"Quando corre Nuvolari mette paura…
perché il motore è feroce mentre taglia ruggendo la pianura
Gli alberi della strada
strisciano sulla piana,
sui muri cocci di bottiglia
si sciolgono come poltiglia,
tutta la polvere è spazzata via!"
E' iniziato ieri il 61° Campionato mondiale di Formula 1, ed alle nostre latitudini tutti sono molto soddisfatti per la brillante vittoria della Ferrari.
E se questo fosse tutto il discorso che ho da fare, avreste ragione di convenire che questo blog sta degenerando.
In realtà, il motivo per cui scrivo qualche riga sull'argomento è che mi sono divertito a fare due conti: le automobili di Formula 1 hanno iniziato la gara di ieri con circa 160 Kg di benzina nel serbatoio (densità della benzina 0,69 - 0,70 Kg/l, quindi circa 230 litri), per completare il percorso di 308,405 Km: vale a dire che questi gioiellini di tecnologia percorrono tra 1,3 e 1,4 Km con un litro di benzina. Con questo, dovrebbe già cominciare a decadere un pò del senso di ammirazione del pubblico.
Ma andiamo avanti nei conteggi.
Se tutte le 24 vetture partenti avessero completato la corsa, sarebbero stati consumati complessivamente 3840 Kg di benzina, con una emissione di (udite, udite) 11,5 TONNELLATE di anidride carbonica. Voglio essere molto buono, e terrò conto dei concorrenti che hanno completato meno giri rispetto al chilometraggio previsto: in un'ora e quaranta minuti, questa competizione sportiva ha rilascato nell'atmosfera grossomodo 9 tonnellate di CO2. Ovviamente solo per la gara, senza considerare le prove.
La questione è: nel mondo di oggi, che senso hanno gli sport motoristici, se ormai dovremmo essere consapevoli (non lo siamo, ma è solo per colpa nostra) che un motore a combustione, come strumento di trasporto individuale, è un lusso che il pianeta su cui viviamo non può permettersi ? Il mito dell'automobile come veicolo di libertà è un anacronismo, roba da inizio '900: potenza e velocità si sposavano pressochè automaticamente al repertorio immaginario dello sviluppo esplosivo della tecnologia, che a sua volta poggiava sulle illusioni industrialiste dell'ottocento, di un progresso ineluttabile e inarrestabile, sostenuto dalla falsa percezione di una illimitata disponibilità di risorse.
Ma ormai siamo nel 2010 e dovremmo svegliarci: le risorse non sono illimitate, il pianeta su cui viviamo non può sostenere l'aumento continuo dei consumi su cui si basa l'economia di mercato, e prima ci togliamo dalla testa le illusioni di progresso economico ineluttabile fondato sull'espansione senza limiti del consumo, più probabilità avremo di cavarcela.
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Ti sei davvero ..."divertito" a fare due conti?
RispondiEliminaGrazie Gimmi; bè, francamente sì, mi sono divertito. Dev'essere una specie di deformazione professionale: dovendo di solito fare calcoli su argomenti più noiosi...
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