venerdì 2 dicembre 2011
Les feuilles mortes
L'autunno, con la caduta delle foglie, è la stagione che viene tradizionalmente considerata, nel sentire comune, come ispiratrice di pensierini.
Non mi permetto di sfuggire a tale banalità: da diverse settimane seguo con qualche attenzione il crescere del tappeto di fogliame a terra e la sua disposizione. Quest'anno l'andamento è osservabile con particolare continuità e regolarità, grazie all'acquiescente indifferenza della Nettezza Urbana al fenomeno.
Nel tratto di viale alberato che percorro in tutti i giorni lavorativi, si è ormai depositato uno strato decisamente spesso di coltre frusciante sul marciapiede, mentre l'asfalto percorso con una certa intensità da automobili e camion è del tutto sgombro. La ragione di questa asimmetria appare del tutto ovvia: lo spostamento d'aria prodotto dai veicoli in corsa SPINGE le foglie sul marciapiede.
Appare.
Se si guarda un pò meglio, però, i pensierini si fanno più interessanti. La parte frontale del veicolo di passaggio produce in effetti un cono di pressione dato dall'aria spostata che tende realmente a spingere lateralmente; però, subito dietro, la scia dell'automezzo è una lunga area di bassa pressione che "risucchia" di nuovo le foglie verso la corsia di marcia. L'effetto complessivo è più che altro un sollevamento e rimescolamento, e non è affatto così direzionale come potrebbe sembrare intuitivo. Così come le foglie cadono dagli alberi disponendosi casualmente tutt'attorno, ad ogni passaggio di automobile o camion vengono risollevate dalla strada e di nuovo lasciate ricadere a caso un pò in tutte le direzioni. Eppure le foglie lasciano sgombra la strada e si accumulano sul marciapiede; questo è un fatto. Il vero motivo di questa disposizione così drasticamente diseguale è che le foglie sul marciapiede non vengono più mosse (per quanto io sia un pò aumentato di peso negli ultimi anni e tenda a camminare piuttosto speditamente, lo spostamento d'aria da me prodotto è ancora del tutto miserevole rispetto ad un camion in corsa: ma posso migliorare). Quindi le foglie hanno destini diversi a seconda della loro destinazione: quelle che ricadono sulla strada vengono "rimesse in gioco" in vista del prossimo veicolo che passerà; quelle che finiscono sul marciapiede non vengono più spostate e rimangono lì. E' questa asimmetria di destini che produce lo spostamento netto di foglie dalla strada al marciapiede, e non il movimento in sè, che è invece casuale e non direzionale.
Circa trent'anni fa, il mio professore di Chimica all'Università introdusse il concetto di entropia facendo l'esempio di una scatola con il fondo coperto di una moltitudine di palline bianche e nere: ho le palline bianche che coprono metà del fondo della scatola, e le palline nere sull'altra metà; ora scuoto energicamente la scatola, e guardo come è cambiata la disposizione sul fondo. Da questo punto in avanti, avendo come unica azione possibile lo scuotimento della scatola, quante probabilità ho di ritornare ad avere tutte le palline bianche da una parte e le nere dall'altra ? (La risposta "è impossibile" non è quella migliore: si dice "probabilità talmente basse da potersi considerare trascurabili"). Per ritornare alla disposizione ordinata devo necessariamente "consumare energia", cioè infilare il braccio nella scatola e, con la manina, spostare le palline per separare le bianche dalle nere.
Il nostro esempio iniziale delle foglie serve a chiarire che lo stesso tipo di disposizione ordinata può essere raggiunto anche senza la necessità di un "progetto consapevole" che identifichi ordine e separazione secondo un proprio "disegno intelligente".
Per cui, quando il prossimo creazionista di passaggio vi porrà la rituale domanda: "Ma può mai l'Ordine generarsi spontaneamente dal Caos ?" sappiate che la risposta è: "Sì" (a tale risposta si dovrebbe prontamente aggiungere "purchè ci sia energia disponibile da fonti esterne": il secondo principio della termodinamica non si tocca).
Il discorso merita un seguito, che in seguito seguirà; per ora ci accontentiamo di questa modesta aggiunta alla infinita tradizione dei pensierini sull'autunno e le foglie che cadono.
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