mercoledì 4 aprile 2012

Mimetismo



Per la prima volta da tempo immemorabile, ieri sera valeva davvero la pena di passare un pò di tempo davanti alla TV. Con quale soddisfazione si poteva mettere in atto il più infame, banale e qualunquista degli zapping, per saltare le pause pubblicitarie; dieci minuti qua, un quarto d'ora là...
E, una volta tanto, meritavano attenzione tutte quelle microantenne locali di cui ignoravo persino l'esistenza, che con la recente proliferazione di canali hanno saturato tutti i numeri del mio solitamente parco e sobrio telecomando, e che normalmente sarei quasi disposto a pagare qualcosa perchè non si vedessero.
Scegliendo in modo da schivare aste di pentole antiaderenti, vendite di tappeti, dimostrazioni di coltelli da cucina specializzati per vegetali mai visti, e agenzie immobiliari proponenti affari sospetti, ieri era davvero la giornata dei conduttori sconosciuti ed irosi, delle TV dai nomi inimmaginabili, e dell'ascoltatore al proscenio.
Le televisioncine dello Sprofondo Nord, capaci di inchieste di grande valore giornalistico, come filmare gli stranieri seduti a chiacchierare sulle panchine di tristi parchi di periferia, mentre il commentatore informa da par suo la cittadinanza: "Abbiamo ripreso queste immagini proprio ieri pomeriggio... come vedete, non mi sembra che questa gente mostri troppa voglia di lavorare... stanno lì seduti a parlottare senza fare nulla..." (visto e sentito con questi occhi e queste orecchie un LUNEDI, quindi "ieri" era DOMENICA), specializzate nelle dirette con il pubblico che telefona e da del tu al conduttore con il tono di chi si è incrociato poco prima per le scale del condominio, erano in ebollizione, ed il rito omeliaco delle telefonate, istituito per diffondere lamentele sulla pericolosità di extracomunitari che, in mancanza di altro, potevano essere accusati di vestirsi con colori inappropriati o di parlare al telefono a voce troppo alta, si rivoltava contro il sacerdozio dei conduttori, a mal partito nel governare l'onda di ingratitudine del popolino padano deluso e amareggiato.
Travolto dalla pioggia di promesse di non votare mai più per la Lega, di "sono come tutti gli altri" (ma và ?), ritorni improvvisi di memoria per tutte le leggi-porcata votate senza battere ciglio, il conduttore si volge all'implorazione di qualche telefonata salvifica di un qualsiasi Alto Sciamano dell'Ampolla del Po.
Invocata, si palesa la viva voce dell'Europarlamentare Salvini, peraltro disturbato (si capisce dai rumori di fondo) mentre sta guardando la partita in TV.
Adombra complotti, scade nella banalità della giustizia ad orologeria, poichè si sta giusto aprendo la campagna elettorale (e se io volessi complottevolmente complottare, non complotterei piuttosto verso la fine della campagna elettorale ?), ed infine rassicura autorevole: "Può capitare anche nella Lega, come capita dappertutto, che qualcuno faccia il furbo. Ma nella Lega, la differenza è che se qualcuno fa il furbo, viene buttato fuori a calci, qualsiasi cognome abbia."
Sollievo nel conduttore ormai stremato.
Ma, a stretto giro di cornetta, una signora puntigliosa affonda spietata lo stuzzicadenti nella bresaola: "Eh, però, c'era una sentenza definitiva sulla maxitangente Enimont, con il cassiere di allora, Patelli, e Umberto Bossi condannati. Patelli in effetti è sparito, ma Bossi, che si è preso otto mesi per finanziamento illecito, sta ancora lì, non mi pare che sia stato buttato fuori a calci."
E il povero conduttore ripiomba nel panico. Un'altra sciura rincara la dose sul pluribocciato rampollo sistemato in Regione "mentre i miei due figli non trovano da lavorare. E sono laureati." Smottamento e frana generale della Fede Padana.

Ogni tentativo di restaurare il Dogma, in vigore presso l'elettorato leghista, delle Origini Divine di Umberto Bossi e della sua Ultraterrena Incorruttibilità sembra destinato ad infrangersi contro lo sgradevole empirismo della Guardia di Finanza. Anche Berlusconi ci mette il carico, dichiarandosi pronto a mettere la mano sul fuoco sull'onestà di Umberto: praticamente un ulteriore indizio per l'accusa.

Su altri canali, l'etere assiste stuporoso alla gemmazione di autorevoli esponenti della Lega Nord mai visti prima. Facce del tutto sconosciute, a cui vengono attribuiti insospettati ruoli di responsabilità di cui nessuno era a conoscenza, si presentano a spiegare e rassicurare. Cravatte blu, nessun fazzoletto nel taschino.
Si mimetizzano.
La livrea del Leghista perde i suoi orpelli verdeggianti quando nell'aria si avverte puzza di galera.
Qualcuno tenta di fingersi un soprammobile poggiato sulla scrivania.
Loro parlano, arrancando su elementi di procedura penale e coniugazione dei verbi, e le agenzie di stampa aggiornano. Su qualche rete forse un pò più nazionale, il signor Fontana, credo Sindaco di Varese, si affida alla presunzione di innocenza e compie un capolavoro di arrampicata sui vetri: "Vede... io aspetterei a dare giudizi, perchè ancora il quadro è troppo incerto... magari si sta alzando un polverone sul nulla... e infatti già le notizie cominciano a cambiare, eh... all'inizio si parlava di fondi del finanziamento pubblico utilizzati in favore della famiglia Bossi; adesso, invece, dalle ultime voci che filtrano, sembra che si tratti di un utilizzo in favore dei figli di Bossi. Come vede, già le informazioni si stanno modificando di minuto in minuto."
Un genio. Da quanto non mi divertivo tanto.

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