domenica 23 ottobre 2011

Anniversari - 23 ottobre 4004 a.C.



Quale evento è mai accaduto il 23 ottobre 4004 a.C., a mezzogiorno, per la precisione (ora di Greenwich, dovremmo supporre) ?
Ma la Creazione del Mondo, ovviamente ! L'inizio della Creazione, il fatidico "Sia fatta la luce !"
Era una domenica mattina, proprio come oggi (si riposò il settimo giorno, cioè sabato, secondo la tradizione ebraica), e si deve assumere che la "terra informe e vuota" (Genesi, 1:2) dovesse essere stata creata durante la notte precedente.
L'artefice di questa datazione così precisa fu James Ussher (1581-1656), arcivescovo di Armagh e primate della chiesa anglicana irlandese.
Il suo Annales Veteris Testamenti, a prima mundi origine deducti (1650) si basava, naturalmente, sul racconto della Bibbia: da Adamo, per una ventina di generazioni (se non ricordo male fino ad Abramo), sono indicate esplicitamente le linee di discendenza per via patrilineare con l'indicazione dell'età del padre alla nascita del primogenito, e quindi i conti sono facili; poi però le indicazioni temporali si fanno più confuse, ed Ussher incrociò i fatti descritti nella Bibbia con informazioni databili rilevabili da altre fonti storiche, come la conquista di Gerusalemme da parte di Nabucodonosor; infine, il racconto della Bibbia si ferma al IV secolo a.C., e per raccordare i tempi al dominio romano ed alla nscita di Gesù, Ussher fece ricorso a cronache caldee e persiane. Ancora, si sapeva da cronache romane che il re-fantoccio di Israele al servizio dell'Impero Erode il Grande era morto in realtà nel 4 a.C., e quindi la nascita di Gesù doveva essere anticipata di qualche anno. Ricavando da tutte le fonti possibili tutta la rete di informazioni disponibili, Ussher pervenne alla data del 4004 a.C. per la Creazione.
La data del 23 ottobre fu immaginata supponendo una prossimità ad uno dei quattro punti cardinali del ciclo solare: un equinozio o un solstizio; poichè l'anno ebraico inizia in autunno, e la Bibbia racconta che nel giardino dell'Eden i frutti erano maturi, Ussher optò per la fine dell'estate, e quindi l'equinozio d'autunno. Ma allora perchè il 23 ottobre e non fine settembre ? Ussher usava ancora il calendario giuliano. La differenza rispetto al nostro (gregoriano) può apparire irrilevante: venivano considerati bisestili anche gli anni di fine secolo non divisibili per 400: per noi il 2000 è stato un anno bisestile, come il 1600; ma il 1700, il 1800 ed 1900 non sono stati bisestili; per il calendario giuliano sì. Su quasi 6000 anni, questo comporta quasi un mese di differenza: il 23 ottobre 4004 a.C. era la prima domenica dopo l'equinozio d'autunno, e quindi la data ritenuta più probabile per la Creazione.
Molti altri hanno praticato lo stesso esercizio, con risultati non troppo dissimili: 3760 a.C. per l'ebraismo rabbinico, 4026 a.C. per i testimoni di Geova, 5509 a.C. nella tradizione bizantina (la Bibbia greca, usata dalle chiese orientali, riporta dei tempi diversi per le generazioni da Adamo ad Abramo, con un'estensione di circa 1000 anni). Il motivo per cui la datazione di Ussher è rimasta sotto i riflettori è che, forse perchè il suo studio fu particolarmente accurato, forse per motivi più casuali, la sua cronologia fu adottata nelle note a commento in una delle edizioni più diffuse della Bibbia, quella di Re Giacomo. Quel successo, per contrappasso, fa dell'arcivescovo Ussher un ricorrente oggetto di scherno e dileggio ora che la sua cronologia appare chiaramente ridicola alla luce delle conoscenze attuali sull'età della Terra e dell'Universo, ma è sempre un errore giudicare i fatti e le idee di ieri con gli occhi di oggi.

Nello stesso XVII secolo, Edmond Halley (quello della cometa) escogitò un sistema teorico per stimare l'età della terra in base alla concentrazione di sale negli oceani: assumendo che i fiumi apportino piccole quantità costanti di sali, questi dovrebbero accumularsi progressivamente in mare; poichè l'acqua evapora ma il sale no, conoscendo la differenza di concentrazione a tempi sufficientemente distanti, si potrebbe valutare da quanto tempo i fiumi portano sale nel mare; Halley si crucciò di non disporre di informazioni sulla salinità dei mari da epoche antiche, ma due secoli dopo un geologo irlandese, Joly, sfruttò il suo metodo per stimare un'età della Terra di 100 milioni di anni.
La datazione di Joly fu presto dimenticata, poichè l'idea di Halley, per quanto ingegnosa, era fondata su una premessa sbagliata; l'aumento della concentrazione di sale negli oceani non procede per incrementi costanti, ma è soggetta a meccanismi che tendono a mantenere un certo equilibrio: una certa quantità di sale finisce intrappolata nei sedimenti che si depositano sul fondo, e quindi la concentrazione è molto più costante di quanto Halley avesse immaginato.
Nel 1886 fu William Thomson, futuro Lord Kelvin, formulatore della seconda legge della termodinamica, a stimare un'età della Terra di 100 milioni di anni (con un limite massimo di 400 milioni), in base al ritmo di raffreddamento della crosta terrestre dopo la formazione del sistema solare, suscitando non poche resistenze tra i geologi, che andavano accumulando evidenze di una Terra molto più antica; successivamente, Lord Kelvin rivide la sua stima al ribasso, portandola a 10-30 milioni di anni (mettendo in difficoltà anche Darwin di fronte a tale ristrettezza di tempi).
Ma non molto tempo dopo, la scoperta della radioattività minò alla base le assunzioni su cui la sua valutazione si basava: le reazioni nucleari che avvengono nel nucleo terrestre sono una fonte endogena di calore, e quindi l'ipotesi del raffreddamento costante su cui si reggeva la datazione di Thomson andava rivista nel senso di una temperatura della Terra molto più costante.
E proprio la radioattività ha fornito agli scienziati il metro ad oggi più efficiente per misurare l'età delle rocce e dei reperti organici, e ci ha permesso di stimare una Terra vecchia di 4,5 miliardi di anni.

Oggi consideriamo i sistemi di datazione ideati da Halley e da Lord Kelvin come ingegnosi in base alle informazioni disponibili al loro tempo, ma resi inutili dal fatto di partire da premesse che si sono rivelate poi errate.
Nessuno considera Halley e Thomson degli stupidi, semplicemente hanno eaborato edifici teorici di tutto rispetto su delle assunzioni di cui non potevano conoscere la fallacia; ma oggi nessuno prenderebbe mai in considerazione le datazioni ricavate dai loro metodi di stima.
Allo stesso modo non dovremmo ridicolizzare Ussher per la sua datazione della Creazione; ha svolto un lavoro accurato e minuzioso cercando di ricavare il massimo possibile di informazione dalle fonti che considerava più attendibili. Il suo lavoro ben fatto era vanificato dall'assunzione sbagliata che coloro che scrissero la Bibbia dovessero avere delle conoscenze di storia naturale per qualche motivo superiori alle nostre.
E quindi è ancor più deprimente imbattersi ancora ai nostri giorni in sette fondamentaliste che si ostinano a voler chiudere gli occhi di fronte ai fatti che abbiamo oggi a disposizione delle nostre conoscenze per credere ad una Terra (o, con ottusità non inferiore, un'umanità) di poche migliaia di anni.

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