sabato 14 marzo 2015

Marzo, 14, 2015: Giornata Mondiale del Pi greco


L'attribuzione del titolo di Giornata Mondiale del Pi greco, a rigore, sarebbe appropriata per oggi solo nei Paesi che adottano il formato della data nella sequenza di unità di misura un pò insulsa "medio-piccolo-grande", mese, giorno, anno: che io sappia sono soltanto quelli anglofoni; ma per questa volta noi ce ne appropriamo volentieri.
D'altra parte, noi scrittori di date normali e logiche, non disponiamo di un quattordicesimo mese di cui attendere il giorno 3, e, ancor più malauguratamente, manchiamo maledettamente di un 31 aprile. Quindi, 3,1415 è oggi o mai più.

Pi greco

È degno di ammirazione il Pi greco
tre virgola uno quattro uno.
Anche tutte le sue cifre successive sono iniziali, cinque nove due, poiché non finisce mai.
Non si lascia abbracciare sei cinque tre cinque dallo sguardo,
otto nove, dal calcolo, sette nove dall'immaginazione,
e nemmeno tre due tre otto dallo scherzo,
ossia dal paragone quattro sei con qualsiasi cosa due sei quattro tre al mondo.
Il serpente più lungo della terra dopo vari metri si interrompe.
Lo stesso, anche se un po' dopo, fanno i serpenti delle fiabe.
Il corteo di cifre che compongono il Pi greco non si ferma sul bordo della pagina,
È capace di srotolarsi sul tavolo, nell'aria, attraverso il muro, la foglia, il nido, le nuvole,
diritto fino al cielo, per quanto è gonfio e senza fondo il cielo.
Quanto è corta la treccia della cometa, proprio un codino!
Com'è tenue il raggio della stella, che si curva a ogni spazio!
E invece qui due tre quindici trecentodiciannove il mio numero di telefono
il tuo numero di collo l'anno millenovecentosettantatré sesto piano
il numero degli inquilini sessantacinque centesimi la misura dei fianchi due dita
sciarada e cifra in cui vola e canta usignolo mio oppure si prega di mantenere la calma,
e anche la terra e il cielo passeranno,
ma non il Pi greco,
oh no, niente da fare,
esso sta lì con il suo cinque ancora passabile,
un otto niente male, un sette non ultimo,
incitando, ah, incitando
l'indolente eternità a durare.

Wislawa Szymborska

Sarebbe bello se nelle scuole medie venisse presentato assegnando ai ragazzi come compito a casa quello di misurare il diametro e la circonferenza del maggior numero di oggetti rotondi possibile: bicchieri, scodelle, bottiglie, orologi, ecc. E poi, per ciascun oggetto, dividere la circonferenza per il diametro. Ogni ragazzo scoprirebbe così da sè il fascino di quel risultato costante, ma sfuggente e mai ben definito, un tre virgola qualcosa ma non si sa bene quanto.
Costante e trascendente, la sua non algebricità è ciò che ci rende, proverbialmente, impossibile la quadratura del cerchio. E quando dal piano si passa allo spazio, e la circonferenza viene fatta ruotare su se stessa a disegnare la superficie della sfera, ecco che diligentemente il diametro si eleva al quadrato, ma lui, il Pi greco, no, del tutto indifferente all'aumento del numero delle dimensioni.

Nessun commento:

Posta un commento