giovedì 24 aprile 2014

I marinai e la fondazione dell'ecologia


Ho trovato, citato nell'ultimo libro dell'antropologo Giogio Manzi (1), il paragrafo introduttivo del Manuale di ecologia di Roger Dajoz (1972), troppo gustoso, come acquerello della compassata ma fervente rivoluzione scientifica della seconda metà dell'800, tra scoperta dell'evoluzione e nascente ecologia, minuzia di osservazione di Darwin ed anglocentrismo generalizzato, per non riportarvelo qui pari pari:

Darwin [...] ha studiato i fiori del trifoglio rosso e della viola del pensiero e i loro rapporti con i bombi. "Solo il bombo visita il trifoglio rosso perchè gli altri imenotteri non ne possono raggiungere il nettare. Possiamo dunque ritenere molto probabile che, qualora la specie del bombo scomparisse, o divenisse molto rara in Inghilterra, la viola del pensiero e il trifoglio rosso diverrebbero pure molto rari o scomparirebbero del tutto. Inoltre, il numero dei bombi, in un distretto qualsiasi, dipende in grande misura dal numero dei topi campagnoli che distruggono i loro nidi e i loro favi." [...] D'altra parte ognuno sa che il numero dei topi campagnoli dipende essenzialmente da quello dei gatti e il colonnello Newman aggiunge: "Ho notato che i nidi dei bombi sono più abbondanti presso i villaggi e le piccole città, fatto che attribuisco al maggior numero di gatti che distruggono i ratti. Data la presenza di bombi e di topi, è dunque perfettamente possibile che l'intervento di un felino in una località possa determinare l'abbondanza di alcune specie di piante." Haeckel aggiunse allora che il trifoglio [...] serve da nutrimento al bestiame e che i marinai mangiano principalmente carne di bue. I gatti contribuiscono quindi a fare dell'Inghilterra una grande potenza marittima. Thomas Huxley si spinse più avanti, insinuando che le zitelle inglesi, a causa del loro amore smodato per i gatti, sono dunque all'origine della potenza della marina inglese !

Al di fuori dello strisciante sciovinismo che le sottende, le conclusioni a cui giunge questa breve dissertazione possono apparirci paradossali, e probabilmente lo sono; tuttavia, sarebbe difficile immaginare una più indovinata introduzione ad un testo di ecologia. E' utile a capire quanto sia necessario procedere con i piedi di piombo, e lasciarsi, ogni volta che sia possibile, una via per ritornare indietro, ogni volta che si va a perturbare un qualsiasi ambiente.
Tanto fitta e complessa è la rete di interrelazioni, e tanto vasta e la quantità di informazioni che sarebbe necessario acquisire, che è pressochè impossibile prevedere a priori gli effetti di qualsiasi modificazione.
Si potrebbe quasi dire dell'ecologia che si tratta di una scienza che, per finalità applicative, è quasi inutile studiare, tanto insufficienti saranno, quasi sempre, le nostre conoscenze per poter fare previsioni dettgliate sui cambiamenti che potranno intervenire. Basta sapere che c'è: come monito. E' il punto sul quale la complessità della natura ci abbandona alla nostra impotenza, infischiandosene delle nostre capacità di conoscere.

(1) Giorgio Manzi - Il grande racconto dell'evoluzione umana - Il Mulino, 2013

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