mercoledì 1 gennaio 2014

Nuovo anno e bollicine


Nel 1880 Lord John Crichton, conte di Erne, spedì un nuovo amministratore a gestire i suoi latifondi nell'ovest dell'Irlanda. In quell'epoca i proprietari terrieri britannici non godevano della proverbiale bonomia della popolazione irlandese: l'Inghilterra era in piena industrializzazione ed urbanizzazione, e l'agricoltura irlandese produceva derrate (principalmente cereali) destinate a sfamare le masse operaie delle città inglesi. La maggior parte dei terreni era nelle mani di proprietari britannici e gli agricoltori irlandesi erano affittuari o lavoravano come braccianti, ricavando il minimo necessario per la sussistenza, o possibilmente qualcosa meno. La base della loro alimentazione erano le patate, il prodotto allora meno appetito dalle mense britanniche.
Erano passati una trentina di anni dalla disatrosa prima infestazione di peronospora, che aveva pressochè azzerato la produzione di patate, ed il fatto che, allora, la richiesta irlandese di trattenere i cereali destinati all'esportazione per sfamare la popolazione locale fosse stata respinta dai proprietari terrieri britannici era ancora ben fermo nella memoria collettiva.
Il problema della peronospora era ancora tutt'altro che risolto, se non con l'adozione di varietà di patata un pò più resistenti alla malattia, e l'adozione di tecniche di coltivazione meno favorevoli alla propagazione del parassita. Proprio in quegli anni si era scoperto, in modo più o meno casuale, l'effetto preventivo del rame, ma il suo uso non era ancora nella pratica comune.
Insomma, i tempi erano ancora grami per i fittavoli e i braccianti irlandesi. Il nuovo amministratore del conte, che proveniva dalle fila dell'esercito di Sua Maestà, si distinse subito per arroganza, incompetenza, rigidità inutile ed autoritarismo gratuito.
Cascò male, perchè nello stesso tempo la Lega Irlandese dei Lavoratori della Terra lanciava una campagna per ottenere tutele minime per gli affittuari, sempre più immiseriti dalle condizioni dettate dai possidenti e sempre più a rischio di sfratto.
Questo clima di nuova coscienza collettiva portò non solo i dipendenti delle tenute, ma tutta la popolazione della piccola contea di Mayo a solidarizzare contro il prepotente nuovo arrivato: non solo i dipendenti non gli ubbidivano e facevano di testa loro, la servitù non puliva i suoi alloggi e non gli preparava da mangiare; ma nessuno in paese gli rivolgeva la parola, i commercianti non gli davano ascolto, il barbiere non lo radeva, nelle trattorie non lo servivano. Tutti si comportavano come se lui non esistesse. Dovette arrangiarsi a cucinare e a svolgere da solo tutte le faccende domestiche; infine, in autunno, dall'Inghilterra arrivò una scorta armata che (aiutandolo a portare i bagagli, che altrimenti...) se lo riportò indietro. Così, nel dicembre di quello stesso anno, l'amministratore del conte di Erne, di nome Charles Cunningham Boycott, lasciò l'Irlanda, con la magra consolazione di passare alla storia prestando, suo malgrado, il proprio nome all'invenzione del boicottaggio.
Il boicottaggio, seconda grande invenzione irlandese, ci serviva giusto da introduzione per l'oggetto di questo post, che è invece la prima grande invenzione irlandese (con il che, per quel poco che ne so io, la lista delle grandi invenzioni irlandesi potrebbe dirsi conclusa): una famosa birra molto scura fatta con orzo tostato, dalla schiuma molto persistente per via delle bollicine contenenti non solo anidride carbonica, ma anche azoto.
Talmente famosa da essere stata utilizzata, nel 1999, come modello virtuale da alcuni ricercatori australiani, per una simulazione al computer di fluidodinamica, la quale dimostrò per la prima volta la possibilità teorica che parte delle bollicine potesse muoversi anche dall'alto verso il basso nel bicchiere.
La simulazione lasciò molto scettica la comunità scientifica, finchè, nel 2004, un ulterore gruppo di studiosi americani e scozzesi verificò il fenomeno sul campo, su un campione di diversi litri di birra vera - mica fessi - con l'aiuto di una telecamera da 750 immagini al secondo. Ebbene sì, le bollicine possono muoversi anche verso il basso, lungo la parete del bicchiere.
Come si spiega ?
Le bollicine sono ovviamente più leggere del liquido e quindi tendono a salire, trascinando con sè, per attrito, il liquido circostante. Ma ovviamente, tutta la massa di birra non può mettersi a salire in alto in blocco. Poichè al centro del bicchiere manca l'attrito delle pareti, una colonna di liquido tenderà a salire verso l'alto, trascinata dalle bollicine, più velocemente nel mezzo; di conseguenza, si creerà una corrente di ritorno dall'alto verso il basso, lungo le pareti del bicchiere, sufficiente a trascinare con sè le bollicine più piccole.
Occorre dire che già molto tempo prima dell'interessamento degli scienziati, diversi bevitori molto esperti avevano osservato il fenomeno delle bollicine che si muovono all'ingiù; e, ahimè, è triste constatare una certa ombra di oscuro pregiudizio nel fatto che gli esperti bevitori tendano ad essere scarsamente creduti quando fanno affermazioni al di fuori dei canoni dell'ortodossia, pur se nel loro proprio campo di massima competenza.
Ma non abbiamo ancora finito di sviscerare la questione: anche la forma del bicchiere ha la sua influenza. Cosa succede in un bicchiere non cilindrico ma svasato (più stretto in fondo che in alto) ? In questo caso, le bollicine aderenti al vetro, muovendosi verso l'alto, tenderanno ad allontanarsi dalle pareti, lasciando più spazio libero alla corrente in discesa ed accelerando il fenomeno.
Questo particolare effetto dell'inclinazione delle pareti era stato osservato, nel verso contrario, per la sedimentazione dei campioni di sangue, negli anni '20 del novecento: tenendo le provette inclinate, la separazione del siero dalla componente cellulare è più veloce. In questo caso il liquido deve farsi strada verso l'alto in mezzo a corpuscoli più pesanti che tendono a trascinarlo giù, ma il principio è lo stesso. Prende il nome dal medico che per primo lo osservò, per nulla imparentato con il personaggio ignorato all'inizio di questa storia, e si chiama "effetto Boycott".
Prosit.

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