martedì 29 giugno 2010

Il Concetto di Infinito e sua Estensione ed Applicazione allo Strutturalismo Edafico e ad altre Discipline Antropologiche


Premessa teorica: la definizione di infinito ha fatto scervellare logici e matematici fin dall'antichità. In particolare, una delle questioni che hanno sempre suscitato maggiore imbarazzo sono gli insiemi infiniti che dovrebbero apparentemente contenere numeri diversi di elementi. Facciamo gli esempi tipici più semplici:
Due circonferenze concentriche. Quella esterna, più grande, dovrebbe essere composta da un numero (infinito) di punti maggiore rispetto a quella interna, più piccola (composta però anch'essa da un numero infinito di punti). Tuttavia, facendo spazzare le due circonerenze da un raggio, si può stabilire una corrispondenza biunivoca: ad ogni punto della circonferenza esterna corrisponde uno ed un solo punto sulla circonferenza interna. Quindi il numero di punti delle due circonferenze è lo stesso ?
Oppure: i numeri pari (2, 4, 6, 8...) sono infiniti ma, intuitivamente, dovrebbero essere la metà dei numeri interi (1, 2, 3, 4, 5...), pure infiniti. Però ogni numero intero può essere fatto corrispondere ad uno ed un solo numero pari (il suo doppio), ed ogni numero pari ad uno ed un solo intero (la sua metà): quindi pari ed interi sono in numero uguale ? E così via, gli esempi potrebbero essere innumerevoli (ma non infiniti !).
Verosimilmente, il centro del paradosso sta nella nostra tendenza ad applicare automaticamente alcune proprietà degli insiemi finiti, alle quali siamo abituati e che ci paiono evidenti ("la parte è minore del tutto") anche agli infiniti, che probabilmente non godono di tali proprietà.
Dopo diversi tentativi, a partire, ad esempio, da Giordano Bruno nel XVI secolo, di concepire infiniti di diversa grandezza, tutti più o meno confutati, nel 1873 Georg Cantor, giocherellando con i numeri irrazionali, ottenne una sorprendente dimostrazione dell'esistenza di infiniti di diversa entità, che non starei a descrivere in queste poche righe (sorvolando sul trascurabile dettaglio che non ne sarei capace). La questione mise in allarme il Vaticano (se esistono infiniti diversi, il monoteismo rischia di andare a farsi benedire - nel senso migliore dell'espressione - ?) e il cattolico Cantor fu convocato a Roma per chiarimenti. Reso prudente dal precedente di Giordano Bruno, riuscì a far sembrare la sua dimostrazione sufficientemente inoffensiva ed ottenne l'imprimatur, pur con il vincolo di apportare alcune correzioni alla terminologia, che comunque furono poi allegramente ignorate da tutti. Forse per l'emozione, forse per lo stress, negli anni successivi il povero Cantor prese a frequentare diversi ospedali psichiatrici (e non come visitatore).

Versione pratica del problema: non vi sarà sfuggita la tendenza sviluppatasi nel corso degli anni all'allungamento dei menu delle pizzerie. Il numero di pagine dell'elenco delle pizze preparabili si amplia progressivamente, e si è passati da un depliant che si apriva e mostrava ad un solo sguardo tutta la scelta disponibile, a libercoli di diverse pagine dalla consultazione sempre più impegnativa, e suppongo che presto si arriverà al menù in più volumi (I. Pizze A-L; II. Pizze M-Z).
Probabilmente la causa storica di questa tendenza filetica all'aumento di dimensioni è rintracciabile nel tentativo di includere e codificare tutte le varianti richieste di volta in volta dagli avventori: quello che vuole la capricciosa senza i carciofini, quell'altro la talaltra pizza ma senza acciughe, e poi un'altra con aggiunta di questo o di quello... e via via le modifiche diventano pizze tassonomicamente riconosciute ed incluse nei menu.
[Inciso 1: compresa la barbarie suprema (per l'Italia: sono consapevole che all'estero si trova anche di peggio) della pizza farcita con patatine fritte.
Inciso 2: osservare con la dovuta attenzione il fenomeno storico della rucola: circa 15 o 20 anni fa la rucola tendeva ad invadere sempre più spazi gastronomici, fino ai più insospettabili; oggi, nonostante tutta questa proliferazione e diversificazione, ed espansione degli habitat potenziali, la presenza della rucola diventa sempre più marginale ed ai limiti dell'estinzione. Un giorno la Storia ci chiederà conto dell'essere vissuti nel decennio della rucola].
La dilatazione smodata dei menu delle pizzerie pone poi una serie di problemi di adattamento: primo fra tutti la nomenclatura. Con l'aumento delle varianti, non si sa più come chiamare la roba. Tutti sappiamo che cos'è una quattro stagioni, ma la pizza con salame piccante, olive e peperoni non ha un nome universalmente riconosciuto, e la sua determinazione è affidata alla variabile e soggettiva inventiva dei pizzaioli.
La questione appare quasi irrisolvibile una volta rilevato che il piccolo gruppo di pizze capostipiti ha nomi ben conosciuti, ormai entrati nell'uso comune e difficilmente modificabili, mentre la pletora di derivati e nuovi incroci vaga in un ondivago limbo di attribuzioni variabili. Quindi, ad esempio, gli sforzi di uniformare, almeno localmente, la nomenclatura adottando in blocco nomi floreali o di personaggi di fumetti e cartoni animati risultano di solito fallimentari (anche perchè quasi mai condotti con coerenza e rigore scientifico: uno dovrebbe aspettarsi di trovare le corrispondenti di "margherita" o "marinara" associate a nomi altrettanto classici e canonici, che so io "Topolino" e "L'Uomo Mascherato", e le varie nefandezze di più recente introduzione ad altrettanto vacui cartoni giapponesi che non saprei citare; ma quasi mai è così).
Potessi decidere io, come passo d'obbligo, espellerei da tutte le pizzerie del Regno le pizze con patatine fritte per una questione etica, di salvaguardia della Dignità del Carboidrato; e, in un primo momento, avrei anche pensato all'adozione di nomi zoologici di Coleotteri (un milioncino di specie costituirebbe una buona riserva a cui attingere), poichè questo permetterebbe di facilitare le ricerche per via cladistica: ad esempio, tutte le pizze con verdure tra i Coccinellidi, quelle con pesce o frutti di mare nei Curculionidi, quelle con salumi tra i Carabidi... "io una Curculio elephans, grazie" (frutti di mare). Ma ahimè anche questo non potrebbe funzionare, poichè gli ingredienti delle pizze non seguono una disposizione gerarchica, in gruppi via via più inclusivi: una pizza con melanzane e salsiccia potrebbe appartenere altrettanto legittimamente a due raggruppamenti diversi.
Ebbene, e per tornare al punto, nonostante il numero di pizze presenti nei menu delle pizzerie tenda, palesemente e senza bisogno di ulteriori dimostrazioni, all'infinito, esiste sempre un infinito di ordine superiore, che è dato dalle ulteriori pizze diverse che vengono richieste dai clienti. E, significativamente, l'aumentare della disponibilità di scelte non fa diminuire la richiesta di varianti. Per quanto ponderoso possa essere il menu, ci sarà sempre, diciamo (misurato a spanne) un 15 % di clienti che chiederà una pizza diversa, arrampicandosi su qualsiasi dettaglio pur di ostacolare la linearità delle ordinazioni (una Topo Gigio, ma con la pancetta aggiunta a metà cottura), e disposti anche ad andare in totale spregio della filologia e dell'ontogenesi di quanto ordinato (per me una Vegetariana con l'aggiunta di salsiccia).
Inesauribilità della creatività italiana ? Desiderio di rompere le palle in qualsiasi circostanza ? Automatica auto-induzione degli infiniti ? Esaminiamo scientificamente il problema.

Il Villaggio Gallico si propone come centro di raccolta dati sulla fenomenologia degli infiniti di ordine superiore nel settore pizzologico: potete inviare qui i dati utili per studiare matematicamente questa che potrebbe rivelarsi la prova decisiva dell'inesistenza di Dio.
Secondo me occorre conoscere, per ogni serata:
- Numero di commensali
- Loro età media
- Regione (giusto per uno scrupolo statistico, anche se probabilmente non è molto rilevante)
- Indicare se si è presenti in pizzeria come turisti o come autoctoni (secondo me più interessante, per via di una mia vecchia teoria sulla tendenza dei turisti, e in particolare dei milanesi in vacanza, a fare di tutto pur di lessare i testicoli alle popolazioni residenti)
- Numero (anche approssimativo) di pizze disponibili sul menu
- Numero di pizze diverse dal menu, o con variazioni, ordinate
- Età media degli ordinanti pizze mutanti.
Sentitevi ovviamente liberi di aggiungere qualsiasi altro dato riteniate utile.

6 commenti:

  1. Mi vergogno tantissimo ma io sono una di quelle che chiede pizza con patatine, pur avendo superato l'età infantile da un pezzo...

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  6. Ma che vergogna ! Hai tutta la mia riprovazione: da te non me lo sarei proprio mai aspettato.
    Adesso ti cercherò qualche posto dove facciano degli appositi corsi di rieducazione

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