lunedì 20 giugno 2011

L'arabo Orice che rinasce dalle proprie ceneri


L'orice arabo (Oryx leucoryx) è l'unica delle quattro specie di orici a vivere fuori del continente africano: il suo areale è limitato alla penisola arabica, fino alla Giordania; si riconosce dalle altre specie di orici per il colore chiaro e la taglia un pò più piccola. Queste antilopi dalle lunghe corna quasi diritte potrebbero essere all'origine della leggenda dell'unicorno.
La specie era stata dichiarata estinta in natura nel 1972, quando l'ultimo orice arabo che viveva ancora allo stato selvatico fu abbattuto da un cacciatore; avendo qualche idea di quel che hanno in testa i cacciatori, possiamo immaginare che se ne sia vantato.
Per fortuna qualche anno prima, nel 1963, era stato avviato un programma di salvataggio, con la cattura di alcuni individui per rimpolpare il numero degli esemplari presenti negli zoo in giro per il mondo. La riproduzione in cattività non è troppo problematica e quindi si è riusciti a rilasciare i discendenti di quei pochi sopravvissuti in gabbia nel loro ambiente originario, dove lentamente e faticosamente il ripopolamento è riuscito. La notizia di questi giorni è che, quarant'anni dopo, l'orice arabo non è più considerato nella lista delle specie a grave rischio di estinzione, ma "soltanto" "vulnerabile". Oggi si contano circa mille esemplari in natura, anche se ripartiti in popolazioni ancora un pò troppo piccole, la maggior parte di meno di 40 esemplari.
Pare che sia la prima volta che una specie dichiarata estinta in natura riesca a "rinascere" a partire da esemplari in cattività.
In compenso la specie sorella O. dammah, orice dalle corna a sciabola, anch'essa in gravissimo pericolo, potrebbe essere scomparsa dal suo habitat: sembra che da tempo non se ne veda più uno. Anche in questo caso era stato avviato un programma di salvataggio del tutto analogo, per far risorgere la specie a partire dagli esemplari custoditi negli zoo, e non resta che incrociare gli zoccoli.

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