sabato 1 settembre 2018

A bordo


Anche voi, vero, quando vi trovate al cospetto di un'automobile che espone sul lunotto il vistoso adesivo "Bebè a bordo", pensate: "Ah bè, c'è il bebè a bordo, allora magari eviterò di esplodere colpi di rivoltella verso l'abitacolo, e sorpasserò senza tagliargli la strada per buttarlo nel fosso come faccio di solito" ? Bravi. Proprio come me.
L'adesivo di avviso dovrebbe apparire superfluo, se non addirittura irritante, a meno che non abbiate la coscienza davvero molto ma molto sporca sulla vostra condotta lungo le strade. Perché mai dovrebbe essere rilevante ai fini dell'attenzione che dedico alla guida o dovrei modificare una virgola del mio comportamento se a bordo dell'auto c'è un bebè piuttosto che un anziano o un disabile o una persona qualsiasi o un australopiteco (si noti, di passaggio, l'uso corretto del "piuttosto che" sebbene in questo caso possa apparire sottile la differenza rispetto all'uso che ne fanno i barbari) ? Ci si aspetta che io abbandoni ogni attenzione alla sicurezza negli altri casi ? La premurosa esposizione dell'avvertimento della presenza del bimbo a bordo lascia intendere che la mamma si ritenga circondata dalla più generale inosservanza del codice della strada da parte di una popolazione di gangster sanguinari pronti a uccidere per una precedenza, ma che si squaglieranno di commozione all'idea che nell'auto ci sia un pupo ?
E la fine di ogni possibile bellezza di tanti materni timori si raggiunge quando sorpassi l'automobile col bebè a bordo con tutte le prudenze del caso e mantenendo le debite distanze, e scorgi la mamma premurosa alla guida mentre digita messaggi sul telefonino.

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