lunedì 21 ottobre 2024

Arti

I bambini, nella maggioranza dei casi, vogliono fare i calciatori. Mestiere che richiede una preparazione piuttosto faticosa ma tutto sommato divertente.

Più o meno lo stesso discorso vale per gli aspiranti astronauti, pure in buon numero.

Con frequenze inferiori seguono, come mestieri desiderati: la velina, l'influencer, l'applicatore di unghie finte, il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, tutte attività comode che richiedono nessuna preparazione professionale.

Poi ci sono anche un bel po' di bambini che vogliono fare gli artisti; quasi tutti, con grave nocumento per i nostri timpani, nel ramo della canzone. Ma ne rimane comunque un bel numero che punta alle arti figurative.

E poi come va a finire ?

I giovani calciatori in erba si trovano ben presto immersi nella competizione; giocano le loro partite, e facilmente si rendono conto da soli che ci sono altri più bravi di loro; e se non se ne rendono conto, c'è comunque un allenatore che capisce chi è in grado di andare avanti e chi no.

Anche i cantanti prima o poi troveranno qualcuno che farà loro comprendere che è meglio lasciare perdere (ma non sempre, a giudicare dalla musica che si sente in giro).

Invece abbiamo un problema con la pittura e la scultura.

In questo caso gli artisti non entrano mai in competizione con altri, non trovano mai nessuno che apra loro gli occhi sulle ciofeche che realizzano. E continuano ad andare avanti fino all'età adulta, irrimediabilmente convinti di essere bravi.

Abbiamo una sovraproduzione di opere che sono ritenute artistiche soltanto dagli autori e dai loro parenti stretti (dalle nonne, primariamente).

Come se ne esce ?

Almeno per la scultura, la tendenza all'eliminazione dei semafori è un buon aiuto: le aiuole circolari al centro delle rotatorie sono delle discariche abbastanza efficaci per lo smaltimento indolore e non offensivo di pretese opere d'arte che non si saprebbe dove esporre altrimenti.

Ma per fortuna, ogni tanto c'è anche qualche sconosciuto scultore che realizza qualcosa che, malgrado la sgrammaticatura, un senso ce l'ha. Bravo. Non merita la rotatoria.




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