Dopo la conclusione nel nulla del vertice di Copenhagen, negli ultimi mesi la questione clima è stata brillantemente risolta facendola sparire dai mezzi di informazione: non sarebbe tempo di riportarla al livello di attenzione che merita ?
Inizierei col dire che il finto e inconcludente documento finale di Copenhagen non è, secondo me, la peggiore delle soluzioni possibili: meglio nessun accordo (quale, di fatto, è stato l'esito del vertice) che un cattivo compromesso; dato che il problema è ineludibile, questo ci obbligherà a rimboccarci le maniche e a ricominciare da capo e seriamente.
Poi, non credo che si possa pretendere di affrontare un argomento del genere ragionadoci sopra in un solo post: bisognerà andare avanti per qualche puntata (butto lì un'ipotesi di trilogia, ma le puntate potrebbero essere due, o quattro, o dieci: siamo di ampie vedute: non abbiamo nulla contro le coppie di tre, nè le trilogie di quattro elementi); dato che la mia percezione delle sensazioni popolari sull'argomento è di diffusa disinformazione (ma dal mio punto di osservazione ho forse una visione distorta, vivendo nella paludose pianure a nord del Po, coltivate ad ignoranza), partirei dai fondamentali, giusto per cominciare a mettere a fuoco i concetti-base.
Ascoltando (e purtroppo anche leggendo) qua e là, la sensazione è che l'effetto serra, nella testa della gente, venga messo in un gran calderone sotto la voce "inquinamento" dove tutto si mescola indistintamente. Molti confondono l'effetto serra con il "buco dell'ozono", e da qualche parte ho persino letto qualcuno mettere in relazione l'aumento della concentrazione di CO2 nell'atmosfera e il rischio di tumori polmonari; insomma, confusione e disinformazione galoppano a spron battuto.
L'effetto serra è analogo a quello che sperimentiamo nelle nostre case d'estate tenendo chiusi i vetri delle finestre con il sole che batte: la radiazione solare passa attraverso i vetri e scalda la stanza; la radiazione riflessa, che restituirebbe indietro l'energia assorbita e raffredderebbe l'ambiente, ha una lunghezza d'onda maggiore (cioè minore energia) ed i vetri la trattengono, quindi la stanza si riscalda molto di più che se tenessimo la finestra spalancata.
Nell'atmosfera terrestre ci sono diversi gas che hanno all'incirca lo stesso effetto dei vetri delle nostre finestre: vapore acqueo, metano, anidride carbonica, ecc. Ci sono sempre stati, e ci sono state epoche nelle quali erano più abbondanti di oggi; infatti ci sono stati periodi geologici nei quali la temperatura della Terra era più alta di quella di oggi. E quindi ? Qual è il problema ? Il problema è che allora non c'eravamo noi.
Il gas-serra di gran lunga più abbondante nell'atmosfera è l'acqua (come vapore); tuttavia, attribuiamo la parte maggiore di responsabilità del riscaldamento del pianeta all'anidride carbonica, che è presente in concentrazioni molto basse (meno -per il momento- dello 0,04 %). Perchè ?
L'acqua entra ed esce dall'atmosfera con molta facilità, evaporando dai mari e precipitando come pioggia, in un ciclo continuo che tende a mantenere la sua concentrazione media nell'atmosfera grossomodo costante.
Il ciclo dell'anidride carbonica è un pò più delicato: viene rilasciata un pò dall'attività vulcanica, e un pò da tutti quei meccanismi che bruciano (cioè ossidano) composti organici, generalmente per produrre energia: così noi, come tutti gli altri animali, respiriamo ossigeno per ossidare zuccheri e grassi, ed espiriamo anidride carbonica come risultato di questo processo. La stessa cosa fanno i nostri motori, i nostri impianti di riscaldamento, molte delle nostre industrie, la grande maggioranza delle centrali elettriche, tutti i processi che ricavano energia dalla combustione di petrolio e derivati o assimilati (carbone e metano compresi). In definitiva, dato che la maggior parte dell'energia elettrica si ricava bruciando petrolio, praticamente ogni attività umana che comporti un consumo di energia, e anche ogni oggetto che adoperiamo, per la sua produzione ed il suo trasporto, contribuisce a rilasciare anidride carbonica nell'atmosfera.
Il meccanismo fondamentale attraverso cui l'anidride carbonica esce dall'atmosfera e viene riassorbita è la fotosintesi, attraverso cui le piante catturano la CO2 e la trasformano di nuovo in zuccheri, cioè composti organici ad alto contenuto energetico, sfruttando l'energia della luce per operare questa trasformazione "in salita".
Come si può facilmente capire, nel caso dell'anidride carbonica è molto facile rompere la situazione di equilibrio e provocare un aumento netto di concentrazione del gas nell'atmosfera. Che è esattamente quello che si sta verificando negli ultimi 150-200 anni, cioè dall'inizio dell'era industriale, come risultato dell'incremento delle attività produttive e dei consumi da una parte, e della diminuzione della superficie delle foreste dall'altra.
Principali conseguenze prevedibili per l'aumento di concentrazione di CO2: non certo l'aumento dei tumori polmonari, chè a quello provvediamo alla grande con ben altri inquinanti; l'aumento, anche di pochissimi gradi, della temperatura media della Terra, comporta: riduzione dei ghiacciai, con conseguente diminuzione di disponibilità di acqua; quindi desertificazione di vaste aree del pianeta, che diventeranno impraticabili per l'agricoltura, e necessità di emigrazione per le popolazioni ivi residenti; riduzione della quantità di acqua immagazzinata come ghiaccio ai Poli, e conseguente aumento del livello del mare; e inoltre l'aumento medio della temperatura dell'aria comporta anche un aumento delle differenze di temperatura tra masse d'aria, quindi perturbazioni atmosferiche più violente; scomparsa di alcuni habitat importanti nella biosfera.
Cosa possiamo fare per evitare tali effetti catastrofici ? Inutile girarci intorno: bisogna ridurre drasticamente i consumi, con buona pace di Confindustria, dei suoi analoghi su scala mondiale, e dei loro profitti, e sfruttare il più possibile le fonti di energia a zero emissioni, cioè non basate sulla combustione (solare ed eolico). Punto. Di qui non si scappa.
Fin qui le basi più elementari. Alle prossime puntate per le questioni meno ovvie.
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