Nel 2010 abbiamo battuto il record: 30,6 gigatonnellate (miliardi di tonnellate) di anidride carbonica immesse in atmosfera: nel 2009, per la prima volta, si era registrato un calo, 29,0 gigaton rispetto al precedente primato dei 29,3 del 2008: solo un effimero effetto della riduzione dei consumi nel momento più acuto della crisi economica mondiale. Se l'accordo scarabocchiato nel verice di Copenhagen poneva come limite non impegnativo il non superare i 2 gradi di aumento della temperatura globale, senza indicare in che modo (e 2 gradi di aumento si identificano con una probabiltà "solo" del 50% di conseguenze catastrofiche: giocarsi il pianeta a testa o croce), questi dati ci indirizzano spediti verso una prospettiva di incremento della temperatura media della Terra di oltre 4 gradi entro il 2100.
Vent'anni di negoziati per ridurre le emissioni di gas a effetto serra, e non solo non si ottengono diminuzioni, ma non si rallenta neanche la crescita.
E le ricette che i Governi propongono ai loro elettori per il futuro consistono nell'incentivare i consumi per fare ripartire la crescita economica. Non c'è peggior sordo di chi è sordo per davvero. Meglio morti che poveri.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento