domenica 20 maggio 2012

Anniversari - 20 maggio 2002



La geniale candidatura di Rutelli nelle elezioni politiche del 2001 riuscì nell'impresa di spalancare la strada, contro ogni pronostico, al secondo Governo Berlusconi (2001 - 2006).
Il periodo pre - elettorale era stato rallegrato dalla prima comparsa televisiva di Marco Travaglio, ospite di una trasmissione di Daniele Luttazzi per presentare il suo primo libro, L'odore dei soldi. Quindi il ricco panorama filosofico e politico del nuovo Governo si arricchì di un secondo punto programmatico: Mediasetizzare la Rai, dato che le tre reti televisive di proprietà del socio di Dell'Utri rischiavano di non bastare più a rimbecillire a sufficienza la maggioranza degli elettori. Ci volle più di un annetto, perchè il punto prioritario del programma politico, evitare con qualsiasi mezzo la galera al Capo, risultò piuttosto impegnativo e richiese la promulgazione di diverse leggi apposite.
Tra nomine di piatti e soffici zerbini a Direttori di Telegiornali e cancellazioni di programmi e personaggi, a fare le spese dell'omologazione della Televisione di Stato alle necessità personali del proprietario dell'azienda concorrente, ci fu anche il programma radiofonico di Radio3 con il quale mi davo la sveglia alle 6:45 nelle giornate lavorative. Si intitolava, se non ricordo male, "Lucifero", o qualcosa del genere, e non aveva caratteristiche particolarmente sovversive: illustrava storie, raccontava immagini, svelava personaggi. Lo trovavo gradevole, ed era niente più che una trasmissione seplicemente intelligente, quindi insopportabile ai berlusconiani.
Poco tempo prima di sparire dal palinsesto per essere sostituito da un programma di musichette assortite, il 21 maggio 2002 quella trasmissione intristì l'avvio della mia giornata con la voce del conduttore che annunciò: "E' morto ieri a New York a 61 anni il celebre paleontologo e biologo Stephen Jay Gould."

Non era una notizia del tutto inaspettata; tutti i suoi lettori sapevano che aveva contratto vent'anni prima un mesotelioma, un tumore dello stesso tipo di quelli provocati dall'amianto.
Dopo la prima operazione, lo spirito dello studioso lo spinse subito a chiedere alla sua dottoressa qualcosa da leggere per documentarsi su una malattia che non aveva mai sentito nominare prima. Lei cercò di sviarlo dicendo che non c'era un gran che di interessante in bibliografia. Detto ad un professore che ha accesso a tutte le biblioteche dell'Università, fu un paravento quantomeno caduco.
Gould apprese subito che il mesotelioma ha una mortalità mediana di otto mesi dopo la diagnosi. Ma, altrettanto istantaneamente, capì anche perchè veniva utilizzata la mediana e non la media come valore indicativo della tendenza principale.
La media, come tutti sappiamo, è la somma dei valori diviso il numero dei valori osservati.
La mediana è il valore tale che il 50% dei valori osservati è inferiore ad essa, e l'altro 50% è superiore.
In una distribuzione casuale simmetrica, media e mediana coincidono. Ha senso usare la mediana anzichè la media nei casi in cui la distribuzione è fortemente asimmetrica, cioè pochi valori molto elevati trascinano in alto la media rendendola poco indicativa (avrebbe più senso usare la mediana anche per indicare la tendenza centrale dei redditi di una popolazione, ad esempio).
Nel caso del mesotelioma, la mediana informa che la metà dei malati muore entro otto mesi dalla diagnosi. Se nell'altra metà dei casi, ce ne sono alcuni le cui sopravvivenze possono essere anche molto prolungate, la media ne risulterebbe distorta verso l'alto. Gould capì di avere buone possibilità di essere in questa coda fortunata della distribuzione: era giovane, la diagnosi era stata abbastanza precoce, e viveva in un luogo dove poteva accedere alle cure migliori.
Questo racconto serve per dire che anni dopo, da questa vicenda personale prese spunto per scrivere un libro sull'interpretazione della variazione, dei suoi limiti e le nostre fallacie nel ricavarne tendenze (1), perchè era un divulgatore così: da qualsiasi dettaglio si può risalire a concetti generali.

Considero Gould uno dei miei eroi intellettuali. Sono rare le letture che fanno provare un senso di apertura mentale o, per usare un'espressione sua, "quella deliziosa sensazione di paraocchi che cadono" come quella che mi diede la prima lettura de "Il pollice del Panda", quando era ancora immerso nell'ortodossia scolastica.
Sarebbe sciocco tentare di riassumere qui in poco spazio il suo contributo all'estensione in senso non gradualista della teoria dell'evoluzione (e il fatto che lo amareggiò di più fu lo rovesciamento, in perfetta malafede, delle sue innovazioni concettuali da parte di alcune sette religiose, per sostenere che gli scienziati mettevano in dubbio l'evoluzione come fatto).
Non credo di poter fare nulla di più ragionevole che invitare a leggere. Credo che il meglio che si possa fare sia un invito alla lettura: al piacere della sua prosa gradevolissima che rende l'evoluzione, filo conduttore di ogni suo scritto, del tutto accessibile a qualsiasi profano, pur nelle interpretazioni meno banali, e lontane dagli stereotipi più usuali.

(1) Gould S. J. - Gli alberi non crescono fino in cielo - Mondadori 1997

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