Non sono un economista, e penso che impiegherò poche righe per convincere chiunque della mia incomprensione della materia. Il guaio è che più leggo meno capisco.
Non ho mai letto "Il Capitale", e non prevedo di farlo prossimamente: sarà per quello ?
La mia percezione dell'economia di mercato si limita all'immaginare una terra lontana, che chiameremo, con uno sforzo di fantasia, Terra. In tale luogo opera una sola impresa, che con un'ulteriore ingegnoso volo di inventiva, chiameremo Impresa.
Impresa possiede tenute agricole, attività estrattive, fabbriche di ogni tipo e reti di distribuzione, e produce e vende tutto, dai pannolini ai tricicli, dagli ortaggi alle creme depilatorie. Anche bandane, scarpe col tacco rialzato, servizi clinici tricologici ed ogni genere di articoli per capi di governo narcisisti, che peraltro in quel luogo lontano non esistono. E giornali e riviste e sanitari per il bagno: la lettura e il luogo di lettura; insomma tutto.
Essendo Impresa l'unica attività economica di Terra, tutti gli abitanti di Terra lavorano per Impresa, e vengono da essa retribuiti. Nessuno si senta escluso: Impresa opera anche nel ramo Fondi Pensione.
Di conseguenza, tutti i beni e servizi che Impresa vende, li vende ad un pubblico che ha in Impresa la propria fonte di reddito.
Quindi, tutto quanto Impresa ricava dalle sue vendite, proviene dalle retribuzioni dei propri lavoratori.
Le retribuzioni elargite da Impresa a coloro che per essa lavorano dovranno essere, complessivamente, pari al valore dei beni e servizi che Impresa produce, altrimenti Impresa rimarrebbe con delle produzioni invendute.
Comunque sia, il valore complessivo delle vendite di Impresa (cioè le sue entrate) sarà uguale al valore delle retribuzioni dei lavoratori (cioè le uscite).
Se gli abitanti di Terra decidono di fare un pò di risparmi e mettere qualcosa da parte, Impresa va in passivo, perchè diminuiranno i suoi ricavi rispetto al monte retribuzioni.
Impresa deve operare senza fare alcun profitto, perchè se aumenta i prezzi o diminuisce le retribuzioni, non riuscirà più a vendere quello che produce.
In un sistema chiuso come quello che abbiamo inventato, non è possibile che l'insieme di tutte le attività economiche produca, in generale, profitto: se qualcuno guadagna qualcosa, ci dev'essere da qualche parte qualcuno che va in perdita.
Com'è possibile che qui, sulla nostra Terra reale, le attività industriali abbiano margini di profitto spesso vertiginosi, e che, nonostante questo, tutto sommato anche noi dipendenti di Impresa non saremo dei gran signori, ma non dobbiamo neanche (per ora) vagare per le brughiere in cerca di bacche e radici commestibili ? Non siamo forse un sistema chiuso ?
L'unica possibilità di profitto che Impresa ha è quella di riuscire a vendere anche al di fuori di Terra (cioè operare in un sistema aperto). Finchè identifichiamo Terra solo con il nostro sistema economico occidentale, questo principio dell' espansione finora ha funzionato abbastanza bene, poichè via via, in modo più o meno premeditato e congegnato, nuovi paesi e nuove popolazioni sono stati associati al nostro Paese dei Balocchi dell'Economia di Mercato.
Possiamo anche apprezzare il progressivo affinamento dei metodi di acquisizione di nuovi mercati: per tutto il XVIII e XIX secolo, le potenze europee, per vendere i propri prodotti industriali in diverse aree del mondo altrimenti dedite a sistemi economici di sussistenza a base di agricoltura e artigianato, riuscivano di solito ad ottenere un'adesione convinta ed entusiasta al valore morale del Libero Mercato dopo un adeguato periodo di cannoneggiamenti; per buona parte del XX secolo, con lo spostamento della posizione di predominio industriale dall'Europa al Nordamerica, ulteriori osannanti popolazioni sono state introdotte o vincolate al rutilante mondo del Liberismo Economico a forza di colpi di stato e giunte militari; oggi sono sufficienti le condizioni imposte come "garanzia di stabilità politica" dal Fondo Monetario Internazionale per la concessione di prestiti.
Ma l'espansione deve essere continua, poichè i nuovi consumatori che vengono acquisiti per allargare le possibilità di vendita, entrano immediatamente a far parte dello stesso gioco. L'espansione continua del bacino di vendita ha termine ben presto con un punto di saturazione, poichè la Terra è comunque un sistema chiuso (a meno che i vantati - più vanitosi che vantati - prodigi del Made in Italy non si spingano al punto di appioppare cravatte firmate agli extraterrestri). A saturazione delle possibilità di espansione, il sistema dell'economia di profitto crolla.
E probabilmente oggi siamo arrivati al dunque.
Ma non sono ancora soddisfatto da questa spiegazione. La Terra è un sistema chiuso comunque, e lo era anche agli albori del capitalismo. Da dove sono arrivati i profitti delle imprese ed il nostro benessere nel frattempo ?
Si riesce ad ottenere questo risultato tenendo deliberatamente la maggior parte della popolazione, ad esempio i 4/5 o i 5/6 degli abitanti di Terra in completa povertà, retribuendoli molto meno del valore dei beni che producono, ad estrarre minerali da cave e miniere o coltivare cotone, per fare gli esempi più banali ed abusati, di cui non godranno mai i risultati finali, a beneficio della restante minoranza di privilegiati sui quali Impresa può concentrare il massimo investimento ed ottenere il massimo profitto con un relativamente piccolo volume di beni prodotti per pochi ? Ne consegue che l'ampliamento del bacino dei potenziali consumatori avviene con la contropartita di uno sfruttamento sempre più feroce degli esclusi. Io sono del tutto convinto che la nostra ricchezza si fondi interamente su tale sfruttamento, ma temo che anche questo non sia sufficiente a risolvere il mio enigma del sistema chiuso.
E se tutto questo surplus di ricchezza fosse solo fittizio, inventato, inesistente ? Se io ho 10 Euro, e li deposito in banca sul mio conto corrente, e la banca li presta ad un imprenditore per finanziare le normali attività della sua azienda: io considero quei 10 Euro nelle mie disponibilità, perchè so di averli nel mio conto corrente; la banca li considera nelle sue disponibilità, perchè li ha in custodia e li può investire come meglio crede (anzi, li ha già investiti); l'imprenditore li considera nelle sue disponibilità, dato che li sta usando. Di chi sono quei 10 Euro ? O meglio, non sarà che il "sistema Economia" "vede" in circolazione 30 Euro, dei quali solo 10 "esistono" realmente ? Capisco che il denaro è a sua volta solo un certificato di credito e non un bene reale e concreto, ma non penso che questo possa rendere la moltiplicazione dei pani e dei pesci una legge fisica.
Cosa succede se andiamo in banca tutti assieme a ritirare i nostri risparmi ?
Bè, se davvero la nostra disponibilità di ricchezza si fondasse su una bolla così, quando prima o poi la bolla scoppierà ci sarà da ridere.
E forse ci siamo.
O magari qualcuno riesce a spiegarmela meglio ?
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