giovedì 29 settembre 2011

Riflessioni lente su cose veloci



Passata la sbornia e l'entusiasmo dell'annuncio, ecco che i neutrini più lenti del mondo arrivano su questa pagina con una settimana di ritardo.
I fisici probabilmente non sono più riusciti a dormire, non sappiamo se i risultati saranno in futuro validati o saranno smentiti; può darsi che la velocità osservata sia solamente una distorsione statistica (a sua volta complicata da spiegare: una voce scettica la trovate qui); può darsi che effettivamente ci troviamo di fronte al momento storico che sconvolge la fisica.
Non sappiamo se la teoria della Relatività (che pure, assicurano i fisici, finora ha funzionato piuttosto bene) avrà bisogno di un'estensione e revisione, o se dovremo proprio buttarla nel cestino definitivamente.

Della teoria della Relatività riesco appena appena a capire i fondamenti di partenza: posto che la velocità della luce nel vuoto è un limite fisico insuperabile, ne segue che: io sono fermo sul marciapiede della stazione, con una torcia elettrica; passa un treno a 1/2 della velocità della luce (si tratta della TAV Torino - Lione, ovviamente), ed il fascio di luce emesso dalla mia torcia ferma, e quello emesso dal fanale del treno in corsa viaggeranno alla stessa velocità. Inoltre, se nel corridoio del treno una lontana cugina di Usain Bolt corre verso le carrozze di testa a 1/2 della velocità della luce, io dal marciapiede la vedrò andare a una velocità intermedia tra quella del treno e quella della luce del fanale, con 1/2 + 1/2 della velocità della luce che mi risulteranno apparire come un pò meno di 1 velocità della luce; inoltre, se la vivace fanciulla, mentre corre, lancia in avanti una pallina a 1/2 della velocità della luce, questa, a 1/2 + 1/2 + 1/2, non volerà a 3/2 della velocità della luce, ma andrà comunque un pò più piano della luce del fanale. Di qui la necessità che non siano costanti lo spazio ed il tempo tra sistemi di riferimento in movimento fra di loro. Arrivo fin qui e non mi permetto di andare oltre: se mi chiedete di studiare le trasformazioni di Lorenz, vomito.
Ma tanto basta per appassionarsi alla materia, ed intuire il valore della scoperta di qualcosa che viaggi a una velocità superiore e le sue implicazioni teoriche.
Quanto ad un neutrino, se dovessi raccontare "com'è fatto", semplicemente non lo so. Dovrebbe essere, se ho letto dalla parte giusta, un prodotto della degradazione (ma non una parte) di un bosone W, il che ha spostato la mia ignoranza solo un gradino più in là. Il bosone W l'è sciupàa, ed è venuto fuori il neutrino. Questi i miei limiti, come si vede molto prossimi.

Dunque, da dove arriva tutto l'entusiasmo che abbiamo provato ed avvertito attorno a noi in questi giorni, tra persone digiune di fisica nucleare, e che si muovono nel nostro comune mondo di quasi fermi rispetto alla velocità della luce, e da quel limite siamo talmente lontani che se io ti lancio una pallina mentre vado in bicicletta, tu sul marciapiede la ricevi alla velocità del lancio + la velocità della bicicletta, e ci sentiamo tutti molto meglio ?

Perchè tutti friggiamo dall'eccitazione per una scoperta che non tocca affatto la nostra realtà quotidiana, e potrebbe sconvolgere una teoria del tempo e dello spazio che tanto quasi nessuno capisce ?

Per la sua intrinseca importanza rivoluzionaria, evidentemente: se i risultati saranno confermati, cade una certezza che ben pochi pensavano potesse essere messa in discussione. Credo che sia il valore storico dell' "istituzione", del "dogma" che viene abbattuto, ad avere attratto tanta gente ad interessarsi, almeno per qualche giorno, a discussioni scientifiche puramente teoriche. E penso che abbia contribuito l'approccio, inusuale ma a mio avviso piuttosto sano, alla divulgazione dei risultati che ha avuto l'equipe dei ricercatori: data l'importanza del fatto osservato, esporre i dati preliminari invitando i colleghi di tutto il mondo a discutere e proporre obiezioni e critiche.
Ed è da questo che viene il piacere di vedere un pubblico vasto che si interessa e discute di scienza: l'attrattiva della materia risiede appunto nel fatto che i dogmi non esistono, e tutte le certezze possono essere rimesse in gioco di fronte a nuovi fatti, e qualsiasi teoria consolidata può essere aggiornata o del tutto abbandonata se il progredire delle conoscenze acquisite lo richiede. E la nuova teoria sarà valida e riconosciuta da tutti finchè non sarà elaborata una ulteriore teoria che meglio si accorda con i fatti osservati. Non ci sono Sacre Scritture, ma solo regole su come procedere; se un "dogma" viene abbattuto, non si lanciano anatemi o scomuniche, ma si festeggia; e l'eresia, almeno nei casi migliori, è progresso.

Mentre i fisici teorici hanno già iniziato a brancolare in cerca di cornici interpretatve, può darsi che domani ci accorgeremo che tutto il clamore di questi giorni era nato da un dispetto degli strumenti di misura o da una malignità della statistica, e ci siamo entusiasmati per nulla: ne valeva la pena ? Comunque sì. Una platea vasta ha discusso di argomenti mai toccati prima, e il minimo che può essere capitato è che qualcuno si sia appassionato ad abbia imparato qualcosa che prima non conosceva.


E infine, sentire il ministro competente ("competente" è la battuta più spassosa di tutte) che si figura di avere fatto costruire un tunnel sotterraneo lungo 730 Km, e averlo pagato quanto un kilometro di TAV, è talmente divertente che valeva già da sè il prezzo del biglietto.

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