giovedì 17 dicembre 2009

La papera nella foto, l'oca con la carta di credito e il batterio con la messa a terra: è un post complicato


La Conferenza sul clima di Copenhagen, che avrebbe dovuto essere l'occasione in cui ci giochiamo la pelle, si avvia alla conclusione prevedibilmente con un nulla di fatto e, se va molto bene, con un rinvio delle decisioni cruciali, magari a quando sarà già troppo tardi. Qui si richiedeva ai leader politici di fare i leader politici, cioè di avviare percorsi lungimiranti di programmazione del futuro; gli unici sforzi in tal senso sono venuti dai paesi del terzo mondo, ma le buone intenzioni sono state strangolate nella culla dai paesi ricchi: a quanto pare, le cosiddette democrazie capitalistiche non sono in grado di esprimere veri leader politici, ma solo cani da guardia del profitto imprenditoriale; e questo qualche cosa vorrà pur dire. In questo scenario di confronto tra diverse visioni del mondo e concezioni dei rapporti tra l'uomo e le risorse che esso utilizza, dove ogni decisione ha un impatto fondamentale sulla vita delle generazioni a venire, dove insomma occorrono davvero delle capacità, l'Italia gioca il suo asso: la Prestigiacomo. Io me la immagino, presa e concentratissima, a fare shopping per le strade di Copenhagen con la carta di credito del Ministero, per qualche ora di frenetica attività, prima di rilassarsi finalmente per qualche minuto sulle comode poltrone del Centro Congressi in cui si svolge quella noiosissima conferenza di cui tanto non capisce un'acca.
Fatta questa introduzione polemica, partirei con due notiziole che ho trovato ieri sul sito internet di Le Scienze, prendendo però le questioni un pò alla larga. Intanto un quesito che potrebbero porsi i bambini, ma al quale difficilmente gli adulti sono capaci di rispondere: quali sono gli animali che pesano complessivamente di più sulla superficie della Terra ? Per rispondere in modo razionale, fissiamo una categoria classificatoria abbastanza riconoscibile (quasi) ad ogni livello: poichè non tutti sono capaci di distinguere un gabbiano glauco da un gabbiano reale (c'è di peggio: una volta ho sentito con le mie orecchie una signora additare alla curiosità del suo bambino un gabbiano reale austeramente posato sui macigni frangiflutti del molo: "Guarda, hai visto la papera ?"), procediamo per Famiglie: Sciuridi (scoiattoli), Elicidi (le nostre comuni chiocciole) Strigidi (gufi), eccetera. Se deve individuare gli animali più "pesanti" sul pianeta uno pensa subito alle enormi balene, ed è tentato di rispondere: Balenotteridi. Però si tratta di un gruppetto di specie per lo più ridotte a poche migliaia o, peggio, poche centinaia di individui, ed il loro peso complessivo è in realtà piuttosto trascurabile. Allora la risposta sembra diventare ovvia: se noi umani siamo sei miliardi e siamo sparsi in ogni angolo del globo, diventa chiaro che i più "pesanti" di tutti sono gli Ominidi, con la loro unica specie.
Ma anche questa risposta è sbagliata. La famiglia animale più abbondante sul pianeta è quella dei Formicidi. Le formiche ci sovrastano per numero, distribuzione e massa complessiva.
Se non avete indovinato non prendetevela, il quesito era del tutto ozioso, e serviva solo come traccia propedeutica per il successivo: quale tra i cinque regni della vita costituisce la massa totale maggiore ? Procarioti (Batteri), Protisti (organismi unicellulari dotati di nucleo ed organelli, ed alghe), Funghi, Piante o Animali ?
Qui la risposta viene molto facile, basta guardarsi attorno (o anche passare una giornata a tosare l'erba del giardino): Piante. Ed in questo caso la prima evidenza è anche quella probabilmente più corretta. Ma non ne siamo del tutto sicuri: come le piccole e numerosissime formiche riescono a superare gli uomini per peso complessivo, la continua scoperta di ambienti impensabili nei quali i batteri riescono a svilupparsi in modi straordinariamente originali mette in discussione il primato delle piante in fatto di biomassa totale. Credo che i primi dubbi siano sorti circa venticinque anni fa, con la scoperta di batteri nelle vene d'acqua delle rocce di profondità. Quella scoperta dimostrò che il fattore critico per l'esistenza della vita è la prsenza di acqua allo stato liquido, senza particolari limiti riguardo alla temperatura. Infatti l'acqua presente nelle rocce profonde, a causa delle elevatissime pressioni, è liquida a temperature che si aggirano sui 270°C, ed i batteri adattati a vivere in questo tiepido brodino muoiono, se si può dire così, "assiderati" attorno ai 60°C.
E da un batterio del sottosuolo e delle rocce (ma non così profonde) del genere Shewanella, giunge la interessante novità che trovate qui:

http://lescienze.espresso.repubblica.it/articolo/Batteri_che__respirano_roccia__e_producono_elettricità/1341378

Poichè il microrganismo vive a profondità tali da non avere ricambio di aria, ma ottiene l'energia necessaria al suo metabolismo dall'ossidazione di composti organici così come facciamo noi, anzichè appioppare gli elettroni che "avanzano" dalle reazioni di ossidazione all'ossigeno (che non c'è) per ridurlo ad acqua come facciamo noi, "scarica" tali elettroni di risulta sul ferro. Il problema del batterio è che nei minerali del sottosuolo ben difficilmente il ferro si trova in forma solubile, e quindi non può essere portato all'interno della cellula per poter essere "respirato". La micromeraviglia della natura che è stata recentemente scoperta in Shewanella è un apparato filamentoso di conduzione elettrica che attraversa la membrana e la parete cellulare, e funziona pari pari come un cavo di messa a terra di un macchinario elettrico, attraverso il quale gli elettroni vengono indirizzati sui minerali ferrosi all'esterno della cellula. In tal modo ogni cellula batterica alimenta una microcorrente elettrica che a sua volta le permette di mantenere attivo il suo metabolismo ossidativo.
In generale, le performance metaboliche delle Shewanella non vengono molto apprezzate dall'umanità: diverse specie di questo stesso genere vivono in mare e degradano la sostanza organica sul fondo in condizioni anaerobiche, rendendosi responsabili del caratteristico odore di pesce marcio; ma la prospettiva futuribile di ottenere delle batterie "a batteri" (ideali anche per simpatici giochi di parole e calembour), magari alimentate, ad esempio, con gli scarichi delle nostre reti fognarie, che nello stesso tempo decompongono i rifiuti organici e producono corrente elettrica, potrebbe renderci più simpatico tutto il gruppo.

Seconda notiziola: il motivo per cui la Prestigiacomo è a Copenhagen è che il Protocollo di Kyoto era un esercizietto propedeutico facile facile, serviva giusto a far vedere la buona volontà di fare il primo passo: 5 % di riduzione mondiale delle emissioni di CO2 nel quadriennio 2008-2012 rispetto ai livelli del 1990, diversamente distribuito tra i diversi paesi secondo le loro responsabilità nell'inquinamento: 8 % per l'Unione Europea, inezie per l'Italia. Rispetto all'entità del problema, un nulla. Nonostante questo, l'Italia è attualmente ultima nell'applicazione del Protocollo: siamo a metà del periodo di valutazione e, mentre tutti gli altri paesi procedono spediti sulla via delle riduzioni, la nostra produzione di gas a effetto serra anzichè diminuire aumenta (e dovremo pagare una multa salata). A Copenhagen si sarebbe dovuto fare il primo vero passo importante, e tale passo non ci sarà, ma anche sul piano della manifestazione delle buone intenzioni siamo in coda alla classifica, dato che dalla ratifica del trattato si sono succeduti un governo (Prodi) che ha fatto troppo poco, ed un altro, quello del migliore statista degli ultimi 150 anni, che ha fatto nulla, o se qualcosa, ha peggiorato la situazione.
Oltre ad essere insufficiente, il Protocollo di Kyoto contiene anche qualche grossolano errore, che dovrebbe essere corretto. Il più evidente è quello di considerare "a bilancio zero" ai fini dell'anidride carbonica, la produzione di combustibili da masse vegetali fresche (il bio-etanolo, o come altrimenti volete chiamarlo), poichè si considera che l'anidride carbonica prodotta dalla combustione sia grossomodo la stessa che è stata assorbita dalle piante attraverso la fotosintesi durante la crescita (mentre quando bruciamo petrolio o carbone rimettiamo in atmosfera in un attimo tutta l'anidride carbonica assorbita dalle piante nell'arco di milioni di anni); fin qui, tutto bene.
Il problema è che non si tiene conto delle variazioni di destinazione delle superfici: se per coltivare piante destinate alla produzione di combustibili recupero un'area incolta dove crescono solo arbusti a crescita lenta, e semino piante a crescita veloce, in effetti aumento l'efficienza fotosintetica di quell'area, e quindi il conto torna; ma se (e questo accade più spesso) per aumentare la superficie coltivata disbosco una foresta pluviale equatoriale, che è il sistema più efficiente possibile nella cattura di anidride carbonica, altro che bilancio zero: ho fatto un danno mortale; il Protocollo di Kyoto non ne tiene conto.
Ma la produzione di combustibili attraverso l'agricoltura pone un altro problema fondamentale (sul quale insiste da anni uno che di mestiere ha sempre fatto il leader politico e non il servo delle imprese, e quindi, nonostante l'età, guarda sempre avanti e non nelle tasche: Fidel Castro): in questo modo noi mettiamo in concorrenza, per l'acquisto dei beni prodotti dalla stessa superficie di terreno, la signora africana che deve mantenere la sua famiglia con un dollaro al giorno, ed il giovane porco figlio di papà occidentale che deve riempire il serbatoio del suo SUV. L'agricoltore venderà i suoi prodotti a chi è disposto ad offrire di più: secondo voi chi vince ?
E adesso spunta fuori, e lo trovate qui:

http://lescienze.espresso.repubblica.it/articolo/Più_ozono_nell_aria_con_i_motori_a_etanolo/1341331

un ulteriore problema che rende ancora più discutibile l'uso degli agrocombustibili: incrementerebbero le emissioni di ozono, un potente ossidante pericoloso per la salute di chi lo respira.
Ne approfitto per ricordare che, siccome tutto è relativo, l'ozono è un prezioso schermo alle radiazioni ultraviolette negli strati alti dell'atmosfera, e la sua diminuzione in quella sede stava creando rischi molto seri per la nostra salute; in quel caso l'umanità è stata capace di prendere misure adeguate, e pare che il problema si stia lentamente risolvendo; l'ozono al livello del suolo, invece, è un inquinante pericoloso. Ancora stamattina, in una trasmissione radiofonica, la telefonata di un ascoltatore reclamava come fatto impossibile che "l'anidride carbonica sia responsabile del buco nell'ozono"; certo che è impossibile, sono due problemi del tutto diversi: idee poche ma confuse. Però su chi viene eliminato dal Grande Fratello tutti sanno tutto. Ci serve più informazione ! Io cerco di fare quello che posso, aiutatemi.

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