giovedì 14 gennaio 2010
Ambiente sano ed accoglienza agli immigrati
E' stato circa 20 o 25 anni fa che ricordo di avere visto comparire nel bacino del porto un nuovo abitante; il curioso immigrato si dev'essere trovato piuttosto bene ed ha prosperato: oggi è rappresentato da una piccola ma stabile popolazione di discendenti, che tra un'immersione di pesca subaquea e l'altra non fanno più neanche troppe difficoltà a lasciarsi osservare anche abbastanza da vicino; così ritengo finalmente di averlo identificato (spero di non commettere strafalcioni tassonomici) come Podiceps cristatus, Svasso maggiore. Sapevo che questi uccelli vivono preferenzialmente nei laghi e nei fiumi a corso lento, dove costruiscono nidi galleggianti ancorati ai canneti; una breve ricerca mi ha permesso di apprendere che la loro presenza anche in specchi d'acqua salata non è del tutto inconsueta; anzi, ho visto i temerari avventurarsi anche in mare aperto, nelle giornate più calme.
E la sorpresa di quest'anno sono state le apparizioni, sporadiche ma ripetute, del ben più inafferrabile (in senso fotografico) e più tipicamente marinaro Cormorano (Phalacrocorax carbo).
Io penso di poter mettere in relazione queste comparse di nuove specie nell'ambiente portuale negli ultimi decenni con l'ammodernamento della flotta di pescherecci, che oggi spandono molto meno olio e nafta: non si può dimostrare direttamente la relazione, ma essa mi sembra del tutto plausibile. Ricordo benissimo i riflessi iridescenti delle chiazze oleose come caratteristica stabile e costante delle acque del porto quando ero ragazzo; oggi questi sitomi di inquinamento sono diventati molto più rari e meno estesi.
E ben vengano i nuovi arrivi.
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