mercoledì 3 marzo 2010
Cchiù pilu per tutti !
Stimolerò oggi i vostri istinti più pruriginosi; ma non tratteremo "lu pilu" in quanto merce di scambio per favori politici, nè come pratica poco confessabile che rende uomini potenti facilmente ricattabili; quindi levatevi dalla testa il lettone di Putin, le escort, i trans, la fisioterapista di Bertoladro (se quello, poverino, passa la vita a fermare le frane reggendo i costoni di roccia sulle spalle, per forza gli viene la cervicale; ancora non mi è chiara l'importanza delle dimensioni ridotte del bikini della massaggiatrice rispetto all'efficacia del trattamento, ma mi informerò). Niente di tutto questo.
Parleremo per l'appunto di pelo, e più precisamente di quella piccola estensione che tanto attrae l'Onorevole Cetto La Qualunque. Non vi sarà sfuggita (ci avrete pensato almeno una volta nella vita) la peculiarità della distribuzione delle aree coperte da folta pelliccia sul corpo umano (in realtà siamo interamente coperti di peli proprio come gli altri mammiferi, solo che per la maggior parte si tratta di peluzzi sottilissimi e quasi invisibili), e i più acuti tra i lettori di questo blog, che per definizione sono persone sveglie, avranno anche notato che le superfici interessate sono molto discrepanti rispetto a quelle del resto della nostra Classe (i mammiferi sono gli unici Vertebrati forniti di peli, che fatico un pò a definire strutture meravigliose: diciamo che sono un adattamento passabile, sia come praticità che come qualità dell'isolamento termico; come mammifero, non posso fare a meno di invidiare quei veri prodigi della natura che sono penne e piume - donna pennuta ? sempre piaciuta forse no, ma magari un pensierino chissà... - ma non divaghiamo).
Jesse Bering, nel suo blog "Bering in mind" ci illumina alcuni punti oscuri (in senso puramente metaforico) sulle peculiarità del vello posto dove non batte il sole. Intanto, cosa ci fa lì. Un rapido giro di osservazioni fra i cugini mammiferi ci permetterà di notare che l'area pubica non è mai sede di una pelliccia particolarmente folta, anzi, di solito è vero il contrario. Nell'uomo, essa avrebbe assunto il significato di segnalazione visiva della nostra efficienza come potenziali parter riproduttivi, sbandierando ai nostri simili la raggiunta maturità. Per poter funzionare in questo senso, essa dovrebbe essersi ri-sviluppata dopo che l'evoluzione ci ha privati del pelo sul resto del corpo. Sul perchè ed il come siamo diventati glabri Bering non si espone; io ricordo di aver letto anni fa dell'ipotesi che, una volta persa l'attitudine ad arrampicarsi velocemente sugli alberi, i nostri antenati sfuggissero ai predatori rifugiandosi in acqua; e la perdita della pelliccia sarebbe un adattamento per accelerare l'asciugatura una volta scampato il pericolo; ma credo che questa idea non abbia altro sostegno che la sua plausibilità: non so se ci siano ulteriori indizi a confermarla.
Secondo punto: perchè quei peli lì sono tendenzialmente ricci ? Anche qui, dobbiamo limitarci alle illazioni, pur se, ehm..., ricche di delizie: i peli ricci tendono a trattenere meglio l'aria, inumidita dal sudore (ragione per cui i capelli crespi sono un tipico adattamento ai climi caldi); l'arricciamento dei peli pubici potenzierebbe quindi la segnalazione visiva con un'inebriante sinfonia olfattiva di effluvi ed afrori trattenuti in quel piccolo ma aulentissimo ricettacolo. La segnalazione odorosa ha mantenuto una certa importanza anche per noi uomini, animali dal naso piuttosto debole; se attualmente stiamo perdendo un pò di questa sana naturalità, gioverà ricordare che il Re Vittorio Emanuele II, quando organizzava i suoi incontri con l'amante neanche-tanto-segreta, mandava il suo emissario di fiducia a comunicare l'ora dell'appuntamento alla bella Rosina, senza mai dimenticare la raccomandazione di non lavarsi, per non privare Sua Maestà di parte del gusto. Nessuna meraviglia se i discendenti di cotanto avo oggi cantano inni d'amore ad un Paese in putrefazione.
E ancora: il pelo pubico è molto più grosso e spesso rispetto al capello; è in effetti molto simile alla pelliccia del gorilla (potete facilmente verificarlo accarezzando il prossimo gorilla che vi capiterà di incontrare). Questa rassomiglianza ci ha procurato qualche noia. Tutti sappiamo che i pidocchi che infestano capelli e vestiti (Pediculus humanus, con le due sottospecie ecologiche capitis e corporis - o vestimentorum -) sono di una specie diversa (e non solo: persino di un genere diverso), dalle piattole (Phthirius pubis); queste ultime sono invece strettamente affini a Phthirius gorillae, il pidocchio del gorilla. Le differenze genetiche permettono di stimare che la diversificazione tra P. pubis e P. gorillae risalga a circa 3,3 milioni di anni fa, cioè diversi milioni di anni dopo la separazione tra la linea filetica dei gorilla da quella di scimpanzè ed uomo. Il salto di specie dovrebbe essere avvenuto quindi per via orizzontale, presumibilmente a causa dell'abitudine dei nostri antenati di cacciare anche le altre scimmie. Il contatto tra cacciatori e carcasse avrebbe permesso a Phthirius gorillae di trovare un nuovo habitat confortevole e non troppo dissimile da quello di origine, nel quale insediarsi e dare origine alla nuova specie, la quale ha poi avuto, a seguito dell'esplosione demografica dell'uomo, "vagonate di pilu" (nel senso più letterale) a sua disposizione per prosperare. Escluderei quindi le turpi modalità di trasmissione immaginate da Georges Brassens nella celebre canzone tradotta in italiano da Fabrizio De Andrè negli anni '60.
L'evoluzione culturale poi rimescola ulteriormente le carte; due diversi studi statistici condotti in Australia rivelano che l'uso della depilazione intima (totale o parziale) è molto più diffuso tra i giovani di quanto noi estimatori dell'articolo un pò attempati ed inclini al tradizionalismo potremmo immaginare: risulta che il 76% delle studentesse universitarie si sia rasata il pube almeno una volta; e la tendenza non è diversa tra i maschi (66 % tra gli eterosessuali, e 82 % tra gli omosessuali). E alcuni epidemiologi cominciano già a rilevare una diminuzione significativa nella frequenza delle infestazioni da P. pubis.
Dimostrazione della vacuità delle mode: oggi la diffusione della depilazione non segue certo convenienze igieniche, ma è evidentemente una vanità estetica (alla luce di quanto detto sopra: pedofilia latente ?); in realtà anche le prostitute medioevali si depilavano, e proprio per abbattere il rischio di ricevere e ridistribuire piattole; ma poichè allora i gusti dei clienti non contemplavano il glabro, si ripristinava il senso del bello applicando delle apposite "parrucche pubiche".
E questa era la parte pruriginosa: confesserete che vi sarà venuto qualche impulso a grattarvi. Ora però posate quel rasoio: parallelamente alla diminuzione dei casi di piattole, si osserva anche un aumento (inversamente correlato) di infezioni di gonorrea e Chlamydia; difficile che si tratti di una coincidenza, anche se in questo caso è più arduo immaginare la relazione causale, e quale tipo di protezione si perda rispetto a queste malattie rimuovendo i peli.
Ci sono probabilmente ancora molti altri misteri da svelare e mettere a nudo (nel senso buono del termine..., insomma... nel discutibile senso buono, chè forse il senso migliore era l'altro... va bè, fate voi).
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