martedì 26 aprile 2011

...e infatti ci andrà

Non avevo neanche finito di scrivere il post precedente, che la bestia che occupa maldestramente Palazzo Chigi ha candidamente dichiarato alla stampa: "Cari elettori che tanto mi amate, la sospensione del programma nucleare italiano è un trucco bello e buono per impedirvi di esprimervi nel referendum, altrimenti avreste votato contro; invece vi appiopperemo ugualmente le centrali nucleari, contro la vostra volontà, tra qualche anno, quando vi sarete dimenticati di Fukushima e riusciremo a fare passare tutto senza tanto clamore. Cercate di dimenticarvi in fretta perchè i miei amici costruttori, famelici appaltaroli, premono."
Papale papale, alla faccia di quelli che sostengono che Berlusconi dica le bugie.

Vi anticipo che quel giorno verrà opportunamente sbendato e smummificato anche Chicco Testa, che riprenderà il suo infestante presenzialismo gramignesco come se niente fosse.

Potrebbe andare peggio...



Lo scorso 21 aprile la rivista Nature ha pubblicato un articolo sui principali fattori di rischio relativi alle centrali nucleari, prendendo in esame, fondamentalmente, fattori "esterni" (terremoti, eventi accidentali di vario genere, attentati, ecc.), "interni" (costruzione, funzionamento, età dell'impianto), ed umani (cultura ed addestramento degli operatori). Non sto a dilungarmi su tutto il contenuto, che trovate per esteso qui; sottolineo soltanto un altro elemento, che come scrive Nature, è la lente attraverso cui valutare tutto il resto dei fattori di pericolosità. A Fukushima sono stati fatti allontanare, o invitati a farlo, i 172000 residenti nel raggio di 30 km; ebbene, delle 211 centrali nucleari funzionanti al mondo, i due terzi hanno un numero di abitanti SUPERIORE entro i 30 km di distanza (che ci può apparire sorprendente a causa del luogo comune del Giappone sovraffollato di cui cadiamo facilmente vittime); 21 centrali hanno più di 1 milione di persone che vivono entro 30 km, e 6 ne hanno più di 3 milioni.

giovedì 21 aprile 2011

Fin che la barca va

«Chi crede che una crescita esponenziale possa continuare all'infinito in un mondo finito è un folle, oppure un economista.»
(Kenneth Boulding)

martedì 19 aprile 2011

No Nuke, no quorum ?

Dopo lo sperpero di 350 milioni di Euro per non unificare la data dei referendum con quella delle elezioni amministrative, oggi nuovo passo del Governo per evitare che si raggiunga il quorum.
Viene presentato un emendamento raffazzonato in fretta e furia, inserito nel fantasmagorico decreto "omnibus" (come dire "una legge in cui si tratta di tutto un pò") che esplicita "non si procede alla definizione e attuazione del programma di localizzazione, realizzazione ed esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare". Cioè annulla il famoso piano di rilancio nucleare contro cui era stato proposto il referendum.
Legiferando nella direzione richiesta dal quesito referendario, mi pare invitabile la cancellazione del quesito stesso. E' un successo ? Piuttosto una doppia trappola. Si toglie di mezzo il referendum di più forte impatto sull'opinione pubblica, che avrebbe potuto trascinare anche gli altri al raggiungimento del quorum; tanto, in questo momento il piano di "rilancio del nucleare" sarebbe stato impraticabile: piuttosto che affrontare una bocciatura referendaria che saprebbe di definitivo, meglio rimettere tutto nel cassetto per ritirarlo fuori più avanti, ad acque calmate e coscienze nuovamente assopite. Ma se per raggiungere l'obiettivo della neutralizzazione dei referendum il Governo è disposto a tagliarsi (momentaneamente) un arto (quello che arraffa, grazie ai lucrosissimi appalti che avrebbero dovuto essere distribuiti ad imprenditori amici ed amici degli amici), rimane da decidere quale altra questione è di così vitale importanza da ricorrere a tanto sacrificio pur di zittire gli elettori:
- la privatizzazione della distribuzione dell'acqua potabile, altra grande promessa di lucro facile per imprese con gli opportuni santi in paradiso, a scapito dell'utenza; ed ancor più lucrose prospettive ricattatorie in un futuro non lontano, quando la risorsa scarseggerà;
- o quel che rimane del legittimo impedimento per alte cariche dello stato preferibilmente basse e con misteriosi trascorsi di tricointermittenza ?


Noi comunque il 12 giugno saremo lì.

venerdì 15 aprile 2011

Da Macondo a Berlino

"In realtà, l'unica cosa che riuscì a isolare nei borbottii catarrosi fu l'insistente martellamento della parola equinozio, equinozio, equinozio, e il nome di Alexander von Humboldt."

E' tutto ciò che Aureliano Buendìa riesce a discernere nel delirio poliglotta di Melquìades in Cent'anni di solitudine.





Alexander von Humboldt (Berlino, 1769 - 1859), fu biologo, esploratore, geologo, botanico ed anche vivido pittore, come dimostra questa raffigurazione del viaggio al Chimborazo. Dal 1799 al 1804 intraprese un celebre viaggio di esplorazione dell'America meridionale e centrale. Risalì il Rio delle Amazzoni, dimostrò l'anastomosi tra tale bacino fluviale e quello dell'Orinoco attraverso il canale naturale Casiquiare; scalò il vulcano Pichincha (4960 m) e tentò di raggiungere la vetta del Chimborazo (6310 m), fermandosi però presumibilmente a quota 5600; in cambio dell'impresa non riuscita, fornì alla medicina moderna la prima descrizione tecnica dei sintomi del mal di montagna.
Scoprì le proprietà fertilizzanti del guano (una delle pochissime vie di ritorno dal mare alla terra del ciclo dell'azoto). Descrisse oltre 6000 specie di piante fino ad allora sconosciute e fu tra i pionieri della vulcanologia moderna. Osservò e descrisse quella che chiamiamo Corrente di Humboldt.
Al ritorno dall'America, sbarcò a Bordeaux, si stabilì a Parigi e divenne amico dell'esule Simon Bolivar. Le sue scoperte e le sue esplorazioni avevano suscitato un clamore universale: nel primo decennio dell'800 Humboldt e Napoleone erano i personaggi più famosi del mondo.
Solo il suo vibrante appello contro la schiavitù era rimasto praticamente inascoltato.
Una volta ritornato a Berlino, ebbe dallo zar di tutte le Russie Nicola I un finanziamento per l'esplorazione della Siberia, dagli Urali alla Cina, in cerca di risorse minerarie sfruttabili; ma fu un viaggio molto meno libero del precedente: noto per le sue idee filorivoluzionarie, Humboldt era seguito passo per passo da poliziotti e funzionari dello Zar; scoprì comunque la prima miniera di diamanti fuori dalla fascia tropicale.
Dedicò l'ultima parte della sua vita ad un'opera monumentale per la sua stessa concezione: racchiudere in un solo testo tutte le conoscenze allora disponibili sul mondo materiale, dall'astronomia alla geologia alla biologia. I cinque volumi del suo Kosmos furono pubblicati tra il 1845 ed il 1862, l'ultimo postumo.
Aveva ancora una volta suscitato scalpore, a Berlino, la sua partecipazione ai funerali dei rivoltosi del 1848 vittime della repressione monarchica.

Charles Darwin fu un appassionato lettore di Humboldt, e probabilmente questo fu una spinta per Darwin a voler visitare il Sudamerica per ammirare i luoghi e le meraviglie della natura che Humboldt aveva minuziosamente descritto e dipinto, e quindi ad intraprendere il famoso viaggio intorno al mondo da cui nacque tutto quel che sappiamo. La visione della Natura di Humboldt era quella, tutto sommato tradizionale, di un insieme diversificato ma coerente, governato da un'armonia unitaria e pervasiva. Egli fu il più grande divulgatore del suo tempo, ed aveva osservato che le grandi opere scientifiche, paradossalmente si autocondannano all'oblio nello stesso momento in cui aprono la strada a nuovi grandi avanzamenti che riformano le conoscenze. Il cerchio si chiuse nel 1859, con la morte di Humboldt e la quasi contemporanea pubblicazione de L'Origine delle Specie, che mandava in frantumi le idee di armonia interna unitaria e benevola come guida del corso della natura e della sua diversità.

Ad Alexander von Humboldt è intitolata l'Università di Berlino, che fu frequentata a vario titolo da Hegel, Marx, Engels, Einstein ed Angelino Alfano.
Quest'ultimo, in verità, assente ben poco giustificato.
In visita a Berlino per incontrare il suo omologo ma non analogo tedesco nel pomeriggio, e non avendo nulla da fare la mattina, si è fatto organizzare dall'ambasciata una vetrina di prestigio all'Università: secondo il comunicato pomposamente esibito dal Ministero della Giustizia italiano una lectio magitralis; nell'invito pubblicato dall'Università di Berlino una semplice conferenza-dibattito su "Lotta contro la criminalità organizzata internazionale ed il terrorismo".
Il professor Heger ha cortesemente accettato e si è prestato come moderatore del dibattito.
Ma la richiesta di una selezione degli inviti per riservare l'accesso ad un pubblico compiacente è stata troppo: la Humboldt Universitat non organizza dibattiti con platea ammaestrata: l'annuncio della conferenza è pubblico e partecipa chi vuole. Qui le cose hanno cominciato a mettersi male per il Ministro dell'Impunità: i molti italiani che vivono a Berlino avevano molte cose da chiedere sullo sfacelo della giustizia.
E quando, prima dell'orario previsto per l'inizio, ha cominciato a tirare aria di contestazione (qui un resoconto di prima mano), i rappresentanti dell'ambasciata italiana sono scomparsi dalla sala, Alfano ha fatto sapere che avrebbe tardato cinque minuti, ed infine non si è presentato alla "prestigiosa" conferenza che lui stesso aveva fatto organizzare. Per la verità nessuno ne ha sentito la mancanza; lo stesso mite professor Heger, di fronte all'osservazione "Ma questa è vigliaccheria !" non ha potuto che ammettere: "Bè, sì."


Nell'Università intitolata ad ad un eroe del rigore tecnico e del coraggio intellettuale, un fanfarone che vive solo per parare le terga al suo padrone sarebbe stata una presenza davvero stonata, la figuraccia in fondo è l'espressione migliore del personaggio. Si è comunque svolto un bel dibattito sullo stato della giustizia in Italia; il Ministro non c'era, ma tanto lui che c'entra con la giustizia ?

Aureliano Buendìa si era ricordato del suo primo incontro con Melqìades molti anni dopo, di fronte al plotone di esecuzione. Alla fine non fu fucilato, ma non certo perchè qualcuno gli avesse confezionato una legge ad personam per tirarlo fuori dai guai.

lunedì 11 aprile 2011

I numeri ed il Ministro della Paura


Oggi che, infine, l'Unione Europea ha preso a schiaffi le mistificazioni del Governo italiano in fatto di immigrazione, con l'ovvia ragione che non esiste nessuna emergenza, non sto neanche ad insistere su un punto che ho sfiorato di passaggio nel post precedente, perchè giornali e televisioni ne sono già saturi. E anche perchè è fin troppo facile reperire informazioni sensate (a differenza di quelle che vi rovesciano in casa i vostri schermi e la maggior parte dei quotidiani). Vi basterà dare un'occhiata a questo pezzo di qualche giorno fa sul blog di Giovanni Spataro per farvi un'idea. Qui invece trovate una divertente (per quel che si può) interpretazione della questione tutta matematica.












Salto quindi direttamente alle conclusioni.
La sopravvalutazione del problema è stata consapevole e voluta; il caos a Lampedusa è stato rigorosamente organizzato, ritardando scientemente lo smistamento delle persone. L'intasamento dell'isola è stato cercato e voluto.
Cui prodest ? Si domanda retoricamente Spataro. La risposta è fin troppo facile. Uno (se non tutti) dei partiti di governo vive delle paure irrazionali dei suoi elettori; se non c'è, la paura va creata ed alimentata.
Cosa sarebbe la Lega Nord senza la paura dello straniero ? Terrorizzare, profetizzare invasioni, creare disagio sociale per alimentare diffidenze, e assecondare le diffidenze ghettizzando ed escludendo, e così creare ulteriore disagio sociale che alimenta il gorgo; e questo è il mestiere del Ministro della Paura.

Il guaio è che la massaia ed il lettore del Corriere della Sera sono indifesi, ci cascano e si lasciano irretire, si chiudono in casa a doppia mandata e mettono anche il lucchetto al frigorifero.

giovedì 7 aprile 2011

Sushi


Sono un pò preoccupato per Chicco Testa. Sarà per la mia ridottissima frequentazione del teleschermo, ma è da un pò di tempo che non lo vedo più presenziare in qua e in là preoccuparci sulla necessità e a rassicurarci sulla sicurezza dell'energia nucleare. La cancellazione dello spot pubblicitario da lui caldeggiato con la subdola partita a scacchi falsamente equanime tra pro e contro deve essere stata un duro colpo per lui. Mi auguro che abbia potuto prendersi un pò di ferie e sia potuto andarsene nel nordest del Giappone a rilassarsi e a respirare a pieni polmoni.

Tra controllo politico della televisione, ed il fatto che molti editori di giornali siano costruttori ai quali quei deliziosi appaltucci delle centrali nucleari avevano già stimolato la salivazione, da diversi giorni si sta cercando di fare scivolare verso le ultime pagine gli sviluppi delle vicende giapponesi. Molto più redditizio suonare la grancassa sulla ennesima "emergenza immigrazione" creata ad arte a beneficio della propaganda elettorale leghista. 6000 immigrati non sono un'emergenza, non lo sarebbero 10000 e non lo sarebbero neanche se fossero 50000, meno dello 0,1 % della popolazione italiana, nella quale gli stranieri sono ancora un pò meno del 10 %: 6000 sono una goccia, altro che emergenza (considerando che la stessa Tunisia ha accolto un bel 100000 e sblisga profughi dalla Libia senza battere ciglio e senza pretendere aiuto da nessuno).

Ma il tizio che nello spot pubblicitario muoveva l'alfiere bianco e sanciva che l'energia nucleare è ormai del tutto sicura, in che centro di identificazione ed espulsione sarà stato rinchiuso ?
Leggevo ieri (fonte Reuters) le notizie da Fukushima dei tentativi di arginare la fuoriuscita di tonnellate su tonnellate di acqua contaminata da iodio radioattivo 5 milioni di volte oltre la soglia ammessa per le acque reflue (la soglia sarà del tutto arbitraria, dato che non esiste alcun effetto soglia, e molto stringente, ma con tutto ciò possiamo stare comunque certi che il livello di contaminazione è enorme): "Le abbiamo provate tutte... la segatura... i fogli di giornale..."
I FOGLI DI GIORNALE ???? Molti, moltissimi fogli di giornale... ?
La segatura ??? Nelle centrali nucleari c'è l'omino che arriva con il saccone della segatura come nella corsia 4 del supermercato quando il cliente maldestro spacca la bottiglia di Pinot Grigio ?
"Omino della segatura al reattore 2, perdita di 12 milioni di litri di acqua radioattiva... ripeto, omino della segatura al reattore 2..."

Trovati pesci contaminati molto più a sud dello sversamento, molti paesi stanno per bloccare le importazioni di alimenti dal Giappone, ma senza danno alcuno per le dissennate abitudini alimentari degli ittiosterminatori: tanto i mangiatori di sushi, esaurite le risorse domestiche, si approvigionano andando a saccheggiare e depauperare senza ritegno i mari di tutto il mondo. E manco a dirlo, se c'è da qualche parte un costume alimentare insostenibile e catastrofico, diventa immancabilmente moda nel resto del mondo. Da un pò di tempo anche da noi il sushi imperversa tra gli ex-yuppies e le relative oche da compagnia. I nostri parvenue modaioli non pagheranno il fio e ingurgiteranno solo qualche sparuto nanocurie, i sushivori originari avranno forse solo conseguenze un pò più pesanti dalla contaminazione della catena alimentare marina nelle loro acque.

Un governo servo di molti padroni ci fa buttare via 300 milioni di Euro per cercare di non raggiungere il quorum, ma infine il 12 giugno si vota: segnare in agenda. C'è da schiaffeggiare i famelici cacciatori di appalti pubblici per le centrali nucleari, gli appetiti privati e le ambizioni di ricatto sull'acqua potabile, ed il nano pelato che si pretende legittimamente impedito a qualsiasi giustizia.