mercoledì 12 ottobre 2011

Anniversari - 12 ottobre 1492 (2)


Oltre un mese di navigazione dalla ripartenza dalle Canarie il 6 settembre, dopo la lunga sosta per le riparazioni (il timone della Pinta si era rotto dopo soli tre giorni di navigazione, il 6 agosto) aveva portato l'equipaggio di Cristoforo Colombo sull'orlo dell'ammutinamento; il 10 ottobre si giunse alla resa dei conti: se non si fosse avvistata terra entro pochi giorni si sarebbe tornati indietro.
Giovedi 11 si ebbero già dei segni positivi: un giunco, un bastone, un fiore fresco galleggiavano in mare, e due ore dopo la mezzanotte Rodrigo de Triana, vedetta della Pinta, annunciò la terra: probabilmente la scogliera della costa orientale dell'isola oggi chiamta San Salvador che biancheggiava sotto la luna.
Il luogo esatto dello sbarco fu però a lungo oggetto di controversie ed interpretazioni contrapposte.
Si sa che l'isola sulla quale Colombo si inginocchiò per prima era chiamata dagli indigeni Taìno Guanahani, e che fu immediatamente ribattezzata San Salvador. Molte isole di quei paraggi si sono contese questo privilegio storico: Watling, Cat Island, Mayaguana, Samana Cay tra le Bahamas; Grand Turk, e diverse delle isole Caicos (solo le Bahamas sono più di 700 isole, e molte hanno porti favorevoli). Inizialmente fu Cat Island ad essere identificata con San Salvador; poi, dal 1926, il Governo delle Bahamas decise di trasferire questo nome all'isola di Watling. Oggi questa interpretazione gode di un consenso piuttosto generale, ma persistono ostinati sostenitori di ipotesi alternative.
E a Watling / San Salvador monumenti, lapidi e targhe indicano il luogo esatto dello sbarco; di luoghi esatti dello sbarco ce ne sono tre: uno sulla costa orientale, e due sulla costa occidentale, a diversi chilometri l'uno dall'altro.
Ma su quali elementi si basa l'identificazione dell'isola ? Il più importante è il diario di bordo di Colombo, dal quale si può ricostruire la rotta ed il percorso seguiti; ma la navigazione di quei tempi si basava su metodi troppo approssimativi per la stima della posizione in mare per poterne trarre informazioni molto precise. Inoltre il diario originale, consegnato alla regina Isabella, andò perduto non si sa come; e andò perduta anche la copia che la regina fece preparare, come riferimento, per Colombo alla partenza del suo secondo viaggio; di questa seconda copia, ci è pervenuta un'ulteriore copia fatta da Bartolomè de las Casas. Quindi il nostro documento storico "primario" è in realtà una copia di una copia.
Come secondo indizio, scavi archeologici nella San Salvador attuale hanno portato alla luce reperti dell'artigianato Taìno assieme a manufatti di chiara origine europea di quell'epoca, tutti potenziali oggetti di scambio: vetri, chiodi, ami, ed in particolare una monetina spagnola coniata negli anni '70 del XV secolo.
Ma anche questa non è una prova decisiva, poichè nello stesso viaggio Colombo toccò diverse isole, ed inoltre i Taìno commerciavano e scambiavano attivamente merci tra isole vicine.
Una possibile informazione sicura si potrebbe avere da un resoconto dell'arrivo degli stranieri da fonti storiche di origine indigena; basterebbe anche solo sapere quale isola i Taìno chiamavano Guanahani. Ma nessun Taìno è rimasto a poterlo raccontare.

Ma avrebbe potuto esserci un'altra fonte sicura di informazione: quale sarà stato il primo impatto zoologico degli spagnoli con il Nuovo Mondo ? Qualche uccello sarà scappato tra gli alberi; molto probabilmente qualche zanzara caraibica avrà avuto il suo primo assaggio di sangue europeo; ma sicuramente Colombo e i suoi 90 marinai videro la chiocciole terrestri del genere Cerion, che vivono numerosissime sugli arbusti costieri di tutte le isole: le chiocciole non scappano, e se pure, lo fanno alla loro caratteristica velocità lumachesca. Stanno lì, ed è impossibile non vederle.
Dai due centri geografici del Cerion, Cuba e le Bahamas, sono state descritte oltre 600 specie; in realtà molte di queste si sono rivelate interfeconde tra loro, quindi andrebbero ridotte a varietà locali; ma il ventaglio di diversità che questo genere di molluschi ha sviluppato sulle diverse isole è semplicemente straordinario. Si va da forme minuscole di 5 mm a giganti di 7 cm, e la conchiglia può variare dalla forma quasi cilindrica alla quasi sferica; può essere costoluta o liscia, e terminare con un cono molto compresso o con una forma affusolata. Quasi ogni popolazione locale ha sviluppato una conchiglia tipica e unica.
Qualche isola può avere una particolare pianta endemica, o un esclusivo animaletto che non vive altrove; ma queste chiocciole sono il marcatore geografico più preciso che si possa immaginare: sono comunissime in tutte le isole, e quasi ogni isola ha una sua popolazione caratteristica, distinguibile dalle altre per forma, colore, dimensione o altri caratteri della conchiglia. Nella San Salvador attuale, addirittura due varietà diverse e ben riconoscibili occupano la costa occidentale e quella orientale.
Se Colombo avesse raccolto e tenuto come ricordo del suo sbarco un singolo guscio di Cerion, oggi sapremmo con quasi assoluta certezza.



Ma il Cerion non luccica, non ha l'aria di essere prezioso, e non suscitò interesse. Indifferenti e inosservate, le chiocciole terrestri hanno visto sparire i vecchi abitanti umani delle loro isole, sostituiti da nuovi; ed hanno continuato imperterrite a sottolineare la tipicità e l'unicità dei luoghi, a dispetto e del tutto ignare dell'omologazione industriale dei villaggi turistici e dei Club Vacanze.

Bibliografia:
Stephen Jay Gould: Un Cerion per Cristoforo. In: I fossili di Leonardo e il pony di Sofia - Il Saggiatore, 2004.

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