martedì 23 luglio 2013

Colpa della FIOM

Nel Paese che da oltre trent'anni venera il pagare meno tasse come il Verbo di una religione ancora più dogmatica e superstiziosa delle religioni "vere", una grande città è al dissesto finanziario perchè le sempre più esigue entrate fiscali generate da una popolazione sempre più carica di disoccupati non arrivano più neanche ad intaccare il debito pubblico galoppante prodotto negli anni spensierati della certezza della crescita continua.

E c'è qualche cosa di simbolico, e probabilmente di non casuale, nel fallimento dell'amministrazione municipale nella capitale mondiale dell'automobile, il prodotto industriale che ha fondato il suo secolo di successi sul mito dello sviluppo senza limiti.

Quale merce era più desiderata delle automobili, quale produzione garantiva più ricchezza, più profitti, prestigio e accesso nell'aristocrazia imprenditoriale ?

Quale merce ha più pesantemente condizionato le architetture urbane, le scelte infrastrutturali, modellato le città, plasmato le abitudini e i comportamenti ?

Quale merce più dell'automobile si è raffigurata come una necessità eterna ed insostituibile, ed ha regalato ai suoi luoghi di produzione l'illusione di una prosperità perpetua ed illimitata ?

Quale merce più dell'automobile si è avvitata nella spirale senza scampo dell'economia globalizzata, spostando gli impianti, all'inseguimento del miraggio del maggior profitto, verso manodopera a basso costo che mai diventerà consumatrice del suo stesso prodotto, ed espellendo dal lavoro le maestranze meglio retribuite, e quindi potenziali acquirenti ?


"Se voglio vendere le mie automobili, occorre che i miei operai siano pagati a sufficienza per acquistarne una."
H. Ford, 1914.

"E' colpa della FIOM."
S. Marchionne, sempre, da quando è nato.