sabato 28 novembre 2009

Spalti gremiti


E finalmente anche nel villaggio gallico si parla di calcio. Scommetto che non ne vedevate l'ora. Devo quindi iniziare il discorso con la scontata confessione: spesso guardo le partite in televisione. Non sempre, non sistematicamente, ma spesso.
Ciascuno ha le sue turpitudini, e fa bene di tanto in tanto liberarsi la coscienza da questi pesi.
Il gioco del calcio mi aveva affascinato in un'epoca nella quale la telvisione offriva incontri (in bianco e nero) commentati da un telecronista, in genere abbastanza capace e con una sufficiente padronanza della lingua italiana; era viceversa lasciata, di solito, alle pure qualità di inventiva e fantasia la pronuncia dei nomi in lingue straniere. Il bravo telecronista partiva per la sua trasferta, andava allo stadio a svolgere il suo dignitoso lavoro, se necessario andava a pernottare in albergo con la sua bella valigetta, e tornava a casa. Il suo compito era essenzialmente quello di indicare al pubblico televisivo quale giocatore era in quel momento in azione, e fornire poche altre indicazioni e commenti (il gioco è disturbato dal forte vento o cose del genere che potrebbero sfuggire al telespettatore). Guai e ancora guai a far trapelare dal tono di voce una minima per quanto velata maggior simpatia del commentatore per una squadra piuttosto che per l'altra: sarebbe stato quanto di più disonorevole e deplorevole si potesse immaginare. Per quanto riguarda gli incontri internazionali vigeva, ed era tacitamente e tutto sommato abbastanza serenamente accettato da noi spettatori, il subdolo trucco del giornalista di imparare quattro o cinque nomi di giocatori della squadra straniera e ripetere sempre gli stessi; avendo l'accortezza di seguire la telecronaca con le formazioni delle squadre sott'occhio, risultava sempre che inspiegabilmente tutte le squadre estere erano composte per il 60 % da giocatori che non toccavano mai il pallone.
Per il resto, lo spettatore guardava, apprezzava e giudicava le azioni di gioco a suo libero gusto e piacimento.

Quando ero ragazzino c'era una maggiore frenesia da attesa dell'evento; oggi che sono un pò più scafato cerco di accendere il televisore solo all'orario esatto di inizio dell'incontro, per non farmi ammorbare dalla pubblicità.
Ma se mi sbaglio e accendo prima del tempo, vedo cose che un essere umano non potrebbe mai immaginare: mi trovo di fronte ad uno spiegamento di forze, che se Lyndon Johnson avesse spedito in Vietnam tutte le truppe che una qualsiaisi rete televisiva italiana schiera per commentare una partita di calcio, avrebbe vinto la guerra in cinque giorni.
Tanto per cominciare, il telecronista non è più sufficiente. Esso deve essere necessariamente affiancato da un commentatore tecnico il quale deve, altrettanto necessariamente, essere un ex-calciatore, quindi, nella migliore delle ipotesi, semi-analfabeta. Compito del commentatore tecnico è quello di spiegarci che la squadra dell'Atletico Scamorze deve insistere ad attaccare gli avversari sulla fascia laterale destra, perchè in quella zona del campo il giocatore Bravuomo salta il suo avversario come, quando e tutte le volte che vuole e crea una favorevolissima situazione di superiorità numerica; salvo poi, dopo dieci minuti e qualche altra azione di gioco, renderci edotti del fatto che il gicatore Bravuomo dovrebbe essere sostituito perchè non è in grado di reggere il confronto con il suo avversario diretto ed in quella zona del campo l'Atletico Scamorze è costantemente in difficoltà. Così, come se niente fosse, e senza che nessuno lo prenda a branzinate in faccia (come certamente farebbe il nostro amico Ordinalfabetix).
Come se ciò non bastasse, uno spettro si aggira per l'Europa. Ma non quello, magari fosse. Si tratta di un essere inutile che staziona con il microfono ai bordi del campo (dove, secondo me, a termini di regolamento non potrebbe stare assolutamente), e ci fornisce informazioni fondamentali, del tipo "l'allenatore Tizio si è alzato in piedi" o "l'allenatore Caio si è rimesso a sedere". Mi domando come abbiamo fatto a guardare le partite di calcio per tanti anni senza usufruire di questi contributi sostanziali.
E fin qui, siamo a ciò che è funzionale (si fa per dire) alla fredda cronaca. E' quando si esce dallo stretto minutaggio di gioco che il caravanserraglio si complica fino a diventare inclassificabile: da quel poco che ho capito, il vero telecronista ed il vero (si fa sempre per dire) commentatore tecnico, ricevono la linea attraverso la benedizione e l'imprimatur di un altro telecronista e un altro commentatore tecnico, posticci, che se ne stanno allocati in qualche altro luogo che non si capisce quale sia (gli scantinati dello stadio ? Il parcheggio ? Il salotto di casa ? La luna ?), e sono insigniti del compito di dire due parole insulse prima dell'inizio, le quali però devono obbligatoriamente giungere alla conclusione che la partita sarà ricca di motivi di interesse e tutta da seguire, manco fosse il derby Copparo - Codigoro; due parole insulse nell'intervallo, tra una pubblicità e l'altra, e due parole insulse a conclusione della bella serata di sport.
Poi, ancora, infilati da qualche parte, ma non ho ancora capito bene dove, devo ulteriormente approfondire i miei studi sull'argomento, ci devono essere per forza una presentatrice che non sa di cosa si stia parlando, ma gnocca, e un opinionista. E' impossibile che in televisione qualcuno parli di un qualsiasi argomento senza l'augusto conforto della presenza di un opinionista; più o meno tutte le reti televisive hanno firmato per sbaglio un contratto ventennale con un tizio incapace di intendere e di volere e che sta sulle balle a tutti; e non rimane che fargli fare l'opinionista.
L'unica domanda che si pone è: ne sentivamo il bisogno ?
Per tentare una risposta dirò che dal mio punto di vista di telespettatore, la più importante innovazione del calcio moderno è che ora prediligo le partite che si giocano sotto la pioggia: quando piove a dirotto, mi godo la visione dell'incontro come non mai.
E' vero che la qualità del gioco ne risente e lo spettacolo è di qualità inferiore; ma volete mettere la soddisfazione di sapere che l'essere inutile a bordo campo si sta bagnando come un pulcino ?

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