lunedì 9 dicembre 2013

Il senso della vita

Oggi vorrei suggerirvi questa lettura, sull'antico tema di ciò che è vivo e ciò che non lo è: semplice, esauriente, e non banale.

4 commenti:

  1. Belin! E' ancora più lungo dei tuoi post :-)

    Scherzi a parte, lo leggerò con calma appena possibile. Sembra uno spunto interessante che merita di essere approfondito e capito, dunque mi ci vuole un po' di tempo e un'attenta lettura.
    Per ora mi sono fermato a La mia conclusione è "no". In realtà, ho deciso, la vita non esiste. Lasciatemi spiegare.

    Sueña el rey que es rey, y vive
    con este engaño mandando,
    disponiendo y gobernando


    O forse devi smetterla di leggere certe riviste ;-)
    Lo dicono qua:
    http://sociedad.elpais.com/sociedad/2013/12/11/actualidad/1386798478_265291.html

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  2. La critica alle riviste "di lusso" è del tutto legittima e fondata; d'altra parte, una volta individuato uno spunto interessante in mezzo, occorre riconoscerlo, a molta cianfrusaglia più o meno rumorosa ma poco sostanziosa, vale la pena sottoporlo all'attenzione dei miei quattro lettori solo se riguarda qualche tema sufficientemente impattante sugli interessi di tutti. Personalmente, potrei essere molto interessato a ricerche sulle variazioni nelle popolazioni di microrganismi in funzione del tasso di umidità del terreno, ma chi mai altro potrebbe aver voglia di leggere alcunchè su un tema del genere, per quanto lo studio possa essere ben fatto ? E così si ritorna alla giusta critica esposta nell'articolo, vista dalla sua faccia speculare... o no ?

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    Risposte
    1. In un certo senso, le riviste fanno bene a cercare di aumentare il numero di lettori: devono vendere abbastanza, perlomeno per tirare a campare.
      La ricerca scientifica invece non dovrebbe avere certi vincoli di dover necessariamente essere intrigante, interessante, coinvolgente, di dover avere immediate ricadute economiche, ecc...
      Misurare con le riviste di successo la "bontà" di uno studio non credo che sia una bella idea. Ma questo lo so pure io che non sono uno scienziato... la pubblicazione su una rivista potrebbe essere un indicatore del fatto che lo studio è interessante così come potrebbe non esserlo.
      Senza poi tenere conto delle "verità scomode"...
      Se la rivista X riceve soldi dalla multinazionale Y come fa poi a pubblicare uno studio Z in cui si dimostra che il prodotto della multinazionale è dannoso?
      Da profano ne capisco che per valutare uno studio scientifico serva qualcosa di diverso dalle riviste di successo.

      Per tornare al tuo post originario, ho letto l'articolo, e il fatto che non si sia ancora riusciti a trovare una definizione scientificamente accettabile di "vita" lo trovo una bella sfida da raccogliere, nulla di drammatico a scoprire che qualcosa ci sfugge.
      Magari abbiamo solo troppa fretta di sapere la soluzione del problema, ci riusciremo tra cent'anni? di più? di meno? Chi ...vivrà vedrà.

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  3. O magari arriveremo alla conclusione che una definizione non è poi così necessaria, se non per le esigenze classificatorie del nostro linguaggio limitato. Viviamo in un universo così infinitamente vario e ricco di sfumature (e di confini indistinti), da sfuggire alla nostra pretesa di etichettare tutto.

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