martedì 15 gennaio 2013

Breve riassunto del mondo - Prima parte

Credo che i dati complessivi e definitivi del 2012 non siano ancora disponibili, ma ho trovato, fonte il NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) degli Stati Uniti, l'aggiornamento fino al mese di novembre delle temperature della superficie terrestre e degli oceani.


Nei grafici a barre, per semplicità di visualizzazione e per poter sovrapporre i valori delle terre e dei mari, che sono ovviamente diversi, lo zero rappresenta la media attuale delle temperature registrate dal 1880 ad oggi.
Possiamo quindi già dire che anche il 2012 è stato uno degli anni più caldi da quando si tengono le statistiche meteorologiche (ed il più caldo in assoluto negli Stati Uniti), e i dati storici mostrano una tendenza molto evidente all'aumento: guardando i grafici, la disposizione delle barre azzurre, sotto la media, e di quelle rosse, sopra la media, nel corso degli anni dovrebbe suggerire qualcosa anche ad un bambino delle elementari o a un elettore della Lega Nord.

Ormai nessuno scienziato serio dubita del fatto che l'aumento di concentrazione di anidride carbonica nell'atmosfera, dovuto alle attività umane, sia la forza-guida (con effetto a cascata su altri gas) dell'effetto serra che determina il riscaldamento del pianeta. Liberiamo anidride carbonica bruciando petrolio, metano, carbone per alimentare le nostre attività produttive, quindi i nostri consumi sono la causa primaria del riscaldamento e di tutte le sue conseguenze, prevedibilmente catastrofiche.

Credo che valga la pena presentarvi due delle obiezioni meno ponderate (ma ahimè frequenti) che mi sono sentito fare sull'argomento negli ultimi anni.

Obiezione della massaia acculturata: "Ma anche quando respiro produco anidride carbonica. Allora, secondo te, dovremmo non respirare più ?"
Vero: quando respiriamo, rilasciamo l'anidride carbonica derivante dall'ossidazione di zuccheri e grassi, che abbiamo mangiato il giorno prima, o la settimana prima, o il mese prima. Questi alimenti derivano, in ultima analisi, da fotosintesi che, in qualche pianta che abbiamo mangiato come tale, o che è servita ad alimentare la mucca o il maiale o il pollo, ha prodotto zuccheri catturando, grossomodo, quella stessa anidride carbonica dall'atmosfera. Si tratta di un riciclo a brevissimo termine, pochi mesi, o pochi anni, nel caso di alimenti molto stagionati o conservati; ma è sempre la stessa anidride carbonica in circolazione entro la nostra era geologica, a meno che non vogliate dubitare molto seriamente della freschezza di quel che vi vende il vostro salumiere.
Anche il petrolio deriva da fotosintesi clorofilliana che ha sequestrato e fissato anidride carbonica dall'atmosfera in piante (e animali che le hanno mangiate), poi finiti sepolti in fondo ai mari o comunque in condizioni di assenza di ossigeno, dove la cellulosa, gli altri zuccheri e i grassi, anzichè ossidarsi, si sono ridotti ad idrocarburi.
Quindi, in realtà, anche quando bruciamo petrolio, o metano, o carbone, reimmettiamo nell'atmosfera anidride carbonica che era stata precedentemente da lì prelevata. La differenza è che, in due secoli sì e no, abbiamo reimmesso in atmosfera anidride carbonica che era stata fissata dalla fotosintesi in un arco, diciamo a spanne, di 300 - 400 milioni di anni; tutta in una volta.
E' semplicemente una questione di scale temporali: la scala dei tempi non è irrilevante.

Obiezione del cattolico possessore di SUV: "Io penso che si tratti di un fenomeno naturale, dovuto magari all'attività del sole; sarà pure come dici tu, ma io ho bisogno di credere che sia così."
Direi che il notevole salto qualitativo dal "credo che sia così" al "ho bisogno di credere che sia così" renda l'affermazione del tutto equivalente a: "Non sapendo cosa farmene del mio cervello e della mia razionalità, li ho mandati al macero."

E dunque che facciamo ? Si direbbe nulla.

(continua...)

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