lo stesso discorso ovviamente si può ripetere per qualsiasi personaggio del passato: Beethoven, Gengis Khan, Jack lo Squartatore o qualsiasi prostituta o schiavo che la storia lascia anonimi.

E tutti questi atomi dalle storie affascinanti avranno passato gran parte del loro lunghissimo tempo nei mari o nell'aria, avranno dato vita a piante e batteri, dopo essere stati attratti nel campo gravitazionale della Terra in fase di formazione all'origine del nostro sistema solare, 4,5 miliardi di anni fa, trovandosi a passare per caso in questa parte della galassia.

lunedì 25 dicembre 2023

La magia del Natale

 L'aspetto più piacevole del Natale è che nel pomeriggio, mentre tutti sono stravaccati nei loro tentativi, raramente coronati da successo, di digerire il cappone e le esorbitanti quantità di dolci del menga fatti dalle più disparate parenti con le loro manine, in giro non c'è nessuno e si fanno incontri più piacevoli del solito.





sabato 23 dicembre 2023

Ottimismo suino


 Un articolo pubblicato qualche giorno fa su Science, tutto da leggere.

giovedì 14 dicembre 2023

Quesito

 Succede solo a me ?

E voi ?

Dopo una sfilza di servizi di telegiornale, documentari, intrattenimento, e qualsiasi occasione di propaganda per farci sapere quanto è buono il cibo italiano, quanto è salutare il cibo italiano, quanto è italiano il cibo italiano, quanto piace agli americani il cibo italiano, quanto piace ai francesi il cibo italiano, quanto piace agli astronauti il cibo italiano, quanto piace ai decoratori d'interni il cibo italiano, e l'immancabile intervista al Ministro Lollobrigida come dessert...

...dico...

...non viene anche a voi una gran voglia di involtini primavera e riso alla cantonese ?

mercoledì 13 dicembre 2023

Senza impegno

 


Chiusa la Cop-28, la conferenza sul clima tenuta a casa dei petrolieri, a Dubai, e diretta dal petroliere padrone di casa, Sultan Al-Jaber, il quale aveva esordito facendosi sfuggire la mega balla spaziale che "non c'è evidenza scientifica" che l'abbandono dei combustibili fossili possa avere qualche influenza sull'inversione della tendenza al riscaldamento globale, dimostrando al mondo di non sapere una cippa di ciò di cui stava discutendo l'assemblea da lui presieduta.

Evitato per poco il linciaggio da parte di tutti quelli che di evidenze scientifiche abbiano una qualsiasi conoscenza, il simpatico Sultan ha messo evidentemente il suo zampino nella stesura della prima bozza di conclusioni, che parlava come se niente fosse di "riduzione graduale" dei combustibili fossili ed era, palesemente, prodotto della sola volontà dell'Opec. La bozza è stata blandamente corretta a furor di popolo in dirittura d'arrivo ed è diventata un confuso buon proposito do fine anno. Non si è voluto adottare la formula, auspicata e necessaria, dell'"abbandono graduale" dei combustibili fossili e ci si è ridotti al compromesso molto democristiano di un'ambigua "transizione dai combustibili fossili" per arrivare a emissioni nette zero entro il 2050. Nessuna affermazione esplicita della necessità di abbandonare completamente petrolio, gas e carbone, nessuna tabella di marcia dettagliata e silenzio di tomba sulle eventuali sanzioni agli inadempienti.

Alla fase finale della discussione non ha partecipato il nostro Ministro dell'Ambiente Per Puro Caso Gilberto Pichetto Fratin, che è venuto via prima. E forse è meglio così.

mercoledì 6 dicembre 2023

L'altra faccia del patriarcato

 


I dati del rapporto OCSE sull'istruzione scolastica pubblicati ieri 5 dicembre mettono gli studenti italiani in media rispetto agli altri Paesi in esame (di ogni parte del mondo) per quanto riguarda le competenze in matematica. L'aspetto ragguardevole di questi test è la richiesta che le conoscenze acquisite nella materia vengano applicate in contesti reali: trasporre in termini matematici un problema concreto, ragionare matematicamente e interpretare le soluzioni matematiche nella loro applicazione al problema reale.

I nostri ragazzi se la cavano quindi piuttosto bene, ma con una notevole anomalia: oltre alle croniche differenze tra nord e sud, che in matematica sono più accentuate che nelle altre discipline, in Italia c'è il divario più pesante che in ogni altra nazione tra maschi e femmine. I nostri ragazzi sono abbastanza bravini in matematica, mentre le ragazze sono piuttosto somare (in media, ovviamente: come chiunque, anch'io conosco ottime eccezioni).

E cosa avranno mai di diverso le ragazze italiane rispetto a quelle degli altri Paesi ?

E' difficile pensare ad altro che ai pesanti, tradizionali condizionamenti culturali che gravano sulle bambine fin dall'infanzia, secondo cui per una donna l'abdicare al pensiero razionale sia cosa accettabile se non addirittura lodevole. Tanto per dirne una, i genitori tendono ad addestrare le bambine a curare l'estetica anziché la funzionalità, ma gli esempi potrebbero essere migliaia.

Personalmente (riconoscendo tutte le possibilità di essere in errore) trovo plausibile che la tendenza a indirizzare la forma mentale delle bambine verso l'irrazionale, il magico o forme di pseudoconoscenza intuitiva vaga e indimostrabile possa essere più accentuata in Italia che altrove.

A peggiorare la situazione intervengono anche forme di pseudofemminismo mistico e delirante, che esaltano tali forme di non-conoscenza intuitiva, con l'aggravante di considerarle specificità del pensiero femminile, il che è precisamente come darsi la zappa sui piedi.

Poiché tali idee deteriori incontrano anche un certo seguito, non fanno altro che rallentare il già faticoso processo di emancipazione; mettetevi nei panni di un decisore di una qualsiasi istituzione, che deve scegliere chi mettere a capo di un qualche dipartimento, quando si trova davanti qualcuno che gli spiega di non essere interessato all'arida e noiosa osservazione e analisi dei fatti, ma preferisce invece affidarsi alla sua “intuizione creativa”. Se costui crolla immediatamente all'ultimo posto della lista delle persone da scegliere, non è una discriminazione sessista: è semplicemente la cosa migliore da fare.

E' vero che ciò che pone le donne in una posizione di debolezza è un problema culturale; ed è una verità che ha molte sfaccettature.

(immagine da xkcd.com)


lunedì 4 dicembre 2023

Non è un Paese per alberi

 



Quattro grandi cipressi abbattuti pochi giorni fa; erano sempre stati lì da fin dove arriva la mia memoria, tutti in fila, al culmine della piazza del paese. Si ignora il movente della spietata esecuzione. Rimangono soltanto i loro confratelli più piccoli.

Poi però si avvicina il Natale e siamo tutti più buoni, ed ecco che compare, proprio sulla verticale degli alberi tagliati, un bel filo che sostiene delle commoventi lucine decorative.

Io vorrei tanto essere un sospettoso eccessivo sempre dalla parte del torto, ma siccome a pensar male si fa peccato, però spesso si indovina, non è che magari abbiamo tagliato quattro alberi adulti, da almeno 10 Kg/anno di CO2 assorbita cadauno, perché intralciavano la disposizione delle luminarie natalizie ?






mercoledì 22 novembre 2023

Sovranisti cacio e pepe

Certo che avere un "Ministero per la Sovranità Alimentare" non è da tutti. Di fantasia ce ne vuole. Specialmente per un Paese di 300mila Kmq con 60 milioni di abitanti: fanno 5000 metri quadrati a testa, un terzo dei quali di montagne. Ciascuno, in quella superficie lì ci dovrebbe abitare, avere la sua quota di tutti i servizi pubblici e tutte le coltivazioni e gli allevamenti per esercitare la sua "sovranità alimentare"; più la sua fetta di ecosistemi naturali, perché di ambiente antropizzato si muore. Già così la "sovranità alimentare" è una pia illusione (o una scemenza, fate voi). Come se non bastasse, questo bel Paese ha pure scelto di dedicare gran parte della sua attività agricola a produzioni superflue ma redditizie (il vino, in soldoni); quindi tutto l'indispensabile, a cominciare dai cereali, lo deve necessariamente importare. E come se non bastasse neppure questo, consuma il suo prezioso suolo cementificandolo e asfaltandolo al ritmo forsennato di 2 metri quadrati al secondo.
Insomma, il concetto stesso di "sovranità alimentare" sarebbe stato già abbastanza ridicolo per conto suo, anche se non si fosse piazzato a dirigere il Dicastero, tanto per esaltare l'effetto comico, un guitto da baraccone che di professione fa il cognato. Si ignora quali altri titoli possa vantare.
La scorsa settimana il Ministro ha vantato la sua iniziativa di proibire, per proteggere noi consumatori non si sa bene da che cosa, la carne coltivata in vitro. Riconosco che l'idea di mangiare carne ottenuta da colture cellulari di mucca o di maiale può piacere o non piacere, ma non si capisce proprio dove sia il pericolo. Colture cellulari umane, ad esempio di pelle (derma più epidermide) o di cartilagini, vengono ormai comunemente utilizzate in medicina per rigenerare tessuti lesionati, quindi ci sono tanti pazienti che le hanno incorporate nel proprio corpo; non si vede quale problema ci sia a mangiare cellule coltivate di pollo o di babirussa. Infatti il Ministro, nella sua auto-apologia davanti ai microfoni, non ha saputo fornire alcuna spiegazione minimamente ragionevole; non è riuscito a dire altro che "non fa parte delle nostre tradizioni". Ne segue che, secondo la forma mentis (ammesso che ne abbia una) del Ministro, tutto ciò che "non fa parte delle nostre tradizioni" va proibito.
La prima considerazione, ovvia, è che se avessimo sempre applicato questo principio ci troveremmo ancora nell'età della pietra.
Ma c'è qualcosa di più. Questo Ministro è lo stesso che mesi fa paventava "sostituzioni etniche", che fomentava il razzismo con il pretesto che la parola "razza" è presente nella Costituzione (è presente solo per indicarla come fattore di cui non tenere conto), e allora si capisce che anche l'idea che ciò che non è conforme alle tradizioni debba essere vietato è un prodotto dello stesso tarlo mentale, che si mangia i pensieri sempre nello stesso modo: l'idea della famigerata "identità", che a volte assume i contorni del biologico, a volte quelli del culturale, ma è sempre il miraggio, del tutto illusorio, di una qualche eredità più o meno sacra, pervenuta da una immaginaria età dell'oro del passato e che bisogna conservare in purezza evitando ogni contaminazione. C'è il rifiuto di riconoscere l'ovvio: noi tutti siamo, sia dal punto di vista dell'eredità biologica sia da quello dell'eredità culturale, pur se per vie e meccanismi diversi, dei vestiti di Arlecchino, fatti di pezze, toppe, stracci, scampoli e rimasugli delle provenienze più diverse; e quegli "altri" da cui pensiamo di doverci difendere sono vestiti di Arlecchino quanto noi, chi con la toppa blu più grande e quella gialla più piccola, che con più pezze rosse e meno pezze verdi. E se la nostra eredità biologica (i nostri geni) si modifica molto lentamente, al contrario la nostra eredità culturale (le nostre tradizioni) si trasforma a ritmi vorticosi. Di fatto, ogni generazione può scegliere cosa tenere e cosa gettare via delle usanze della generazione precedente. Dicesi tradizione quella cosa che viene abbandonata e dimenticata quando ci si rende conto che non serve a nulla, o magari è anche dannosa (e per fortuna !). Cosa mai abbiamo perso del nostro essere quando abbiamo abbandonato le tuniche per iniziare a indossare i pantaloni, uso introdotto in Europa dai Mongoli di Gengis Khan nel XIII secolo ? Siamo meno noi stessi da quando abbiamo importato gli agrumi dall'Asia o il pomodoro dall'America ? E' il tarlo mentale dell'identità che porta a impiccarsi alle tradizioni: non è salvaguardia di una cultura, perché la cultura non è mai una, ma sempre plurima; è il suicidio culturale.

P.S.: Il Nostro aggiorna i suo curriculum giorno per giorno e mi costringe a un'aggiunta serale: non riesce neanche a conformarsi alla tradizione del meno acuto e più autoritario dei suoi antenati politici e a fare arrivare i treni in orario.

martedì 21 novembre 2023

Saranno pericolanti

Gli alberi in città sono pericolosi perché quando tira vento cadono. Non proprio. Gli alberi in città diventano pericolosi perché ci si va a fare intorno dei lavori scellerati e sconsiderati. Quelli che si vedono in fotografia sono pini domestici (Pinus pinea) (in tutto ne perderemo cinque) che prossimamente dovranno essere abbattuti perché saranno diventati pericolanti. Nel cortile dell'albergo ove si trovano si stanno svolgendo dei lavori di qualche tipo di vattelappesca di rifacimento di pavimentazione, e si è pensato bene di andare a scavare il terreno di qualche decina di centimetri fin quasi sotto alla base dei tronchi.
Gli espertissimi ingegneri / architetti/ capomastri / direttori dei lavori vi diranno senz'altro: "Tanquillo dottò, abbiamo scavato solo i primi 40 centimetri, non di più." Ma è appunto nelle prime decine di centimetri di spessore del terreno che si sviluppa quasi tutto l'apparato radicale; una volta che hai scavato 40 centimetri puoi pure andare giù fino a due metri, ormai fa lo stesso. Gli alberi sono stati privati per intero del loro ancoraggio su un lato, e quando saranno prossimi a cadere dall'altro ci racconteranno: "Eh bè, purtroppo sono pericolanti, l'abbattimento è inevitabile." Inevitabile una cippa.