Continuando a parlare di conservazione: Nelle settimane scorse si è verificato un evento che definire inconsueto è poco: la nascita di tartarughe marine in un tratto di spiaggia in piena area urbana a Roseto d’Abruzzo, in mezzo ad ombrelloni e bagnanti, e lontanissimo dai pochi e riservatissimi luoghi di nidificazione conosciuti della specie, quasi tutti sulle isole. Personalmente, ho vissuto la vicenda attraverso la stampa a centinaia di kilometri di distanza, ma posso contare su fonti di informazione ben affidabili in loco. La resident expert in fauna protetta per Il villaggio gallico è una dei volontari che si sono dedicati alla sorveglianza del nido, ed alla quale ho estorto una testimonianza di prima mano (e in aggiunta, le ho anche fregato la fotografia).
Domenica mattina mi sveglia una mia collega cosi: “Hanno trovato un nido di Caretta caretta a Roseto al lido La rosa dei venti !” Mi prende una tale gioia e frenesia che il tempo di salire in macchina ed ero già sul luogo ! Questi i controversi eventi (ogni ente o persona fornisce la sua versione dei fatti): Sabato mattina alcuni esemplari di Caretta caretta sono stati avvistati a girovagare su un tratto di spiaggia libera di Roseto, tra il lido Papenoo e La rosa dei venti. Questo è ciò che testimoniano i bagnanti che occasionalmente si trovavano al mare in una delle ultime giornate calde della stagione. Le reazioni davanti agli animali (secondo quanto riferito da testimoni, post su facebook e voci sparse) sono state diverse e più o meno coscienziose: una delle tartarughe è stata portata alla Capitaneria di Porto e l’esemplare in seguito a non si sa quale stress subito è stato dichiarato morto, un altro esemplare è stato portato a casa da una signora che lo ha scambiato per una tartaruga di acqua dolce… al mare, e che secondo alcune voci sarebbe anche essa morta poco dopo, una terza è stata portata dalla famosa signora Giulia de Nigris al veterinario rosetano Settimio Mordente perché anche qui scambiata per un animale più comune e in difficoltà mentre altre sono state aiutate e indirizzate verso l’acqua dai titolari dello stabilimento e altre ancora rilasciate al largo. Quel giorno il mondo era a Roseto: noi volontari, Centro studi cetacei, WWF, Area marina protetta Torre del Cerrano, capitaneria di porto, vigili urbani, stampa, tv e immancabile il sindaco di Roseto, venuto più che a conoscere la situazione, a scattare qualche foto di rito. La settimana è passata lenta, tra nottate a sorvegliare il nido sotto la pioggia e giornate a rispondere alle domande di curiosi, bambini e assessori vari. Quello che ho ricavato da queste giornate spese è stata gioia si, i primi giorni e poi tanta poca chiarezza. Subito davanti a me hanno iniziato a delinearsi trame politiche, bisticci tra i vari enti per chi dovesse essere il PROTAGONISTA e si è perso un po’ l’ obiettivo di puro e semplice rispetto e salvaguardia della natura. Non si è più pensato all’evento storico di una nidificazione in Adriatico e soprattutto così a nord rispetto alle zone usuali (Reggio Calabria, Lampedusa, Linosa…) e ci si è concentrati su come ricavar soldi da questa nascita. Oltre le 15 tartarughe del primo giorno se ne sono schiuse via via altre fino ad arrivare ad un totale di 24 di cui 21 viventi almeno fino alla messa in acqua più le 3 poverine citate sopra. Sabato 21 è stato raggiunto l’apice con la manifestazione organizzata dall’ area marina protetta in onore di Giulia (non la signora ma la tartaruga da lei “salvata” che porta il suo nome) e il suo cosi è stato definito “battesimo dell’acqua”. La tartaruga è passata dalle mani del sindaco a quelle di questo o quell’assessore e ci è mancato poco che le emittenti e i giornalisti accorsi non la intervistassero, infine ha fatto una bella sfilata nella sua bacinella sotto il sole per essere ammirata dalle persone urlanti che tentavano di scavalcare le transenne con buoni risultati. Io non so se lei e le altre creaturine se la caveranno nel profondo mare blu ma di certo noi non le abbiamo aiutate. Spero che le persone si stanchino presto di loro e che le altre possano nascere e vivere lontane dai riflettori.
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