mercoledì 18 dicembre 2013

Un pezzo di Terra

Ecco qua, lungo il cammino che faccio ogni mattina verso il lavoro, un piccolo angolino di quella città che va giustamente fiera del suo 70 % di raccolta differenziata. E' sempre stato più o meno così da quando ci abito. Ogni tanto il Comune portava via i rifiuti abbandonati e, talvolta l'indomani stesso, qualcuno arrivava subito a scaricarne altri. Ora pare che la linea politica si sia modificata nella direzione del "quando sarà tutto pieno, non potranno più metterci altro".
Una specie di discarica a furor di popolo, e un micro-esempio che potrebbe essere rappresentativo del destino del pianeta Terra.
Ma soprattutto, una rappresentazione chiara di come quel destino venga definito sì, certamente, delle scelte politiche di "alto" livello; ma anche, ed altrettanto, dalla semplice sommatoria di piccoli comportamenti individuali. Nessuno è innocente.

Metà ottobre

Fine ottobre (si riordina !)

Novembre

Dicembre

lunedì 9 dicembre 2013

Il senso della vita

Oggi vorrei suggerirvi questa lettura, sull'antico tema di ciò che è vivo e ciò che non lo è: semplice, esauriente, e non banale.

domenica 8 dicembre 2013

No-Motor Show


Da una quarantina d'anni, a Bologna in questa settimana si svolgeva il Motor Show, una rutilante fiera rumorosa e puzzolente di benzina, che radunava un folto pubblico di appassionati di spreco energetico e decibelico.
Quest'anno, per la prima volta, c'è silenzio. La fiera non ha luogo per carenza di espositori.
Magari è la volta buona per cominciare a cambiare prospettiva su quei mezzi di trasporto individuali che potevano apparire straordinari un secolo fa, ma che oggi andrebbero guardati con un occhio completamente diverso.
Incamminiamoci quietamente verso un futuro con meno potenza da dissipare, e quindi migliore.

venerdì 6 dicembre 2013

giovedì 5 dicembre 2013

Palazzo d'Inverno


Bastava solo andare a lume di naso, ma ora c'è la certificazione della Corte Costituzionale: abbiamo eletto tre parlamenti (2006, 2008 e 2013) con una legge elettorale contraria ai principi costituzionali, con premi di maggioranza che li hanno privati di rappresentatività in senso collettivo, e con le liste bloccate, che impededendo agli elettori di scegliere i candidati, ha privato di rappresentatività anche i singoli parlamentari eletti prescelti dal proprio partito.
Conclusione: bisogna fare al più presto una nuova legge elettorale ?
No. Io che non sono moderato per niente, voglio trarne tutte le conseguenze: i parlamentari oggi in carica sono stati eletti illegittimamente e non hanno titolo per rimanere al loro posto. Quindi non hanno titolo per legiferare, e men che meno per scrivere una legge elettorale, perchè sono in conflitto di interessi, essendo essi stessi i beneficiari di una legge incostituzionale.
Ma non aveva titolo per legiferare nessuno degli ultimi tre parlamenti, essendo stati tutti eletti illegittimamente. Quindi dovremmo considerare nulle tutte le leggi promulgate dal 2006 ad oggi.
Se avessi violato una legge recente, cosa potrebbe trattenermi dal fare ricorso con la motivazione che essa è stata approvata da un parlamento eletto illegittimamente e quindi la legge è a sua volta illegittima (solo noi riusciamo a rendere realtà simili ossimori) ?
Il Presidente della Repubblica dovrebbe sciogliere le camere, ma in realtà non ha titolo per farlo, perchè a sua volta il Presidente della Repubblica è stato eletto (per ben due volte !) da parlamentari abusivi e quindi anche il Presidente è un Presidente illegittimo.

Tutto il circolo vizioso nasce dall'avere lasciato passare allora quella legge elettorale raffazzonata in quattro e quattr'otto, da una maggioranza (Frodatore fiscale + Lega) in avanzato stato di decomposizione, con il solo scopo di complicare il successo degli avversari nella tornata successiva, senza avere fatto neanche una piccola rivoluzioncella.
Con le istituzioni non si scherza. Le istituzioni dello Stato sono una cosa seria. Quando è il caso, per il loro bene, occorre prendere pale, forconi e fucili, entrare nel Palazzo d'Inverno, e prenderle a sberle, le istituzioni.
Per il loro bene.

domenica 1 dicembre 2013

Brutto clima sul Mercato



Facciamo un pò di riassuntino di cosucce che sono successe nell'ultimo mesetto:

- Fine ottobre: viene presentato il 5° rapporto dell'IPCC (International Panel on Climate Change). In parole povere, afferma che: 1) il clima sta realmente cambiando, e sta cambiando con una velocità mai vista prima; 2) il riscaldamento del pianeta è dovuto essenzialmente ai gas a effetto serra, anidride carbonica in primo luogo; e 3) che le cause dell'aumento di gas serra sono evidentemente le attività umane. Levatevi dalla testa le pie illusioni sui cicli naturali e le variazioni nell'attività solare.

- Inizio novembre: vengono pubblicati i dati sulle emissioni di CO2 nel 2012: anzichè diminuire, raggiungono un nuovo record. Ma se si vuol proprio essere ottimisti, si può riconoscere che aumentano un pò meno velocemente: + 1,1 % nel 2012, contro una media annuale di + 2,7 % nell'ultimo decennio. Si comincia almeno a comportarci un pò meno peggio ?

- Metà novembre: persino un'organizzazione paludata e formale, titubante e anguillesca di fronte a qualsiasi assunzuione di responsabilità, quale è l'ONU, per bocca del suo Segretario Generale Ban Ki Moon, si sbilancia: «Abbiamo visto tutti cosa è appena successo alle Filippine. E' un avvertimento urgente della Terra, un esempio di cambiamento climatico che dimostra come siamo tutti coinvolti». Finalmente anche nelle massime organizzazioni politiche si comincia a prendere coscienza un pò più seriamente di dove conduce la nostra follia ?

- Fine novembre: la nostra follia ci conduce a Varsavia, alla conferenza internazionale che dovrebbe portare ad un nuovo accordo, vincolante, tra le nazioni che superi l'insufficiente e disatteso Protocollo di Kyoto.
Si comincia così: proiezioni sulle emissioni di CO2 nel 2013: + 2,1 %. Altro che inversione di tendenza ! Ci si riavvicina di nuovo alla media del decennio del 2,7 %; i consumi di energia fossile tornano ad aumentare allo stesso ritmo di prima, altro che riduzione. Qualche stron economista avrà esultato giubilante: "Si vede la luce in fondo al tunnel ! I consumi riprendono e la crisi è alle nostre spalle !" Felice come un bambino, di correre più veloce e più lieto verso il baratro.
Ma a Varsavia i governi del mondo devono trattare di riduzione delle emissioni di gas serra, e con delle premesse così preoccupanti, chissà che fregola di giungere a un dunque risolutivo, ferreo ed immediato.
Risultato: nulla. Si rimanda alla prossima occasione, si prende qualche vago impegno di fare meglio la prossima volta, nulla di concreto. Le Organizzazioni non Governative hanno addirittura gettato la spugna, e sono andate via prima ancora della conclusione della conferenza, vista l'inutilità del discutere con rappresentanti di governi che devono trattare avendo appollaiati sulla spalla ciascuno il proprio avvoltoio simil-confindustriale, che gracchia: "Rilanciare i consumi... più consumi, più ricchezza... far ripartire l'economia... più si consuma, più si produce, più si commercia..."
Totale degli impegni presi per la salvaguardia del pianeta: zero.
Quasi zero, salvo una piccola e quasi occulta apertura verso uno strano nuovo concetto: il Capitale Naturale: che sarà mai ? I proponenti avevano già cominciato ad insinuare i principio lo scorso anno a Rio de Janeiro, e sembra abbiano fatto breccia.
Si tratta dell'idea per salvare le risorse del pianeta di istituzioni finanziarie private di tutto il mondo (sottolineo: private, per dare un'idea della fiducia che ispirano; per l'Italia, ci sono Unicredit e Monte dei Paschi, e già ci siamo capiti): dare un valore monetario alle risorse a cui finora l'umanità ha attinto più o meno gratuitamente: la biodiversità, l'acqua, il suolo, l'aria... così il libero mercato troverà in se stesso i meccanismi di regolazione per attribuire ad esse il loro giusto valore.
E' un pò come attribuire un valore in denaro a cose come l'amicizia o il piacere, per poterle apprezzare meglio.
E poi, così valorizzate, il libero mercato eviterà la loro depauperazione, attraverso i suoi propri meccanismi di autoregolazione (la famosa "mano invisibile" di Adam smith, per cui, se ciascuno persegue il suo proprio interesse personale, automaticamente si fa l'interesse di tutti). Come se non fosse appunto il libero mercato a farci consumare una Terra e mezza mentre ne abbiamo solo una.
Non vi pare troppo facile pensare all'ipersfruttamento di qualsiasi risorsa naturale irripetibile con il pretesto della sua compensazione con qualche "ricostituzione di ecosistemi" in qualche altro luogo di minore interesse ?
E chi farà gli estimi di valore monetario ? Le banche che investono sulle stesse risorese che devono valutare ? Ebbene, pare che i governi del mondo approvino.

C'è il lupo cattivo che si offre di costruire personalmente e con le sue stesse mani una casetta sicura per i tre porcellini: perchè mai dovremmo non fidarci ?