giovedì 17 dicembre 2009
La papera nella foto, l'oca con la carta di credito e il batterio con la messa a terra: è un post complicato
La Conferenza sul clima di Copenhagen, che avrebbe dovuto essere l'occasione in cui ci giochiamo la pelle, si avvia alla conclusione prevedibilmente con un nulla di fatto e, se va molto bene, con un rinvio delle decisioni cruciali, magari a quando sarà già troppo tardi. Qui si richiedeva ai leader politici di fare i leader politici, cioè di avviare percorsi lungimiranti di programmazione del futuro; gli unici sforzi in tal senso sono venuti dai paesi del terzo mondo, ma le buone intenzioni sono state strangolate nella culla dai paesi ricchi: a quanto pare, le cosiddette democrazie capitalistiche non sono in grado di esprimere veri leader politici, ma solo cani da guardia del profitto imprenditoriale; e questo qualche cosa vorrà pur dire. In questo scenario di confronto tra diverse visioni del mondo e concezioni dei rapporti tra l'uomo e le risorse che esso utilizza, dove ogni decisione ha un impatto fondamentale sulla vita delle generazioni a venire, dove insomma occorrono davvero delle capacità, l'Italia gioca il suo asso: la Prestigiacomo. Io me la immagino, presa e concentratissima, a fare shopping per le strade di Copenhagen con la carta di credito del Ministero, per qualche ora di frenetica attività, prima di rilassarsi finalmente per qualche minuto sulle comode poltrone del Centro Congressi in cui si svolge quella noiosissima conferenza di cui tanto non capisce un'acca.
Fatta questa introduzione polemica, partirei con due notiziole che ho trovato ieri sul sito internet di Le Scienze, prendendo però le questioni un pò alla larga. Intanto un quesito che potrebbero porsi i bambini, ma al quale difficilmente gli adulti sono capaci di rispondere: quali sono gli animali che pesano complessivamente di più sulla superficie della Terra ? Per rispondere in modo razionale, fissiamo una categoria classificatoria abbastanza riconoscibile (quasi) ad ogni livello: poichè non tutti sono capaci di distinguere un gabbiano glauco da un gabbiano reale (c'è di peggio: una volta ho sentito con le mie orecchie una signora additare alla curiosità del suo bambino un gabbiano reale austeramente posato sui macigni frangiflutti del molo: "Guarda, hai visto la papera ?"), procediamo per Famiglie: Sciuridi (scoiattoli), Elicidi (le nostre comuni chiocciole) Strigidi (gufi), eccetera. Se deve individuare gli animali più "pesanti" sul pianeta uno pensa subito alle enormi balene, ed è tentato di rispondere: Balenotteridi. Però si tratta di un gruppetto di specie per lo più ridotte a poche migliaia o, peggio, poche centinaia di individui, ed il loro peso complessivo è in realtà piuttosto trascurabile. Allora la risposta sembra diventare ovvia: se noi umani siamo sei miliardi e siamo sparsi in ogni angolo del globo, diventa chiaro che i più "pesanti" di tutti sono gli Ominidi, con la loro unica specie.
Ma anche questa risposta è sbagliata. La famiglia animale più abbondante sul pianeta è quella dei Formicidi. Le formiche ci sovrastano per numero, distribuzione e massa complessiva.
Se non avete indovinato non prendetevela, il quesito era del tutto ozioso, e serviva solo come traccia propedeutica per il successivo: quale tra i cinque regni della vita costituisce la massa totale maggiore ? Procarioti (Batteri), Protisti (organismi unicellulari dotati di nucleo ed organelli, ed alghe), Funghi, Piante o Animali ?
Qui la risposta viene molto facile, basta guardarsi attorno (o anche passare una giornata a tosare l'erba del giardino): Piante. Ed in questo caso la prima evidenza è anche quella probabilmente più corretta. Ma non ne siamo del tutto sicuri: come le piccole e numerosissime formiche riescono a superare gli uomini per peso complessivo, la continua scoperta di ambienti impensabili nei quali i batteri riescono a svilupparsi in modi straordinariamente originali mette in discussione il primato delle piante in fatto di biomassa totale. Credo che i primi dubbi siano sorti circa venticinque anni fa, con la scoperta di batteri nelle vene d'acqua delle rocce di profondità. Quella scoperta dimostrò che il fattore critico per l'esistenza della vita è la prsenza di acqua allo stato liquido, senza particolari limiti riguardo alla temperatura. Infatti l'acqua presente nelle rocce profonde, a causa delle elevatissime pressioni, è liquida a temperature che si aggirano sui 270°C, ed i batteri adattati a vivere in questo tiepido brodino muoiono, se si può dire così, "assiderati" attorno ai 60°C.
E da un batterio del sottosuolo e delle rocce (ma non così profonde) del genere Shewanella, giunge la interessante novità che trovate qui:
http://lescienze.espresso.repubblica.it/articolo/Batteri_che__respirano_roccia__e_producono_elettricità/1341378
Poichè il microrganismo vive a profondità tali da non avere ricambio di aria, ma ottiene l'energia necessaria al suo metabolismo dall'ossidazione di composti organici così come facciamo noi, anzichè appioppare gli elettroni che "avanzano" dalle reazioni di ossidazione all'ossigeno (che non c'è) per ridurlo ad acqua come facciamo noi, "scarica" tali elettroni di risulta sul ferro. Il problema del batterio è che nei minerali del sottosuolo ben difficilmente il ferro si trova in forma solubile, e quindi non può essere portato all'interno della cellula per poter essere "respirato". La micromeraviglia della natura che è stata recentemente scoperta in Shewanella è un apparato filamentoso di conduzione elettrica che attraversa la membrana e la parete cellulare, e funziona pari pari come un cavo di messa a terra di un macchinario elettrico, attraverso il quale gli elettroni vengono indirizzati sui minerali ferrosi all'esterno della cellula. In tal modo ogni cellula batterica alimenta una microcorrente elettrica che a sua volta le permette di mantenere attivo il suo metabolismo ossidativo.
In generale, le performance metaboliche delle Shewanella non vengono molto apprezzate dall'umanità: diverse specie di questo stesso genere vivono in mare e degradano la sostanza organica sul fondo in condizioni anaerobiche, rendendosi responsabili del caratteristico odore di pesce marcio; ma la prospettiva futuribile di ottenere delle batterie "a batteri" (ideali anche per simpatici giochi di parole e calembour), magari alimentate, ad esempio, con gli scarichi delle nostre reti fognarie, che nello stesso tempo decompongono i rifiuti organici e producono corrente elettrica, potrebbe renderci più simpatico tutto il gruppo.
Seconda notiziola: il motivo per cui la Prestigiacomo è a Copenhagen è che il Protocollo di Kyoto era un esercizietto propedeutico facile facile, serviva giusto a far vedere la buona volontà di fare il primo passo: 5 % di riduzione mondiale delle emissioni di CO2 nel quadriennio 2008-2012 rispetto ai livelli del 1990, diversamente distribuito tra i diversi paesi secondo le loro responsabilità nell'inquinamento: 8 % per l'Unione Europea, inezie per l'Italia. Rispetto all'entità del problema, un nulla. Nonostante questo, l'Italia è attualmente ultima nell'applicazione del Protocollo: siamo a metà del periodo di valutazione e, mentre tutti gli altri paesi procedono spediti sulla via delle riduzioni, la nostra produzione di gas a effetto serra anzichè diminuire aumenta (e dovremo pagare una multa salata). A Copenhagen si sarebbe dovuto fare il primo vero passo importante, e tale passo non ci sarà, ma anche sul piano della manifestazione delle buone intenzioni siamo in coda alla classifica, dato che dalla ratifica del trattato si sono succeduti un governo (Prodi) che ha fatto troppo poco, ed un altro, quello del migliore statista degli ultimi 150 anni, che ha fatto nulla, o se qualcosa, ha peggiorato la situazione.
Oltre ad essere insufficiente, il Protocollo di Kyoto contiene anche qualche grossolano errore, che dovrebbe essere corretto. Il più evidente è quello di considerare "a bilancio zero" ai fini dell'anidride carbonica, la produzione di combustibili da masse vegetali fresche (il bio-etanolo, o come altrimenti volete chiamarlo), poichè si considera che l'anidride carbonica prodotta dalla combustione sia grossomodo la stessa che è stata assorbita dalle piante attraverso la fotosintesi durante la crescita (mentre quando bruciamo petrolio o carbone rimettiamo in atmosfera in un attimo tutta l'anidride carbonica assorbita dalle piante nell'arco di milioni di anni); fin qui, tutto bene.
Il problema è che non si tiene conto delle variazioni di destinazione delle superfici: se per coltivare piante destinate alla produzione di combustibili recupero un'area incolta dove crescono solo arbusti a crescita lenta, e semino piante a crescita veloce, in effetti aumento l'efficienza fotosintetica di quell'area, e quindi il conto torna; ma se (e questo accade più spesso) per aumentare la superficie coltivata disbosco una foresta pluviale equatoriale, che è il sistema più efficiente possibile nella cattura di anidride carbonica, altro che bilancio zero: ho fatto un danno mortale; il Protocollo di Kyoto non ne tiene conto.
Ma la produzione di combustibili attraverso l'agricoltura pone un altro problema fondamentale (sul quale insiste da anni uno che di mestiere ha sempre fatto il leader politico e non il servo delle imprese, e quindi, nonostante l'età, guarda sempre avanti e non nelle tasche: Fidel Castro): in questo modo noi mettiamo in concorrenza, per l'acquisto dei beni prodotti dalla stessa superficie di terreno, la signora africana che deve mantenere la sua famiglia con un dollaro al giorno, ed il giovane porco figlio di papà occidentale che deve riempire il serbatoio del suo SUV. L'agricoltore venderà i suoi prodotti a chi è disposto ad offrire di più: secondo voi chi vince ?
E adesso spunta fuori, e lo trovate qui:
http://lescienze.espresso.repubblica.it/articolo/Più_ozono_nell_aria_con_i_motori_a_etanolo/1341331
un ulteriore problema che rende ancora più discutibile l'uso degli agrocombustibili: incrementerebbero le emissioni di ozono, un potente ossidante pericoloso per la salute di chi lo respira.
Ne approfitto per ricordare che, siccome tutto è relativo, l'ozono è un prezioso schermo alle radiazioni ultraviolette negli strati alti dell'atmosfera, e la sua diminuzione in quella sede stava creando rischi molto seri per la nostra salute; in quel caso l'umanità è stata capace di prendere misure adeguate, e pare che il problema si stia lentamente risolvendo; l'ozono al livello del suolo, invece, è un inquinante pericoloso. Ancora stamattina, in una trasmissione radiofonica, la telefonata di un ascoltatore reclamava come fatto impossibile che "l'anidride carbonica sia responsabile del buco nell'ozono"; certo che è impossibile, sono due problemi del tutto diversi: idee poche ma confuse. Però su chi viene eliminato dal Grande Fratello tutti sanno tutto. Ci serve più informazione ! Io cerco di fare quello che posso, aiutatemi.
mercoledì 16 dicembre 2009
Stranalandia
Il villaggio gallico condivide e sottoscrive quanto enunciato da Stefano Benni sul suo sito www.stefanobenni.it, che per maggior evidenza ripubblico qui di seguito:
In caso di censura a quei siti (compresi quelli cretini e provocatori che per chiunque abbia testa evaporeranno da soli) che non piaceranno al maggiordomo Fininvest Maroni, siamo pronti a scrivere: Odio Berlusconi con caratteri cubitali anche sul nostro sito ogni giorno.
Perché siamo tranquilli: non lo odiamo, sappiamo opporci a lui con mille altri sentimenti. Semplicemente ci sta sui coglioni e vogliamo che ne se vada. Ma anche se provassimo a odiarlo non saremmo mai vittimisti, prevaricatori e gonfi d’odio come lui.
Quindi Maroni, se ha un briciolo di coraggio, censuri tutto il web ma prima censuri il suo principale. Senza se e senza ma.
Di mio aggiungo che i suoi colleghi con la faccia da fesso e la cravatta verde, invece di prendersela sempre e solo con i venditori di kebab, potrebbero fare qualcosa anche nei confronti dei venditori di souvenir del Duomo di Milano: con tutte quelle punte, è chiaro che sono oggetti pericolosi. Anzi, da bravo Ministro dell'interno, potrebbe proclamare un altro dei suoi celebri editti in nome della sicurezza dei cittadini: far tagliare via tutte le guglie del Duomo, così anche le statuine dovranno adeguarsi. Sarebbe un provvedimento non più scemo di tanti altri dei suoi.
E a proposito di Stefano Benni, ieri sera io ho scoperto di essere vecchio: girando per una libreria, ho visto "Stranalandia" nella sezione "classici".
Con Lucrezio ed Ernest Hemingway.
In caso di censura a quei siti (compresi quelli cretini e provocatori che per chiunque abbia testa evaporeranno da soli) che non piaceranno al maggiordomo Fininvest Maroni, siamo pronti a scrivere: Odio Berlusconi con caratteri cubitali anche sul nostro sito ogni giorno.
Perché siamo tranquilli: non lo odiamo, sappiamo opporci a lui con mille altri sentimenti. Semplicemente ci sta sui coglioni e vogliamo che ne se vada. Ma anche se provassimo a odiarlo non saremmo mai vittimisti, prevaricatori e gonfi d’odio come lui.
Quindi Maroni, se ha un briciolo di coraggio, censuri tutto il web ma prima censuri il suo principale. Senza se e senza ma.
Di mio aggiungo che i suoi colleghi con la faccia da fesso e la cravatta verde, invece di prendersela sempre e solo con i venditori di kebab, potrebbero fare qualcosa anche nei confronti dei venditori di souvenir del Duomo di Milano: con tutte quelle punte, è chiaro che sono oggetti pericolosi. Anzi, da bravo Ministro dell'interno, potrebbe proclamare un altro dei suoi celebri editti in nome della sicurezza dei cittadini: far tagliare via tutte le guglie del Duomo, così anche le statuine dovranno adeguarsi. Sarebbe un provvedimento non più scemo di tanti altri dei suoi.
E a proposito di Stefano Benni, ieri sera io ho scoperto di essere vecchio: girando per una libreria, ho visto "Stranalandia" nella sezione "classici".
Con Lucrezio ed Ernest Hemingway.
giovedì 10 dicembre 2009
Centrali a carbone e facce di bronzo
ENEL ha richiesto a Greenpeace un risarcimento di 1,6 milioni di euro per presunti danni derivati dalle azioni dimostrative condotte dall'organizzazione ambientalista dal 2006 al 2009. Il valore intimidatorio della richiesta si comprende sapendo che il bilancio di Greenpeace (che si sostiene solo attraverso sottoscrizioni di privati cittadini, e non accetta finanziamenti nè dallo stato, nè da aziende, nè da partiti politici) è di 3,5 milioni. Principali fonti di danni per l'azienda elettrica sarebbero state due azioni condotte nella centrale di Brindisi nel 2007 e nel 2009; motivazione: a causa delle proteste, la centrale avrebbe lavorato bruciando olio combustibile anzichè carbone, con minore profitto. Minore profitto per ENEL, ma maggiore profitto per noi tutti, poichè in tal modo produceva il 20% in meno di CO2. Infatti, nella sentenza del TAR di Lecce che assolveva una dozzina di attivisti di Greenpeace banditi dal territorio di Brindisi come "socialmente pericolosi", è scritto: "l'azione di Greenpeace appare come reazione alla violenza inquinante cui è sottoposto il contesto ambientale..."
Nel calderone degli 1,6 milioni di danni, vengono addebitati a Greenpeace anche 1365,75 Euro che ENEL avrebbe speso per la rimozione della scritta "No carbone" dalla ciminiera della centrale di Porto Tolle (RO) nel dicembre 2006. Avranno cancellato la scritta con il pennellino del bianchetto ? E per quanto mi riguarda la scritta poteva benissimo rimanere lì dov'era: Porto Tolle è nel delta del Po, parco naturale e una delle rare zone umide dove sopravvivono decine di specie di uccelli che in pochissime altre parti della fascia temperata della Terra riescono ancora a trovare habitat non devastati dall'uomo. Avete idea di quanto ci stia bene in un contesto del genere una centrale a carbone ?
Per avere un quadro di prima mano sulle istruttive vicende della centrale di Porto Tolle, vi suggerisco di consultare l'archivio di www.lavocetta.blogspot.com (donde è tratta la foto).
Il maggiore produttore di CO2 in Italia è ENEL (44,4 milioni di tonnellate/anno).
ENEL in questi giorni è presente alla Conferenza sul clima di Copenhagen per promuovere la sua "linea verde".
Complimenti.
lunedì 7 dicembre 2009
A porte chiuse
Ma porcaccia la miseriaccia, io non ce la faccio più ! Continuamente vengono fuori fatti e fatterelli che mi portano quasi tutte le sere a scrivere qui sopra; sapete che di questo passo rischio di non riuscire più a vedere neanche L'Isola dei Famosi o le meravigliose puntate di Porta a Porta o Rischiatutto o chissà che cos'altro stanno dando in questo periodo per televisione ? Ma vi rendete conto ?
Non avevo ancora finito di scrivere "Il fringuello 5110 e le trame di Satana" (25 novembre), dove confutavo un vecchio libro creazionista dei Testimoni di Geova, che già c'era in giro qualcosa di molto peggio: appena volti la testa un attimo... sarà la stagione, il creazionista è un pò come il fungo: quando piove viene su.
Dunque, qual è il punto: si è svolto a Roma un convegno antievoluzionista, per la verità in febbraio; e fin qui nulla di male, ciascuno si organizza i convegni che vuole; oltretutto il convegno si è tenuto, non so perchè ma me lo immagino, a porte chiuse, quindi praticamente nessuno ne ha saputo nulla; finchè, in novembre, è stato presentato il libro degli atti del convegno, intitolato: "Evoluzionismo: il tramonto di una ipotesi”; e ancora, ciascuno si pubblica i libri che vuole, e non c'è nulla di male. Anzi: di fronte alla parola scritta, si può ragionare con più calma, esaminare gli argomenti, discuterli, confutarli, senza il caos e l'improvvisazione propri della conversazione orale.
Qual è il problema ? I problemi sono più di uno. Il convegno si è svolto nella sede del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche); è stato organizzato dal vicepresidente del CNR, Roberto De Mattei, teologo e docente di Storia del Cristianesimo e della Chiesa; ed il libro è stato pubblicato con il contributo finanziario (pur modesto) del CNR con tutte le diciture del caso: documenti del CNR, ecc.
Se il CNR con una mano finanzia quel poco (o quasi niente) di ricerca che si fa in Italia, e con l'altra mano indica che il 99% degli scienziati che esso finanzia seguono "teorie" prive di fondamento qualche problemino c'è.
Tanto per cominciare, partiamo appunto dal concetto di "teoria scientifica". L'evoluzione è un fatto, ed è uno dei fatti meglio documentati in natura. Poi c'è una teoria che spiega i meccanismi e le regole generali attraverso cui il fatto si verifica. Si considera valida una teoria finchè non se ne trova una nuova che si accorda meglio alle osservazioni sperimentali; oppure finchè nuove osservazioni, debitamente confermate, falsifichino chiaramente la teoria finora accettata. La teoria dell'evoluzione, così come è stata elaborata da Darwin 150 anni fa, è passata prima attraverso la scoperta delle regole della genetica, che in un primo momento sembravano demolirla, e poi ne sono diventate conferma ed integrazione, e poi attraverso il dibattito sugli equilibri punteggiati, che l'ha ulteriormente arricchita e rimodernata, senza mai metterne in discussione l'impianto complessivo. Nessuno scienziato serio discute l'evoluzione come fatto, che sia o meno convinto della teoria rivista alla luce degli equilibri punteggiati, e su di essa magari continui ad accapigliarsi con i colleghi.
Anche la gravitazione è una teoria, che spiega alcuni fatti come il comportamento dei corpi nelle vicinanze della Terra o le orbite dei pianeti. La teoria della gravitazione di Newton è stata fortemente riarrangiata da Einstein, ma mentre i fisici discutevano se la nuova versione einsteiniana fosse meglio in accordo la realtà empirica rispetto alla classica versione newtoniana, le mele hanno continuato a cascare per terra dagli alberi ed i pianeti hanno continuato a girare imperturbabili: il fatto rimane tale e quale mentre si cerca di perfezionare la teoria. Se un giorno vedrò mele staccarsi dall'albero e schizzare verso la stratosfera, allora dovrò necessariamente mettere in dubbio la teoria della gravitazione, e cercare di elaborare una nuova teoria più aderente ai fatti osservati; ma per il momento questa eventualità non sembra meritare convegni scientifici e pubblicazioni di libri.
Secondo Karl Popper, per poter essere definita "scientifica", una teoria deve essere, appunto, falsificabile in linea di principio; ovvero: io posso considerare valida la teoria finchè non dovessi verificare che... (...in certe condizioni le mele cascano verso l'alto, ad esempio, nel caso della gravitazione). E' per questo che il creazionismo non può essere considerato scientifico: non è falsificabile in linea di principio: di qualsiasi cosa si osservi, si potrà sempre dire: "è stato creato così".
Primo punto dolente: uno che come hobby fa il vicepresidente del CNR, avrebbe il DOVERE di distinguere ciò che è scientifico da ciò che non lo è.
Non avendo avuto ancora occasione di leggere gli atti in originale, non mi esprimerò in dettaglio sui contenuti "scientifici" del convegno, anche se da qualche resoconto di autori che considero degni di fiducia, come Telmo Pievani ed altri, mi pare che non ci sia molto di nuovo rispetto alle solite falsità da Testimoni di Geova: forzature per comprimere l'età della Terra a tempi molto più brevi di quelli oggi conosciuti, con gli uomini che avrebbero convissuto con i dinosauri (sic !), ere geologiche cortissime, con il Grand Canyon del Colorado che si sarebbe formato nel corso di un anno (sic ! Sic !), ed espressioni come quella attribuita a Pierre Rabischong, professore della Facoltà di Medicina di Montpellier, nella conferenza di presentazione: "...una mutazione può cambiare casualmente il genoma di un individuo, ma per creare una specie nuova è necessario avere allo stesso momento la medesima mutazione nell’altro partner, cosa statisticamente impossibile”.
Non è solo falso, è folle. La singola mutazione non ha nulla a che vedere con la speciazione. Una nuova specie si origina, per raccontarla in estrema sintesi ed approssimazione, quando una popolazione rimane riproduttivamente isolata dal resto della propria specie di origine per un tempo sufficiente a differenziare caratteri che non la renderanno più "riconoscibile" come potenziale partner riproduttivo dai propri ex-simili una volta che con essi possa ritornare in contatto (come potrebbe esssere il caso dei discendenti del fringuello 5110); il fatto che le popolazioni che più frequentemente possono rimanere isolate siano quelle ai margini dell'areale di distribuzione della specie, quindi in condizioni "estreme" e magari già dotate di adattamenti peculiari, facilita il processo di diversificazione (come probabilmente qualche popolazione di antenati dei moderni scimpanzè, che viveva ai margini della foresta e si trovava a muoversi frequentemente lontano dagli alberi ed in mezzo all'erba alta, poteva avere assunto una postura eretta per guardare sopra l'erba, ed avere "fissato" questa caratteristica per selezione naturale una volta isolata dal resto delle scimmie proprie simili...).
Secondo punto dolente: se si adopera l'etichetta e l'autorevolezza del CNR per permettere a dei mentecatti di pubblicare qualcosa che, se fosse inviato ad una qualsiasi rivista scientifica, verrebbe rispedito al mittente con grasse risate degli esaminatori, si mina la credibilità della massima ististuzione scientifica nazionale.
Ma non intendo insistere sui contenuti, ripeto, non avendoli ancora letti per esteso.
Arrivo subito al terzo punto dolente: ho trovato da qualche parte una lista dei partecipanti al convegno; purtroppo ho dimenticato di prendere nota della fonte: potrebbe essere il sito di Oca Sapiens, ma non ne sono sicuro; in caso di errore mi scuso fin d'ora con l'autore originale:
- Guy Berthaud, sedimentologo francese ”famoso” per le fantasie sul Diluvio Universale che avrebbe scavato il Gran Canyon in sette giorni;
- Dominique Tassot ingegnere minerario francese;
- Jean de Pontcharra, fisico francese che chiede a Gesù di dirgli quali ricerche fare;
- Thomas Seiler, fisico tedesco secondo il quale il secondo principio della termodinamica starebbe provocando una regressione delle specie al fango dal quale Dio le ha create;
- Joseph Holzschuh, geofisico australiano per il quale dinosauri ed esseri umani sono co-esistiti;
- Maciej Giertych, dendrologo polacco segato alle ultime elezioni europee, razzista, antisemita, omofobo e misogino con idee pescate negli anni Trenta sulla formazione delle razze, in particolare di quelle inferiori.
Non so se la lista sia completa, però: se ad un convegno sull'evoluzione non è presente neanche mezzo biologo, io non dico nulla perchè sono di parte, ma voi che cosa ne pensate ?
E se in un covegno scientifico i convenuti sono TUTTI conosciuti per avere espresso opinioni politiche riconducibili all'estrema destra religiosa ultraconservatrice, sarà proprio un fortuito scherzo del caso ?
A me pare che sia questo il fatto "statisticamente impossibile".
Mi sa che il professor De Mattei non ce la racconta giusta. Non ce ne sarebbe abbastanza per dimettersi ?
Non avevo ancora finito di scrivere "Il fringuello 5110 e le trame di Satana" (25 novembre), dove confutavo un vecchio libro creazionista dei Testimoni di Geova, che già c'era in giro qualcosa di molto peggio: appena volti la testa un attimo... sarà la stagione, il creazionista è un pò come il fungo: quando piove viene su.
Dunque, qual è il punto: si è svolto a Roma un convegno antievoluzionista, per la verità in febbraio; e fin qui nulla di male, ciascuno si organizza i convegni che vuole; oltretutto il convegno si è tenuto, non so perchè ma me lo immagino, a porte chiuse, quindi praticamente nessuno ne ha saputo nulla; finchè, in novembre, è stato presentato il libro degli atti del convegno, intitolato: "Evoluzionismo: il tramonto di una ipotesi”; e ancora, ciascuno si pubblica i libri che vuole, e non c'è nulla di male. Anzi: di fronte alla parola scritta, si può ragionare con più calma, esaminare gli argomenti, discuterli, confutarli, senza il caos e l'improvvisazione propri della conversazione orale.
Qual è il problema ? I problemi sono più di uno. Il convegno si è svolto nella sede del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche); è stato organizzato dal vicepresidente del CNR, Roberto De Mattei, teologo e docente di Storia del Cristianesimo e della Chiesa; ed il libro è stato pubblicato con il contributo finanziario (pur modesto) del CNR con tutte le diciture del caso: documenti del CNR, ecc.
Se il CNR con una mano finanzia quel poco (o quasi niente) di ricerca che si fa in Italia, e con l'altra mano indica che il 99% degli scienziati che esso finanzia seguono "teorie" prive di fondamento qualche problemino c'è.
Tanto per cominciare, partiamo appunto dal concetto di "teoria scientifica". L'evoluzione è un fatto, ed è uno dei fatti meglio documentati in natura. Poi c'è una teoria che spiega i meccanismi e le regole generali attraverso cui il fatto si verifica. Si considera valida una teoria finchè non se ne trova una nuova che si accorda meglio alle osservazioni sperimentali; oppure finchè nuove osservazioni, debitamente confermate, falsifichino chiaramente la teoria finora accettata. La teoria dell'evoluzione, così come è stata elaborata da Darwin 150 anni fa, è passata prima attraverso la scoperta delle regole della genetica, che in un primo momento sembravano demolirla, e poi ne sono diventate conferma ed integrazione, e poi attraverso il dibattito sugli equilibri punteggiati, che l'ha ulteriormente arricchita e rimodernata, senza mai metterne in discussione l'impianto complessivo. Nessuno scienziato serio discute l'evoluzione come fatto, che sia o meno convinto della teoria rivista alla luce degli equilibri punteggiati, e su di essa magari continui ad accapigliarsi con i colleghi.
Anche la gravitazione è una teoria, che spiega alcuni fatti come il comportamento dei corpi nelle vicinanze della Terra o le orbite dei pianeti. La teoria della gravitazione di Newton è stata fortemente riarrangiata da Einstein, ma mentre i fisici discutevano se la nuova versione einsteiniana fosse meglio in accordo la realtà empirica rispetto alla classica versione newtoniana, le mele hanno continuato a cascare per terra dagli alberi ed i pianeti hanno continuato a girare imperturbabili: il fatto rimane tale e quale mentre si cerca di perfezionare la teoria. Se un giorno vedrò mele staccarsi dall'albero e schizzare verso la stratosfera, allora dovrò necessariamente mettere in dubbio la teoria della gravitazione, e cercare di elaborare una nuova teoria più aderente ai fatti osservati; ma per il momento questa eventualità non sembra meritare convegni scientifici e pubblicazioni di libri.
Secondo Karl Popper, per poter essere definita "scientifica", una teoria deve essere, appunto, falsificabile in linea di principio; ovvero: io posso considerare valida la teoria finchè non dovessi verificare che... (...in certe condizioni le mele cascano verso l'alto, ad esempio, nel caso della gravitazione). E' per questo che il creazionismo non può essere considerato scientifico: non è falsificabile in linea di principio: di qualsiasi cosa si osservi, si potrà sempre dire: "è stato creato così".
Primo punto dolente: uno che come hobby fa il vicepresidente del CNR, avrebbe il DOVERE di distinguere ciò che è scientifico da ciò che non lo è.
Non avendo avuto ancora occasione di leggere gli atti in originale, non mi esprimerò in dettaglio sui contenuti "scientifici" del convegno, anche se da qualche resoconto di autori che considero degni di fiducia, come Telmo Pievani ed altri, mi pare che non ci sia molto di nuovo rispetto alle solite falsità da Testimoni di Geova: forzature per comprimere l'età della Terra a tempi molto più brevi di quelli oggi conosciuti, con gli uomini che avrebbero convissuto con i dinosauri (sic !), ere geologiche cortissime, con il Grand Canyon del Colorado che si sarebbe formato nel corso di un anno (sic ! Sic !), ed espressioni come quella attribuita a Pierre Rabischong, professore della Facoltà di Medicina di Montpellier, nella conferenza di presentazione: "...una mutazione può cambiare casualmente il genoma di un individuo, ma per creare una specie nuova è necessario avere allo stesso momento la medesima mutazione nell’altro partner, cosa statisticamente impossibile”.
Non è solo falso, è folle. La singola mutazione non ha nulla a che vedere con la speciazione. Una nuova specie si origina, per raccontarla in estrema sintesi ed approssimazione, quando una popolazione rimane riproduttivamente isolata dal resto della propria specie di origine per un tempo sufficiente a differenziare caratteri che non la renderanno più "riconoscibile" come potenziale partner riproduttivo dai propri ex-simili una volta che con essi possa ritornare in contatto (come potrebbe esssere il caso dei discendenti del fringuello 5110); il fatto che le popolazioni che più frequentemente possono rimanere isolate siano quelle ai margini dell'areale di distribuzione della specie, quindi in condizioni "estreme" e magari già dotate di adattamenti peculiari, facilita il processo di diversificazione (come probabilmente qualche popolazione di antenati dei moderni scimpanzè, che viveva ai margini della foresta e si trovava a muoversi frequentemente lontano dagli alberi ed in mezzo all'erba alta, poteva avere assunto una postura eretta per guardare sopra l'erba, ed avere "fissato" questa caratteristica per selezione naturale una volta isolata dal resto delle scimmie proprie simili...).
Secondo punto dolente: se si adopera l'etichetta e l'autorevolezza del CNR per permettere a dei mentecatti di pubblicare qualcosa che, se fosse inviato ad una qualsiasi rivista scientifica, verrebbe rispedito al mittente con grasse risate degli esaminatori, si mina la credibilità della massima ististuzione scientifica nazionale.
Ma non intendo insistere sui contenuti, ripeto, non avendoli ancora letti per esteso.
Arrivo subito al terzo punto dolente: ho trovato da qualche parte una lista dei partecipanti al convegno; purtroppo ho dimenticato di prendere nota della fonte: potrebbe essere il sito di Oca Sapiens, ma non ne sono sicuro; in caso di errore mi scuso fin d'ora con l'autore originale:
- Guy Berthaud, sedimentologo francese ”famoso” per le fantasie sul Diluvio Universale che avrebbe scavato il Gran Canyon in sette giorni;
- Dominique Tassot ingegnere minerario francese;
- Jean de Pontcharra, fisico francese che chiede a Gesù di dirgli quali ricerche fare;
- Thomas Seiler, fisico tedesco secondo il quale il secondo principio della termodinamica starebbe provocando una regressione delle specie al fango dal quale Dio le ha create;
- Joseph Holzschuh, geofisico australiano per il quale dinosauri ed esseri umani sono co-esistiti;
- Maciej Giertych, dendrologo polacco segato alle ultime elezioni europee, razzista, antisemita, omofobo e misogino con idee pescate negli anni Trenta sulla formazione delle razze, in particolare di quelle inferiori.
Non so se la lista sia completa, però: se ad un convegno sull'evoluzione non è presente neanche mezzo biologo, io non dico nulla perchè sono di parte, ma voi che cosa ne pensate ?
E se in un covegno scientifico i convenuti sono TUTTI conosciuti per avere espresso opinioni politiche riconducibili all'estrema destra religiosa ultraconservatrice, sarà proprio un fortuito scherzo del caso ?
A me pare che sia questo il fatto "statisticamente impossibile".
Mi sa che il professor De Mattei non ce la racconta giusta. Non ce ne sarebbe abbastanza per dimettersi ?
mercoledì 2 dicembre 2009
L'allevamento delle bufale
"Il macellaio Mani di Seta si è dato un nome da battaglia
tiene fasciate dentro il frigo nove mascelle antiguerriglia
ha un grembiule antiproiettile tra il Giornale e il gilè"
Iniziamo a raccontare la storia al contrario, partendo dalla fine:
Ancora venerdi 27 novembre, il Giornale continuava imperterrito a pubblicare le lettere di solidarietà dei lettori al prode giornalista Francesco Guzzardi, minacciato da un volantino delle Brigate Rosse:
Il Giornale, 27 novembre 2009:
"Caro Massimiliano, leggo di questa truce intimidazione nei confronti di Francesco Guzzardi. Minaccia figlia di quella intolleranza beota di chi non ha argomenti né pensieri e dunque pericolosa. Mi auguro che siano solo esagitati senza costrutto alcuno, ma non posso altro che mettermi al vostro fianco, come sono sempre stato, nel sostenere le battaglie controcorrente che hai sempre fatto con la tua redazione: una redazione coraggiosa che non ha mai evitato, sia pure con garbo, di mettere i piedi nel piatto quando necessario; attitudine questa che porta ai lettori magari uno spiraglio di verità ma che irrita e, come abbiamo visto, induce anche alle minacce. Andate avanti.
Coordinamento Regionale Liguria"
"Esprimo la mia solidarietà alla redazione genovese de il Giornale, al giornalista Francesco Guzzardi ed al caporedattore Massimiliano Lussana. È riprovevole l’atto intimidatorio con cui si svilisce il lavoro di Lussana, Guzzardi e di tutta la redazione al servizio del cittadino. Raccontare le vicende della Media Val Bisagno è stato rendere conto ai genovesi della situazione delle periferie: un dovere, prima ancora che un diritto. Per questo, siamo ancora una volta dalla parte del Giornale ed invitiamo tutti i giornalisti a continuare in questo lavoro che è un vero servizio pubblico. Auspico che il mittente delle minacce sia presto identificato: non è certo una coincidenza che la lettera sia giunta al Giornale proprio in relazione ad un articolo sulla Media Val Bisagno, municipio i cui consiglieri hanno in passato ricevuto simili intimidazioni.
On. Avv. Roberto Cassinelli
deputato Pdl"
"Esprimo piena solidarietà alla redazione de il Giornale ed in particolare al coraggioso giornalista Francesco Guzzardi per le vili minacce ricevute. Mi rendo disponibile a partecipare a qualsiasi iniziativa che possa esprimere concretamente il diritto di informazione della vostra testata.
Giuseppe Murolo
consigliere comunale Pdl e residente in Val Bisagno"
"Carissimo Massimiliano, abbiamo appreso con amarezza delle minacce pervenute al Giornale e rivolte a tutta la redazione al giornalista Francesco Guzzardi. Intimidazioni come queste sono da condannare fermamente perché mirano ad impedire quella libertà di informazione, spesso coraggiosa, di cui Il Giornale e tu caro Massimiliano, siete tra i più autorevoli sostenitori.
Approfittiamo dell'occasione per rinnovarti la nostra stima e riconoscenza per le tante battaglie che porti avanti sempre a testa alta e con grande onestà intellettuale.
Un caloroso abbraccio.
Il Gruppo Regionale del Pdl"
Eppure il mittente delle minacce era stato identificato dalla Digos già da due giorni: lo stesso Francesco Guzzardi, ora indagato per simulazione di reato e procurato allarme.
Il testo del volantino minatorio scritto a mano, completo di stella a cinque punte e scritta Brigate Rosse, presentato alle autorità dal giornalista, recitava: "Non abbiamo ancora deciso se spaccare il culo prima al vostro servo Guzzardi l'infame della val Bisagno e degli sbirri o passare prima da voi molto presto lo scoprirete". Per la Digos non deve essere stato un compito molto difficile: una delle poche organizzazioni di questo Paese un pò attente alla forma sono sempre state le Brigate Rosse; se adesso anche loro si mettono a parlare come un talk-show di Canale 5, allora siamo proprio allo sfascio; la punteggiatura è tipica di chi scrive su il Giornale, e l'indagine è presto conclusa: basta fare scrivere due righe al Guzzardi, confrontare le calligrafie, ed il valoroso giornalista finisce nei guai come si merita.
Vi invito a leggere sull'argomento Alessandro Robecchi:
http://www.alessandrorobecchi.it/index.php/200911/informazione-quei-terroristi-de-il-giornale/
Partendo dall'ultimo capitolo, facciamo un passo indietro, e leggiamo come, sulle colonne de il Giornale, il valoroso rispondeva alle oscure minacce ricevute dagli ignoti malfattori, con la grande onestà intellettuale che i lettori gli riconoscono:
«Continuerò a denunciare i mali della Valbisagno»
di Francesco Guzzardi
Per me, non lo nego, il mio lavoro è una missione. Quella di raccontare i fatti, cercare i retroscena, portare alla luce le ombre di una cattiva amministrazione del territorio che da oltre 10 anni porto avanti per cercare di migliorare la Valbisagno, vallata che amo e dove vivo. Una zona dove, nel giro di 20 anni, sono cambiate (in peggio) talmente tante cose da renderla irriconoscibile a coloro che da sempre la abitano e considerata, da chi la segue da lontano, area degradata e, come l'ha definita Roberto Cassinelli in occasione dell'incontro in Municipio, zona del terzo mondo. Ho sempre ritenuto importante informare la gente di fatti che reputo gravi. È vero, come ha scritto il mio caporedattore Massimiliano Lussana, che pecco di sintesi, ma ditemi voi come si fa a raccontare in due parole (o in un solo articolo) delle decine di persone costrette a vivere sulla sedia a rotelle e, soprattutto, costrette a non potere uscire di casa a causa del degrado dei marciapiedi, delle strade non asfaltate e delle auto parcheggiate sui marciapiedi. Impossibile non descrivere i disagi degli abitanti di San Gottardo a causa di frequenti scippi, risse e vigliacche angherie alle quali sono sottoposte mamme e bambini che frequentano i giardini pubblici per colpa degli extracomunitari che da anni bivaccano in zona. Indisturbati. Talmente tanti problemi da raccontare e denunciare per i quali ci vorrebbe, ogni giorno, una pagina intera del giornale.
Le antipatie (e altro) verso di me poi, hanno cominciato a prendere forma da quando iniziai a seguire i consigli di circoscrizione, adesso municipali, denunciando sul Giornale le cose che non andavano.
I problemi, per me, sono cominciati in quel momento. E fatta eccezione per alcuni amministratori, per molti altri sono diventato non colui che denunciava le magagne del quartiere, bensì la causa dei mali. Paradossale.
Adesso sono arrivate le minacce sotto forma di volantino anonimo. Lasciamo alla polizia il compito di svolgere le indagini e risalire ai colpevoli. Non ritengo giusto né strumentalizzare, né sottovalutare un simile episodio che può diventare foriero di un’escalation di violenza. La Valbisagno non se lo merita. Come quelli che veramente la amano.
Il 25 novembre il simulatore viene smascherato, ma non si dà per vinto: tenta di giustificarsi arrampicandosi sugli specchi e scrive e interviene in ogni dove: eccolo sul sito di liguria.indymedia.org il 25 novembre alle 23.51:
"Preciso che la Digos non ha scoperto un bel nulla e mai lo avrebbe scoperto se io, Francesco Guzzardi, dopo avere raggiunto lo scopo di dare risalto (seppur con un volantino anonimo) alla mia vita da recluso causa pesanti minacce di malavitosi (nonostnte la denuncia alle forze dell'ordine di 2 mesi fa) sono andato in questura per fare una dichiarazione spontanea."
Che sia lui e non un mistificatore risulta chiaro dall'inconfondibile grammatica (mai lo avrebbe scoperto se io... sono andato in questura) e dalla pertinenza: il suo volantino non era affatto anonimo: era firmato dalle Brigate Rosse; era falso, non anonimo.
E quando dico in ogni dove, intendo in ogni dove: cosa glie ne fregherà mai a un cronista genovese de il Giornale del forum del Partito Comunista dei Lavoratori di Forlì e Cesena ? Ebbene, eccolo qua (e in più vi regalo il primo intervento di risposta):
PCL Forli Cesena, 25 novembre
Anonimo ha detto...
Sono Francesco Guzzardi e prima di giudicare sarebbe meglio sapere le cose.
Innanzitutto nessuna perizia calligrafica! La Digos non avrebbe mai scoperto nulla. Ho scritto io quel messaggio perke minacciato da mesi e nonostante le denuncie alle forze dell'ordine neuno mi ha cautelato. Ho raggiunto lo copo di mettere sotto gli occhi di tutti il dramma che io e la mia famiglia vivevamo infatti, sono stato io ad autodenuncirmi.
25 novembre 2009 16.13
Anonimo ha detto...
Se sei veramnete Francesco Guzzardi, dopo questo "intervento" hai dimostrato di essere un cretino al quadrato.
Personalmente Guzzardi lo immagino quanto meno capace di scrivere... Certo, di scrivere frottole, ma comunque capace di mettere in fila vocali e consonanti...
Dato così un quadro della comica finale, adesso riprendiamo la storia dall'inizio.
Nel 1974 Indro Montanelli decide che il Corriere della sera è troppo di sinistra per i suoi gusti (hep !) e matura la decisione di creare un giornale tutto suo. Dovrà chiamarlo temporaneamente il Giornale Nuovo, finchè esisterà ancora il Giornale di Varese. Nel primo editoriale del primo numero, il 25 giugno 1974, la nuova testata si presenta ai suoi lettori con queste parole: "vogliamo creare, o ricreare, un certo costume giornalistico di serietà e rigore". Detto fatto. Il Giornale si distingue subito per nascondere la testa sotto la sabbia di fronte all'evidenza della strategia della tensione e delle stragi di stato.
Ma il primo vero capolavoro si realizza con le elezioni del 1976, con il famoso invito ai lettori a scegliere il male minore: "turarsi il naso e votare Democrazia Cristiana". Si completa l'iniziativa presentando una lista di candidati democristiani 'garantiti' da il Giornale come "non compromessi col malaffare". In cima alla graduatoria, ed infatti eletto, è l'emergente della destra democristiana Massimo De Carolis, che qualche anno prima era stato vittima delle Brigate Rosse (quelle vere) che l'avevano ferito alle gambe.
Notizie sulla luminosa carriera di Massimo de Carolis le trovate qui:
http://www.carmillaonline.com/archives/2003/07/000346.html
Io vi darò solo due indizi per capire quanto poco fosse compromesso col malaffare:
indizio 1: fu l'avvocato di Michele Sindona;
indizio 2: a scorrere la già citata lista degli iscritti alla loggia massonica P2 di Licio Gelli, si scoprono delle prossimità davvero eccitanti: "...fas. 0624, grup. 17, on. De Carolis Massimo, Milano, codice e. 16.78, tessera 1815, data iniz. 26.1.1978, data scad. 31.12.1982, quote soc. 978: 50; fas. 0625, grup. 17, dott. Berlusconi Silvio, Milano, codice e. 19.78, tessera 1816, data iniz. 26.1.1978, data scad. 31.12.1982, quote soc. sta: 50, 978: 50;..."
Io non mi permetto di discutere l'onestà intellettuale di Indro Montanelli; penso che fosse sincera la sua volontà di contrastare il malaffare e la corruzione; il fatto che scegliesse come suo interlocutore d'elezione la borghesia imprenditoriale milanese rivela piuttosto, secondo me, una capacità di analisi quantomeno limitata; credo che non si rese mai conto che la borghesia imprenditoriale milanese in realtà campava, e campa, con malaffare e corruzione, e non potrebbe sopravvivere senza favori politici contrari all'interesse pubblico.
Comunque sia, fu un uomo talmente rigoroso da farsi molti nemici da ogni parte: quando, nel 1977, le Brigate Rosse (sempre quelle vere, non quelle immaginarie della Val Bisagno) spararono alle gambe anche a lui, il Corriere della sera, che era stato la sua casa fino a tre anni prima, titolò: "gambizzato un giornalista".
1987: la società editrice de il Giornale viene acquistata da Silvio Berlusconi.
1990: Legge Mammì sulla concentrazione dei mezzi di informazione: un soggetto privato non può detenere più di due reti televisive nazionali: è da allora che Rete4 trasmette abusivamente, di proroga in proroga, sulle frequenze assegnate ad Europa7; e un soggetto che controlli una rete televisiva non può detenere anche un quotidiano. Per la salvaguiardia del pluralismo dell'informazione, Silvio Berlusconi deve cedere la proprietà de il Giornale. La cede a Paolo Berlusconi. Il pluralismo è salvo.
1993-94: Il protettore Craxi è scappato in Tunisia per sfuggire alla galera, Berlusconi si ritrova allo scoperto. L'inchiesta Mani Pulite procede a furor di popolo, per Berlusconi è il panico. Per evitare a sua volta il carcere, nonchè la bancarotta per i debiti di Mediaset, crea dal nulla un partito finto, di plastica, Forza Italia, e si allea con i fascisti, con molteplici vantaggi in vista: non esistendo più la Democrazia Cristiana, gli elettori del Biancofiore getteranno finalmente la maschera e voteranno per i fascisti. Come leader politico autoprodotto non dovrà più pagare tangenti a Craxi per tutelare i propri affari, la gestione politica degli interessi personali sarà tutta fatta in casa.
Berlusconi (curiosamente il socio di minoranza Silvio, non il proprietario Paolo), si presenta per la prima volta dopo sei anni alla redazione de il Giornale chiedendo appoggio aperto al proprio neonato partito. Montanelli, che non ha mai voluto essere al servizio di un partito politico, annusa l'aria e se ne va. Subentra alla direzione Vittorio Feltri.
1994: Mobilitando la propaganda di tutti i mezzi di informazione in proprio possesso, Berlusconi vince clamorosamente le elezioni.
Con Feltri alla direzione, per il Giornale inizia una meravigliosa stagione di fioritura di titoli memorabili:
"Alluvione: colpa dei Verdi"
"P2, il golpe se l'è inventato la Anselmi"
"Berlusconi cede la Fininvest"
"Su Mani Pulite intervenga Amnesty International"
"La lebbra sbarca in Sicilia"
"Sedici casi di lebbra a Messina, contagiati quattro italiani" ovviamente e clamorosamente smentito, ma come se niente fosse:
"Niente allarme, ma servono controlli"
"L'Arno è pronto ad allagare Firenze per la cattiva gestione del PDS"
Nel 2005, una rete televisiva italiana, Rai News 24, rivela e documenta per immagini l'uso di bombe al fosforo, vietate da tutte le convenzioni internazionali, nel bombardamento americano di Falluja, in Iraq, con migliaia di vittime civili; un pò tutta la stampa italiana tende a minimizzare la notizia, trattandola come se si trattasse di illazioni; ma il Giornale, come sempre, si distingue: Massimo Teodori si inalbera: "non c'è un solo giornale USA che abbia dedicato una sola riga alle presunte rivelazioni della nostra TV" come se questo cambiasse qualcosa dei fatti rivelati; ma è pure jellato: lo scoop di Rai News 24 finisce in prima pagina su tutta la stampa mondiale, il giorno dopo.
Un paio di gaffes recenti de il Giornale si trovano persino nella voce di Wikipedia relativa alla testata.
Ed ora, con il ritorno di Feltri, si è ricreata la coppia comica che tanto successo aveva ottenuto su Libero con il celebre agente Betulla e le sue mirabolanti imprese spionistiche. Per raccontare tutte le balle pubblicate dallo 007 de noantri Renato Farina ci vorrebbe un sito dedicato, dovrete andarvele a cercare, non è difficile e molto spassoso. Vi riporto qui il testo della sanzione con cui l'Ordine dei Giornalisti gli ha inflitto dodici mesi di sospensione, dopo che i suoi intrighi con Pio Pompa, stretto collaboratore del direttore del Sismi Niccolò Pollari, erano venuti alla luce nel corso dell'inchiesta sul rapimento di Abu Omar:
"..tradito la professione giornalistica, asservendola al Sismi con il quale, almeno dal 2004, ha mantenuto un rapporto costante. Gravissimo l'episodio dell'intervista "pilotata" a due magistrati dell'Ufficio del pubblico ministero di Milano. Farina ha compromesso la sua dignità e quella dell'Ordine al quale appartiene, ferendo anche il rapporto di fiducia che deve esistere tra stampa e lettori."
Sarà per questi meriti che un paio di anni fa due consiglieri comunali di Forza Italia lo hanno candidato per l'Ambrogino d'oro, premio per i milanesi che si distinguono nelle loro attività.
"...e si fiutavano compatti nei sottintesi e nelle azioni
contro ogni sorta di naufragi o di altre rivoluzioni
e il macellaio Mani di Seta distribuì le munizioni."
tiene fasciate dentro il frigo nove mascelle antiguerriglia
ha un grembiule antiproiettile tra il Giornale e il gilè"
Iniziamo a raccontare la storia al contrario, partendo dalla fine:
Ancora venerdi 27 novembre, il Giornale continuava imperterrito a pubblicare le lettere di solidarietà dei lettori al prode giornalista Francesco Guzzardi, minacciato da un volantino delle Brigate Rosse:
Il Giornale, 27 novembre 2009:
"Caro Massimiliano, leggo di questa truce intimidazione nei confronti di Francesco Guzzardi. Minaccia figlia di quella intolleranza beota di chi non ha argomenti né pensieri e dunque pericolosa. Mi auguro che siano solo esagitati senza costrutto alcuno, ma non posso altro che mettermi al vostro fianco, come sono sempre stato, nel sostenere le battaglie controcorrente che hai sempre fatto con la tua redazione: una redazione coraggiosa che non ha mai evitato, sia pure con garbo, di mettere i piedi nel piatto quando necessario; attitudine questa che porta ai lettori magari uno spiraglio di verità ma che irrita e, come abbiamo visto, induce anche alle minacce. Andate avanti.
Coordinamento Regionale Liguria"
"Esprimo la mia solidarietà alla redazione genovese de il Giornale, al giornalista Francesco Guzzardi ed al caporedattore Massimiliano Lussana. È riprovevole l’atto intimidatorio con cui si svilisce il lavoro di Lussana, Guzzardi e di tutta la redazione al servizio del cittadino. Raccontare le vicende della Media Val Bisagno è stato rendere conto ai genovesi della situazione delle periferie: un dovere, prima ancora che un diritto. Per questo, siamo ancora una volta dalla parte del Giornale ed invitiamo tutti i giornalisti a continuare in questo lavoro che è un vero servizio pubblico. Auspico che il mittente delle minacce sia presto identificato: non è certo una coincidenza che la lettera sia giunta al Giornale proprio in relazione ad un articolo sulla Media Val Bisagno, municipio i cui consiglieri hanno in passato ricevuto simili intimidazioni.
On. Avv. Roberto Cassinelli
deputato Pdl"
"Esprimo piena solidarietà alla redazione de il Giornale ed in particolare al coraggioso giornalista Francesco Guzzardi per le vili minacce ricevute. Mi rendo disponibile a partecipare a qualsiasi iniziativa che possa esprimere concretamente il diritto di informazione della vostra testata.
Giuseppe Murolo
consigliere comunale Pdl e residente in Val Bisagno"
"Carissimo Massimiliano, abbiamo appreso con amarezza delle minacce pervenute al Giornale e rivolte a tutta la redazione al giornalista Francesco Guzzardi. Intimidazioni come queste sono da condannare fermamente perché mirano ad impedire quella libertà di informazione, spesso coraggiosa, di cui Il Giornale e tu caro Massimiliano, siete tra i più autorevoli sostenitori.
Approfittiamo dell'occasione per rinnovarti la nostra stima e riconoscenza per le tante battaglie che porti avanti sempre a testa alta e con grande onestà intellettuale.
Un caloroso abbraccio.
Il Gruppo Regionale del Pdl"
Eppure il mittente delle minacce era stato identificato dalla Digos già da due giorni: lo stesso Francesco Guzzardi, ora indagato per simulazione di reato e procurato allarme.
Il testo del volantino minatorio scritto a mano, completo di stella a cinque punte e scritta Brigate Rosse, presentato alle autorità dal giornalista, recitava: "Non abbiamo ancora deciso se spaccare il culo prima al vostro servo Guzzardi l'infame della val Bisagno e degli sbirri o passare prima da voi molto presto lo scoprirete". Per la Digos non deve essere stato un compito molto difficile: una delle poche organizzazioni di questo Paese un pò attente alla forma sono sempre state le Brigate Rosse; se adesso anche loro si mettono a parlare come un talk-show di Canale 5, allora siamo proprio allo sfascio; la punteggiatura è tipica di chi scrive su il Giornale, e l'indagine è presto conclusa: basta fare scrivere due righe al Guzzardi, confrontare le calligrafie, ed il valoroso giornalista finisce nei guai come si merita.
Vi invito a leggere sull'argomento Alessandro Robecchi:
http://www.alessandrorobecchi.it/index.php/200911/informazione-quei-terroristi-de-il-giornale/
Partendo dall'ultimo capitolo, facciamo un passo indietro, e leggiamo come, sulle colonne de il Giornale, il valoroso rispondeva alle oscure minacce ricevute dagli ignoti malfattori, con la grande onestà intellettuale che i lettori gli riconoscono:
«Continuerò a denunciare i mali della Valbisagno»
di Francesco Guzzardi
Per me, non lo nego, il mio lavoro è una missione. Quella di raccontare i fatti, cercare i retroscena, portare alla luce le ombre di una cattiva amministrazione del territorio che da oltre 10 anni porto avanti per cercare di migliorare la Valbisagno, vallata che amo e dove vivo. Una zona dove, nel giro di 20 anni, sono cambiate (in peggio) talmente tante cose da renderla irriconoscibile a coloro che da sempre la abitano e considerata, da chi la segue da lontano, area degradata e, come l'ha definita Roberto Cassinelli in occasione dell'incontro in Municipio, zona del terzo mondo. Ho sempre ritenuto importante informare la gente di fatti che reputo gravi. È vero, come ha scritto il mio caporedattore Massimiliano Lussana, che pecco di sintesi, ma ditemi voi come si fa a raccontare in due parole (o in un solo articolo) delle decine di persone costrette a vivere sulla sedia a rotelle e, soprattutto, costrette a non potere uscire di casa a causa del degrado dei marciapiedi, delle strade non asfaltate e delle auto parcheggiate sui marciapiedi. Impossibile non descrivere i disagi degli abitanti di San Gottardo a causa di frequenti scippi, risse e vigliacche angherie alle quali sono sottoposte mamme e bambini che frequentano i giardini pubblici per colpa degli extracomunitari che da anni bivaccano in zona. Indisturbati. Talmente tanti problemi da raccontare e denunciare per i quali ci vorrebbe, ogni giorno, una pagina intera del giornale.
Le antipatie (e altro) verso di me poi, hanno cominciato a prendere forma da quando iniziai a seguire i consigli di circoscrizione, adesso municipali, denunciando sul Giornale le cose che non andavano.
I problemi, per me, sono cominciati in quel momento. E fatta eccezione per alcuni amministratori, per molti altri sono diventato non colui che denunciava le magagne del quartiere, bensì la causa dei mali. Paradossale.
Adesso sono arrivate le minacce sotto forma di volantino anonimo. Lasciamo alla polizia il compito di svolgere le indagini e risalire ai colpevoli. Non ritengo giusto né strumentalizzare, né sottovalutare un simile episodio che può diventare foriero di un’escalation di violenza. La Valbisagno non se lo merita. Come quelli che veramente la amano.
Il 25 novembre il simulatore viene smascherato, ma non si dà per vinto: tenta di giustificarsi arrampicandosi sugli specchi e scrive e interviene in ogni dove: eccolo sul sito di liguria.indymedia.org il 25 novembre alle 23.51:
"Preciso che la Digos non ha scoperto un bel nulla e mai lo avrebbe scoperto se io, Francesco Guzzardi, dopo avere raggiunto lo scopo di dare risalto (seppur con un volantino anonimo) alla mia vita da recluso causa pesanti minacce di malavitosi (nonostnte la denuncia alle forze dell'ordine di 2 mesi fa) sono andato in questura per fare una dichiarazione spontanea."
Che sia lui e non un mistificatore risulta chiaro dall'inconfondibile grammatica (mai lo avrebbe scoperto se io... sono andato in questura) e dalla pertinenza: il suo volantino non era affatto anonimo: era firmato dalle Brigate Rosse; era falso, non anonimo.
E quando dico in ogni dove, intendo in ogni dove: cosa glie ne fregherà mai a un cronista genovese de il Giornale del forum del Partito Comunista dei Lavoratori di Forlì e Cesena ? Ebbene, eccolo qua (e in più vi regalo il primo intervento di risposta):
PCL Forli Cesena, 25 novembre
Anonimo ha detto...
Sono Francesco Guzzardi e prima di giudicare sarebbe meglio sapere le cose.
Innanzitutto nessuna perizia calligrafica! La Digos non avrebbe mai scoperto nulla. Ho scritto io quel messaggio perke minacciato da mesi e nonostante le denuncie alle forze dell'ordine neuno mi ha cautelato. Ho raggiunto lo copo di mettere sotto gli occhi di tutti il dramma che io e la mia famiglia vivevamo infatti, sono stato io ad autodenuncirmi.
25 novembre 2009 16.13
Anonimo ha detto...
Se sei veramnete Francesco Guzzardi, dopo questo "intervento" hai dimostrato di essere un cretino al quadrato.
Personalmente Guzzardi lo immagino quanto meno capace di scrivere... Certo, di scrivere frottole, ma comunque capace di mettere in fila vocali e consonanti...
Dato così un quadro della comica finale, adesso riprendiamo la storia dall'inizio.
Nel 1974 Indro Montanelli decide che il Corriere della sera è troppo di sinistra per i suoi gusti (hep !) e matura la decisione di creare un giornale tutto suo. Dovrà chiamarlo temporaneamente il Giornale Nuovo, finchè esisterà ancora il Giornale di Varese. Nel primo editoriale del primo numero, il 25 giugno 1974, la nuova testata si presenta ai suoi lettori con queste parole: "vogliamo creare, o ricreare, un certo costume giornalistico di serietà e rigore". Detto fatto. Il Giornale si distingue subito per nascondere la testa sotto la sabbia di fronte all'evidenza della strategia della tensione e delle stragi di stato.
Ma il primo vero capolavoro si realizza con le elezioni del 1976, con il famoso invito ai lettori a scegliere il male minore: "turarsi il naso e votare Democrazia Cristiana". Si completa l'iniziativa presentando una lista di candidati democristiani 'garantiti' da il Giornale come "non compromessi col malaffare". In cima alla graduatoria, ed infatti eletto, è l'emergente della destra democristiana Massimo De Carolis, che qualche anno prima era stato vittima delle Brigate Rosse (quelle vere) che l'avevano ferito alle gambe.
Notizie sulla luminosa carriera di Massimo de Carolis le trovate qui:
http://www.carmillaonline.com/archives/2003/07/000346.html
Io vi darò solo due indizi per capire quanto poco fosse compromesso col malaffare:
indizio 1: fu l'avvocato di Michele Sindona;
indizio 2: a scorrere la già citata lista degli iscritti alla loggia massonica P2 di Licio Gelli, si scoprono delle prossimità davvero eccitanti: "...fas. 0624, grup. 17, on. De Carolis Massimo, Milano, codice e. 16.78, tessera 1815, data iniz. 26.1.1978, data scad. 31.12.1982, quote soc. 978: 50; fas. 0625, grup. 17, dott. Berlusconi Silvio, Milano, codice e. 19.78, tessera 1816, data iniz. 26.1.1978, data scad. 31.12.1982, quote soc. sta: 50, 978: 50;..."
Io non mi permetto di discutere l'onestà intellettuale di Indro Montanelli; penso che fosse sincera la sua volontà di contrastare il malaffare e la corruzione; il fatto che scegliesse come suo interlocutore d'elezione la borghesia imprenditoriale milanese rivela piuttosto, secondo me, una capacità di analisi quantomeno limitata; credo che non si rese mai conto che la borghesia imprenditoriale milanese in realtà campava, e campa, con malaffare e corruzione, e non potrebbe sopravvivere senza favori politici contrari all'interesse pubblico.
Comunque sia, fu un uomo talmente rigoroso da farsi molti nemici da ogni parte: quando, nel 1977, le Brigate Rosse (sempre quelle vere, non quelle immaginarie della Val Bisagno) spararono alle gambe anche a lui, il Corriere della sera, che era stato la sua casa fino a tre anni prima, titolò: "gambizzato un giornalista".
1987: la società editrice de il Giornale viene acquistata da Silvio Berlusconi.
1990: Legge Mammì sulla concentrazione dei mezzi di informazione: un soggetto privato non può detenere più di due reti televisive nazionali: è da allora che Rete4 trasmette abusivamente, di proroga in proroga, sulle frequenze assegnate ad Europa7; e un soggetto che controlli una rete televisiva non può detenere anche un quotidiano. Per la salvaguiardia del pluralismo dell'informazione, Silvio Berlusconi deve cedere la proprietà de il Giornale. La cede a Paolo Berlusconi. Il pluralismo è salvo.
1993-94: Il protettore Craxi è scappato in Tunisia per sfuggire alla galera, Berlusconi si ritrova allo scoperto. L'inchiesta Mani Pulite procede a furor di popolo, per Berlusconi è il panico. Per evitare a sua volta il carcere, nonchè la bancarotta per i debiti di Mediaset, crea dal nulla un partito finto, di plastica, Forza Italia, e si allea con i fascisti, con molteplici vantaggi in vista: non esistendo più la Democrazia Cristiana, gli elettori del Biancofiore getteranno finalmente la maschera e voteranno per i fascisti. Come leader politico autoprodotto non dovrà più pagare tangenti a Craxi per tutelare i propri affari, la gestione politica degli interessi personali sarà tutta fatta in casa.
Berlusconi (curiosamente il socio di minoranza Silvio, non il proprietario Paolo), si presenta per la prima volta dopo sei anni alla redazione de il Giornale chiedendo appoggio aperto al proprio neonato partito. Montanelli, che non ha mai voluto essere al servizio di un partito politico, annusa l'aria e se ne va. Subentra alla direzione Vittorio Feltri.
1994: Mobilitando la propaganda di tutti i mezzi di informazione in proprio possesso, Berlusconi vince clamorosamente le elezioni.
Con Feltri alla direzione, per il Giornale inizia una meravigliosa stagione di fioritura di titoli memorabili:
"Alluvione: colpa dei Verdi"
"P2, il golpe se l'è inventato la Anselmi"
"Berlusconi cede la Fininvest"
"Su Mani Pulite intervenga Amnesty International"
"La lebbra sbarca in Sicilia"
"Sedici casi di lebbra a Messina, contagiati quattro italiani" ovviamente e clamorosamente smentito, ma come se niente fosse:
"Niente allarme, ma servono controlli"
"L'Arno è pronto ad allagare Firenze per la cattiva gestione del PDS"
Nel 2005, una rete televisiva italiana, Rai News 24, rivela e documenta per immagini l'uso di bombe al fosforo, vietate da tutte le convenzioni internazionali, nel bombardamento americano di Falluja, in Iraq, con migliaia di vittime civili; un pò tutta la stampa italiana tende a minimizzare la notizia, trattandola come se si trattasse di illazioni; ma il Giornale, come sempre, si distingue: Massimo Teodori si inalbera: "non c'è un solo giornale USA che abbia dedicato una sola riga alle presunte rivelazioni della nostra TV" come se questo cambiasse qualcosa dei fatti rivelati; ma è pure jellato: lo scoop di Rai News 24 finisce in prima pagina su tutta la stampa mondiale, il giorno dopo.
Un paio di gaffes recenti de il Giornale si trovano persino nella voce di Wikipedia relativa alla testata.
Ed ora, con il ritorno di Feltri, si è ricreata la coppia comica che tanto successo aveva ottenuto su Libero con il celebre agente Betulla e le sue mirabolanti imprese spionistiche. Per raccontare tutte le balle pubblicate dallo 007 de noantri Renato Farina ci vorrebbe un sito dedicato, dovrete andarvele a cercare, non è difficile e molto spassoso. Vi riporto qui il testo della sanzione con cui l'Ordine dei Giornalisti gli ha inflitto dodici mesi di sospensione, dopo che i suoi intrighi con Pio Pompa, stretto collaboratore del direttore del Sismi Niccolò Pollari, erano venuti alla luce nel corso dell'inchiesta sul rapimento di Abu Omar:
"..tradito la professione giornalistica, asservendola al Sismi con il quale, almeno dal 2004, ha mantenuto un rapporto costante. Gravissimo l'episodio dell'intervista "pilotata" a due magistrati dell'Ufficio del pubblico ministero di Milano. Farina ha compromesso la sua dignità e quella dell'Ordine al quale appartiene, ferendo anche il rapporto di fiducia che deve esistere tra stampa e lettori."
Sarà per questi meriti che un paio di anni fa due consiglieri comunali di Forza Italia lo hanno candidato per l'Ambrogino d'oro, premio per i milanesi che si distinguono nelle loro attività.
"...e si fiutavano compatti nei sottintesi e nelle azioni
contro ogni sorta di naufragi o di altre rivoluzioni
e il macellaio Mani di Seta distribuì le munizioni."
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